INTERVISTA A CARLA, FINALMENTE UN APPRODO PROFESSIONALE, MA …
Carla accoglie il mio invito: essere intervistata per ricostruire il suo percorso lavorativo/professionale per sé stessa e per essere testimone della fatica fisica ed emotiva vissute con tenacia e con dignità nonostante la giovane età. Forse il suo racconto può essere più efficace di tante aride tabelle – con colorati dati statistici – che denunciano i gravi problemi del mondo del lavoro dei giovani diventando spesso slogan di abuso mediatico .
Oggi Carla ha raggiunto finalmente un approdo professionale che riduce alcune sue incertezze e le dà la possibilità di “mettere a frutto” le competenze professionali acquisite già da tempo.
Carla già mi hai raccontato tanto, grazie. Dal tuo racconto deduco importante fare una distinzione tra esperienze lavorative e quelle professionali adeguate ai tuoi studi. Innanzitutto ti chiedo informazioni sul tuo percorso di studio e la motivazione della scelta fatta da giovanissima.
Ho frequentato il liceo sociopsicopedagogico ed è qui che ho conseguito il mio diploma. Durante i cinque anni del liceo più volte ho preso in considerazione l’idea di abbandonare la scuola per miei disagi con alcuni docenti, ma fortunatamente ogni piccolo traguardo che raggiungevo mi ha aiutato a non compiere più questa scelta. Il motivo principale che mi spinse a scegliere questo indirizzo fu la mia idea di poter diventare insegnante; tuttavia, nonostante avessi intrapreso gli studi universitari con un certo entusiasmo, dopo aver frequentato per un anno l’Orientale, ho abbandonato definitivamente gli studi. Ben presto ho sentito l’esigenza di lavorare non per difficoltà economiche, ma per acquisire autonomia rispetto alla mia famiglia.
Quando e perché è nata l’esigenza o la necessità di trovare un lavoro?
A 19 anni, lasciata l’università, ho iniziato a esplorare il mondo del lavoro alla ricerca di uno adeguato alle mie esigenze di giovane donna moderna che voleva costruirsi un proprio futuro, anche di complessiva emancipazione. Pensavo che fosse una delle cose più semplici, invece mi sono scontrata con una realtà difficile, inimmaginabile.
Puoi qui ricordare – in successione cronologica – le tue esperienze non corrispondenti ai tuoi titoli di studio e professionali? Vuoi qui evidenziare le caratteristiche essenziali dei lavori affrontati e le forme di pagamento? Interessante è accogliere le tue valutazioni di oggi, ma è anche importante conoscere i tuoi pensieri e le tue emozioni che ti accompagnavano in quel periodo.
Inizialmente riuscii a trovare lavoro presso un supermercato per consegnare volantini pubblicitari per 10 euro al giorno, ricoprendo più zone di Napoli e spesso obbligata a stare ferma presso innumerevoli semafori. Naturalmente vissi varie mortificazioni. Dopo un po’ di tempo cambiai: in un supermercato fui “ assunta come repartista” , senza contratto scritto e a nero rigorosamente. Sperimentai questo lavoro, anche fisicamente pesante, in un supermercato di prestigio che fa continuamente pubblicità televisiva con lo slogan “prima le persone“ : di fatto la mia paga era di 100 euro a settimana per lavorare 7 ore al giorno, tutti i giorni compreso il sabato e qualche volta la domenica senza variazioni di guadagno. Devo ricordare che a volte dovevo essere impegnata in “pomeriggi extra” – soprattutto nei periodi prenatalizi – con un’aggiunta di solo 10 euro. Devo sottolineare che, inaspettatamente mi sono trovata licenziata senza preavviso e in modo immotivato. La frustazione provata fu enorme. Allora purtroppo optai per un centro scommesse a condizioni pessime: si trattava appunto di un lavoro di 9 ore al giorno con turni che potevano variare dalla mattina e giungere fino a notte inoltrata – senza alcuna sicurezza – per 500 euro al mese. Dopo tre settimane me ne scappai, senza aver ricevuto un soldo. Così, dopo queste fallimentari ma pur sempre per me utili esperienze, decisi di iscrivermi a una scuola di estetica – a pagamento – per far sì che potessi costruire con le mie mani il mio futuro. Durante questo nuovo percorso di studi non abbandonai il mio desiderio di indipendenza economica e decisi di accettare il lavoro di baby-sitter con le condizioni di garantire alla mamma anche il “ dopo scuola “ per i due figli. Il mio turno iniziava alle 15 e terminava per le 20.30/21. I ragazzini con me studiavano, mentre si preparavano per la notte io dovevo preparare la cena e la mia giornata lavorativa terminava nel rimettere in ordine la cucina. Tutto questo per 15 euro al giorno. Dopo alcuni mesi ho trovato lavoro in un centro di estetica e sono stata assunta (senza contratto) per 300/400 euro al mese per lavorare 10 ore al giorno, dal lunedì al sabato compreso, con tutte le funzioni professionali richieste ad un’estetista già esperta.
Carla quando hai potuto iniziare ad esercitare il tuo lavoro adeguato ai titoli professionali raggiunti? In che modo sei stata assunta e desidero chiederti del grado di soddisfazione che oggi provi.
Ho continuato a fare esperienze, in realtà formative, in vari centri estetici e così ho deciso di dedicarmi definitivamente solo a questo settore . Inizialmente è stato molto difficile: ho avuto varie opportunità lavorative ma sempre a nero e sotto pagate. In alcuni centri il turno di lavoro superava le di 10 ore al giorno per uno stipendio pari al terzo di uno stipendio di base, previsto dalla normativa vigente. Oggi, finalmente, posso dire di aver raggiunto un buon grado di soddisfazione per quello che faccio e anche per l’ambiente di lavoro che mi circonda.
Ed ora descrivici il tuo lavoro attuale evidenziando anche le regole o norme contrattuali che ancora non lo rendono a tempo indeterminato, elencaci le prossime tappe per arrivare ad una stabilità lavorativa che valorizzi competenze e passione. Hai specifici desideri e progetti già in cantiere?
Il mio lavoro attuale (iniziato mesi fa ) mi dà la giusta serenità e tranquillità soprattutto perché sono stimata come estetista e mi viene riconosciuta professionalità. Noto che in me c’è stato un cambiamento grazie al mio vissuto che mi consente di apprezzare ciò che ho raggiunto oggi. Attualmente lavoro presso un centro estetico che non vorrei lasciare: sono stata inquadrata per la prima volta con un contratto di tirocinio! Che emozione! Questa è la tipologia che sta spopolando negli ultimi anni: consente ai datori di lavori di poter usufruire di una serie di agevolazioni atte a tutelare poche volte il lavoratore. Tuttavia, al momento, sono riuscita a trovare la mia stabilità: lavoro vicino casa mia e sono riuscita finalmente a ricevere riconoscimenti economici che io percepisco adeguati alla mia bravura e al mio tempo lavorativo. Di fatto dopo tanto sfruttamento e mortificante precarietà oggi mi sento fortunata…E poi finalmente posso regalarmi qualche viaggio all’estero. E’ assurdo…ma io mi sento fortunata… e poi si avvicinano i trent’anni! Le mie attuali speranze restano quelle di poter crescere ulteriormente in questo ambito svolgendo corsi di formazione sempre più qualificanti e di poter passare qui in questo centro estetico da una precarietà annunciata come transitoria ad un’effettiva stabilità lavorativa. Conservo fiducia.
Rosanna Bonsignore