Appuntamento mercoledì 30 agosto alle ore 17.30 presso la sede dello SPI-CGIL Campania in via Duomo 296, angolo Piazza Nicola Amore per il via del percorso di lavoro che porterà alla definizione della Proposta di Legge di Iniziativa Popolarer Regionale sui Cambiamenti Climatici.

Intanto pubblichiamo questa interessante riflessione di Gianpaolo Lambiase

NEL NORD EUROPA RISPETTOSI DELL’AMBIENTE. NEL MEDITERRANEO INVECE NO….LE GRANDI NAVI DA CROCIERA E I GRANDI ARMATORI, ANCHE ITALIANI…

È in alto mare la rivoluzione “green” del trasporto marittimo.

Il trasporto marittimo (commerciale e turistico) contribuisce in modo rilevante ad inquinare il mare e l’aria. Più di altre, le navi da crociera che rimangono durante la sosta in porto a motori costantemente accesi per consentire il funzionamento delle “attività” a bordo, rilasciano nelle aree urbanizzate attorno allo scalo fumi tossici e cancerogeni.
Una nave da crociera di medie dimensioni brucia fino a 150 tonnellate di grezzo al giorno (olio pesante, ricavato dallo scarto di altri carburanti) con elevatissime emissioni di CO2, ossidi di zolfo e particolato. Nei porti del nord Europa, diversamente dal bacino del Mediterraneo, attraccano navi (anche di proprietà di armatori italiani) dotate di tecnologie ambientali all’avanguardia, dalla gestione dei rifiuti all’uso di combustibili green.
L’adozione però di carburanti o propulsori alternativi è ferma complessivamente al 5,5% della flotta in navigazione.
Il rapporto della ong Transport&Environment, dedicato all’impatto ambientale del turismo marittimo, ha calcolato che nel 2022 le 218 navi da crociera europee hanno emesso 4,4 volte più ossidi di zolfo di 253 milioni di automobili che circolano nel continente. E di tutti i paesi UE l’Italia è quello più inquinato dalle emissioni del trasporto marittimo.
Gli “imprenditori del mare” ed i “gestori di navi” continuano indisturbati ad avvelenare l’aria. Probabilmente hanno influenza anche sulle decisioni della Commissione Europea, che dovrebbe adoperarsi con leggi e provvedimenti utili all’applicazione del principio “chi inquina paga”, che è un principio chiaro della politica ambientale dell’Unione Europea.
Non c’è alcuno sforzo concreto da parte delle Istituzioni per accelerare una trasformazione radicale dei servizi di trasporto marittimi ed una spinta del settore verso la sostenibilità, nella direzione della “decarbonizzazione”.


Ha torto chi sostiene che le “attività economiche” derivate dal traffico navale è possibile sostenerle e svilupparle solo se si sacrifica l’ambiente!
Sebbene ci siano risorse disponibili (162 milioni di euro fondi PNRR per i porti di Venezia, Civitavecchia e Napoli), le Regioni e gli Enti locali non sembra si adoperino per velocizzare interventi utili alla elettrificazione delle banchine (il “cold ironing”, che permette di ridurre pesantemente le emissioni inquinanti delle navi che sostano nei porti).
Né sul nostro territorio pare abbia concreta applicazione la legge della Regione Campania n.36 del 3 agosto 2020 “Disposizioni urgenti in materia di qualità dell’aria”, che ha l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente e la salute pubblica, prescrivendo che l’ARPAC, deputata al controllo e monitoraggio della qualità dell’aria, rilevi i valori misurati di PM10 superiori al limite giornaliero e di conseguenza i Sindaci adottino misure sanzionatorie, divieti e provvedimenti utili ad evitare, prevenire, eliminare le cause e le fonti di inquinamento.
Il paradosso è che gli “armatori” sono perfettamente a conoscenza del danno ambientale che producono.
In un recente convegno a Salerno gli “imprenditori del mare” e l’Autorità portuale hanno esplicitamente ammesso che le navi danneggiano pesantemente l’ambiente ed hanno espresso le loro “buone intenzioni”!
Hanno dichiarato che : “l’elettrificazione delle banchine consente alle navi di spegnere i motori di bordo al fine di ridurre l’inquinamento”…”la tecnologia per elettrificare i porti è matura, in particolare per gli scali portuali inseriti direttamente nel tessuto urbano della città, può rappresentare una soluzione per abbattere le emissioni inquinanti”…”nel settore delle crociere e dei traghetti oltre alla elettrificazione c’è necessità dell’uso di carburanti alternativi”…”bisogna tenere conto dei costi sociali dell’inquinamento”…”la sostenibilità ambientale non va vissuta come un ulteriore peso, ma come un obbligo che abbiamo rispetto al futuro “…
Tutti sono convinti però che ci vorranno ancora anni per realizzare ciò che è necessario per la rivoluzione “green” del trasporto marittimo!
Considerato quindi che il “trasporto via mare” determina una compromissione o un significativo e quantificabile deterioramento dell’ ambiente, nello svolgere il proprio “lavoro” gli armatori ed i gestori di navi non hanno un “comportamento illegittimo”, che si configura quale REATO DI INQUINAMENTO AMBIENTALE?

Gianpaolo Lambiase

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LA BOZZA DI APPELLO PER IL 30 AGOSTO

https://www.infinitimondi.eu/2023/08/24/il-30-agosto-si-ritrovano-associazioni-organizzazioni-ambientaliste-e-del-lavoro-competenze-e-personalita-del-mondo-della-ricerca-per-il-lancio-della-campagna-rigenera-per-una-urgente-legge-sul-clim/


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1 commento

  1. Dati incontrovertibili. Ma si ha come la sensazione che chi può fare qualcosa si limiterà a dichiarazioni d’intenti. E si ha l’ulteriore sensazione che poco si possa fare e solo per rallentare un processo inarrestabile. Economia, finanza, tecnologia viaggiano da sole, senza nessuna autoregolazione e neppure temono interventi esterni.

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