Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica denuncia il ritardo nella reazione di fronte alla portata dei cambiamenti climatici; in cui 100 scienziati tra i più autorevoli sollecitano a guardare in faccia al problema e a mettere in campo una strategia adeguata; in cui perfino il Segretario dell’ONU trova un momento di orgoglio e denuncia il passaggio dall’epoca del riscaldamento a quella dell’ebollizione totale, mentre in Italia, e in tutto il Mediterraneo, gli incendi non si placano, mentre a Milano e in Veneto non ci si è ancora ripresi dalle conseguenze delel bufere di grandine, il Governo non trova di meglio da fare che de-finanziare interventi programmati dal PNRR per la difesa suolo contro il dissesto idrogeologico, la rigenerazione urbana e tanti altri. E non vale la promessa a coprire i progetti stralciati con altre fonti di copertura: se si è ritenuto che questi fossero non completabili entro il 2026, pur con dotazione certa e procedure di spesa già avviate, spostare tutto ( 16 miliardi in tutto), su fantomatici altri fondi da individuare per la copertura significa soltanto rinviare tutto ad un futuro così indefinito da essere nei fatti scelta di non fare. Gravissimo. Irresponsabile. Disvelatore dell’idea di non-lotta ai cambiamenti climatici che anima la destra. Mentre parte non secondaria di queste risorse viene assegnata alla nostra multinazionale pocket di petrolio e gas, l’ENI…

C’è molto da fare anche in Campania dove da ultimo anche il Vesuvio è entrato nel novero dei territori interessati nei giorni scorsi con più di 1 ettaro divorato dalle fiamme e dove una strategia organica di lotta ai cambiamenti climatici ancora non si intravede. Ragione in più per intensificare l’azione.

***

LA LETTERA APEERTA DEGLI SCIENZIATI AI MEDIA ITALIANI

Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni.
Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza,
proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro
migliore.

È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire
chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il
diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate.
Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le
temperature, Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di
questa estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di
60 mila nella sola Europa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito.

Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali
dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori.
Tuttavia, i media italiani parlano ancora troppo spesso di “maltempo” invece che di
cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative
soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di
ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus
SARS-CoV-2, o della soluzione, i vaccini.
Nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni
Unite (IPCC) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le
emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili.
Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone,
petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la
strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed
economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento
per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai
irreparabili.
Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il
nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare
l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei
rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate. Per
queste ragioni, invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le
cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per
comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire
una maggiore fiducia nel futuro.
Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per
scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il
benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni
del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti.

Firmatari:
Antonello Pasini – Primo ricercatore, Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR
(CNR-IIA)
Giorgio Vacchiano – Professore associato in Gestione e pianificazione forestale, Università
degli Studi di Milano, e Presidente Climate Media Center Italia
Giorgio Parisi – Prof. emerito in fisica teorica, Sapienza Università di Roma, Premio Nobel
per la Fisica 2021
Cristina Facchini – CNR-ISAC, Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima Paolo G. Albano – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Tommaso Alberti – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma
Franco Andreone – Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Nicola Armaroli – CNR-ISOF
Valentina Bacciu – CNR-IBE / Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC)
Rosario Balestrieri – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Carlo Barbante – CNR / Università Ca’ Foscari
Roberto Barbiero – APPA Provincia Autonoma di Trento / Società Italiana per le Scienze del
Clima (SISC)
Leonardo Becchetti – Università di Tor Vergata, Roma
Carlo Blasi – Università di Roma
Alessandra Bònoli – Alma mater studiorum Università di Bologna
Chris Bowler – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Federico Butera – Politecnico di Milano
Fausto Capelli – Collegio europeo / Università degli studi di Parma
Carlo Cacciamani – Agenzia ItaliaMeteo, Bologna
Sandro Carniel – CNR-ISP
Renato Casagrandi – Politecnico di Milano
Stefano Caserini – Politecnico di Milano
Claudio Cassardo – Università degli Studi di Torino
Daniele Cat Berro – Società Meteorologica Italiana
Carlo Cerrano – Università Politecnica delle Marche
Mauro Ceruti – Università IULM Milano
Alessandro Chiarucci – Alma mater studiorum Università di Bologna
Lorenzo Ciccarese – ISPRA
Erika Coppola – Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics, autrice IPCC
WGI AR6
Roberto Danovaro – Università Politecnica delle Marche
Mauro Delogu – Alma mater studiorum Università di Bologna
Moreno Di Marco – Sapienza Università di Roma
Davide Faranda – Ecole Normale Supérieure di Parigi
Francesco Ferretti – Università degli Studi di Siena
Andrea Filpa – Università degli Studi Roma Tre
Francesco Forastiere – CNR-IRIB / Imperial College, Londra
Simonetta Fraschetti – Università degli studi di Napoli Federico II
Marco Frey – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Sandro Fuzzi – CNR-ISAC, Lead Author IPCC AR6
Silvana Galassi – Università degli studi di Milano
Marino Gatto – Politecnico di Milano
Domenico Gaudioso – Greenhouse Gas Management Institute Italia
Piero Genovesi – ISPRA
Thalassia Giaccone – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Claudia Gili – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Filippo Giorgi – Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics di Trieste
Enrico Giovannini – Università di Roma Tor Vergata / Università LUISS Guido Carli
Elena Gissi – CNR-ISMAR
Donato A. Grasso – Università degli studi di Parma
Federico Grazzini – Istituto di meteorologia LMU München / ARPAE Emilia-Romagna
Fausto Guzzetti – CNR-IRPI
Valerio Lembo – CNR-ISAC
Stefania Leopardi – Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie
Simone Libralato – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS di
Trieste
Anna Luise – ISPRA
Marco Marchetti – Università degli studi del Molise
Davide Marino – Università degli studi del Molise
Vittorio Marletto – ARPAE Emilia-Romagna e AIAM
Bruno Massa – Università degli studi di Palermo
Maurizio Maugeri – Università degli studi di Milano
Barbara Mazzolai – Istituto Italiano di Tecnologia di Genova
Luca Mercalli – Società Meteorologica Italiana
Paola Mercogliano – Fondazione CMCC / Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC)
Fiorenza Micheli – Stanford’s Center for Ocean Solutions
Franco Miglietta – CNR-IBE
Mario Motta – Politecnico di Milano
Rita Nogherotto – Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics / Istituto
Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS di Trieste
Elisa Palazzi – Università degli Studi di Torino
Cinzia Perrino – CNR-IIA
Emanuela Pichelli, Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics
Telmo Pievani – Università degli studi di Padova
Flavio Pons – Laboratoire de Sciences du Climat et de l’Environnement (LSCE), Parigi
Carlo Alberto Pratesi – Università Roma Tre
Francesca Raffaele – Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics, Contributing
Author IPCC WGI AR6
Marco Reale – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS di Trieste
Bernardino Romano – Università degli Studi dell’Aquila
Carlo Rondinini – Sapienza Università di Roma
Gianluca Ruggieri – Università degli Studi dell’Insubria
Roberto Salzano – CNR-IIA
Riccardo Santolini – Università degli Studi di Urbino
Valerio Sbordoni – Accademia Nazionale delle Scienze
Giuseppe Scarascia Mugnozza – Università degli Studi della Tuscia
Andrea Segrè – Alma mater studiorum Università di Bologna
Federico Spanna – Regione Piemonte / AIAM
Núria Teixidó – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Vito Telesca – Università degli Studi della Basilicata
Stefano Tibaldi – Fondazione CMCC
Silvia Torresan – Fondazione CMCC
Gianluca Treglia – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Umberto Triacca – Università degli Studi dell’’Aquila
Fabio Trincardi – Dip. Scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del CNR
Sergio Ulgiati – Università Parthenope di Napoli
Riccardo Valentini – Università degli Studi della Tuscia
Francesca Ventura – Alma mater studiorum Università di Bologna / AIAM
Maria Cristina Vigo Majello – Stazione Zoologica Anton Dohrn
Paolo Vineis – Imperial College London

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