In un’era in cui l’urgenza di rispondere alla crisi ambientale è più pressante che mai, l’approccio rivoluzionario di InfinitiMondi e di un importante gruppo di Associazioni merita l’attenzione e l’impegno di tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle nostre terre, di chi le abita e di chi le abiterà.
L’innovativo e ambizioso progetto di sviluppare in Campania una Piattaforma per contrastare l’emergenza climatica, che sia il risultato di un vasto processo di coinvolgimento di molteplici attori sociali e non frutto dell’intelletto di un limitato gruppo di esperti, merita indubbiamente riconoscimento e supporto.
La visione proposta supera la mera questione delle emissioni di carbonio, per adottare una visione più ampia e multidimensionale della crisi ambientale. Pone un’enfasi particolare sulla valorizzazione delle persone, dei territori, delle colline, delle montagne, dei boschi e delle città, sottolineando la necessità di una trasformazione radicale dell’economia e della società.

L’intenzione di sviluppare il progetto attraverso un processo di scrittura collettiva e partecipata segna un importante cambiamento nel modo in cui le politiche ambientali possono essere formulate e implementate.

L’arricchimento del dibattito attraverso il coinvolgimento di comunità locali, esperti del settore, amministratori e cittadini assicura che le strategie proposte siano ancorate al contesto locale e rispondano a specifiche necessità delle comunità interessate, permettendo così di affrontare con maggior completezza le complesse dinamiche tra società ed ecosistema.

Un processo partecipativo, come quello proposto, consente l’integrazione di una varietà di voci e prospettive, tutte unite dall’interesse comune per il futuro del nostro pianeta. Offre l’opportunità di attingere a un vasto insieme di conoscenze, esperienze e competenze. Chi vive e lavora nei territori interessati, affrontando quotidianamente le sfide dell’emergenza ambientale, potrà avere l’opportunità di contribuire direttamente alla creazione di soluzioni. Allo stesso tempo, gli esperti e gli amministratori locali potranno arricchire le loro competenze tecniche e professionali con le esperienze e le esigenze di coloro che vivono la realtà sul campo; fusione di conoscenze esperte e vissuti esperienziali che potrà dar vita a politiche più efficaci.

La partecipazione attiva e diretta dei cittadini potrà aumentare la consapevolezza dei problemi legati all’ambiente, alimentare senso di responsabilità e rafforzare il loro impegno per l’individuazione di soluzioni sostenibili e per la loro efficace attuazione.

Il progetto di trasformare la Piattaforma, una volta completata, in una proposta di legge regionale, offre un riferimento innovativo per la formulazione di politiche ambientali efficaci e rappresenta un modello – che potrebbe diventare un esempio per altre regioni – di come la democrazia deliberativa possa essere applicata al campo della legislazione ambientale.

La Piattaforma proposta possiede un ulteriore, rilevante potenziale: rispondere alla sfida ambientale incorporando attivamente i principi di equità sociale e inclusione, tenendo nel debito conto l’intricato legame – ancora troppo poco considerato – tra l’instabilità climatica e le disuguaglianze sociali.
La crisi climatica impatta significativamente sulle dinamiche sociali, accentuando le disparità e compromettendo soprattutto le comunità più vulnerabili, che si trovano ad affrontarne gli effetti più deleteri.

Si tratta di comunità che spesso risiedono in aree soggette ad alto rischio di catastrofi naturali – inondazioni, siccità, tempeste estreme – e, come in Campania, in zone ad alto rischio sismico e vulcanico, dispongono di risorse limitate per prevenire rischi e conseguenze di tali eventi o per recuperare i danni subiti e dipendono in gran parte da risorse naturali incerte, direttamente minacciate dalla crisi ambientale.
Di frequente gli eventi climatici avversi – aridità, inondazioni, inquinamento di aria e suolo – possono compromettere anche l’accesso di queste comunità a risorse vitali quali cibo, acqua e aria pulita.
Esse dipendono spesso da settori che sono direttamente influenzati dalla crisi climatica, come l’agricoltura, la pesca o il turismo, e l’instabilità può rendere ancor più arduo adattarsi e prosperare.
Anche l’impatto della crisi climatica sulla salute delle persone ha effetti più devastanti sulle comunità più povere. L’incremento di malattie trasmesse da vettori, problemi respiratori dovuti all’inquinamento dell’aria e le conseguenze sulla salute mentale causate dallo stress e dal trauma generati da eventi climatici estremi sono tutti eventi che possono aggravare le disparità esistenti, poiché le comunità più povere non dispongono dei mezzi necessari a fronteggiarli.

È necessaria un’analisi olistica delle intersezioni fra crisi ambientale e disuguaglianze sociali per adottare un approccio integrato, che agisca contestualmente sull’una e sulle altre.

Occorrerebbe, in via preliminare, individuare le popolazioni più vulnerabili e le aree più a rischio, identificando, dunque, non solo le regioni geografiche maggiormente esposte a eventi estremi, ma anche le comunità che dispongono di risorse limitate per affrontare gli impatti delle fluttuazioni climatiche: ad esempio i quartieri a basso reddito nelle città, i piccoli agricoltori, i pescatori o le comunità interne.

La resilienza climatica dovrebbe essere integrata in tutte le politiche pubbliche. Ciò significa che le politiche di sviluppo economico, protezione sociale, salute pubblica e pianificazione territoriale devono tutte considerare i rischi e le opportunità connessi all’instabilità climatica.

Riconoscendo e affrontando le disuguaglianze esistenti, queste politiche possono contribuire a creare una società più giusta e resiliente. Ad esempio, le strategie di adattamento climatico potrebbero prevedere misure specifiche per sostenere i piccoli agricoltori o i pescatori, che sono particolarmente vulnerabili agli impatti delle variazioni climatiche: assistenza finanziaria, accesso a nuove tecnologie, formazione per lo sviluppo di metodi di lavoro più sostenibili e resilienza climatica.

Le politiche pubbliche dovrebbero considerare gli effetti differenziati che le modifiche climatiche esercitano sulle comunità fragili; si potrebbe, ad esempio, sviluppare programmi di formazione professionale orientati verso settori emergenti a bassa emissione di carbonio, fornendo così opportunità di impiego stabili alle comunità più povere e vulnerabili.

Le strategie di inclusione sociale dovrebbero mirare a mitigare l’influenza che le fluttuazioni climatiche possono avere sull’accesso a risorse fondamentali come acqua pulita, cibo e aria. Ciò potrebbe comportare l’implementazione di politiche che promuovano un accesso equo e sostenibile a queste risorse per tutte le comunità, indipendentemente dal loro status socioeconomico.

Queste politiche dovrebbero anche considerare come le modifiche climatiche possano influire sulla salute delle comunità più indigenti. Potrebbero essere previste iniziative per migliorare l’accesso ai servizi sanitari per queste comunità e programmi di sensibilizzazione sulla salute ambientale.

Infine, queste strategie dovrebbero mirare a potenziare la resilienza delle comunità più vulnerabili. Questo potrebbe comprendere la promozione di abitazioni e infrastrutture resistenti al clima, investimenti in programmi di gestione dei rischi climatici e l’incoraggiamento alla partecipazione attiva delle comunità nella pianificazione e implementazione delle strategie di adattamento.

La proposta di Piattaforma può fungere da modello non solo per il suo approccio innovativo alla governance, ma anche per la sua visione audace e per la sua attenzione ai temi di equità e inclusione.
Se sostenuta, potrebbe guidarci verso un futuro più resiliente, inclusivo ed equo.
Ed è proprio per questo che mi sento di dare la mia adesione convinta al processo messo in atto da InfinitiMondi.
Spero che tutti – cittadini, decisori politici, esperti e rappresentanti delle comunità più vulnerabili – possano unirsi in questo sforzo.
Ogni contributo, ogni idea, ogni azione conta.
Abbiamo la possibilità di dare forma a un futuro più equo, inclusivo e resiliente. Agiamo ora, per noi e per le generazioni future.

Angelo Irano


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