Lo scorso 1 giugno è apparsa su il Riformista una bella intervista di Umberto De Giovannangeli a Mario Tronti dedicata a Enrico Berlinguer. Tutta da leggere.

https://www.ilriformista.it/intervista-a-mario-tronti-il-comunismo-non-ce-piu-ma-mette-ancora-paura-302899/

Alla stessa intervista fa riferimento Vito Nocera in una sua intensa riflessione sulla sua pagina fb che coglie anche un nodo di fondo del giudizio su Enrico Berlinguer che è esattamente quello che abbiamo posto al centro con Berlingueriana:

CAMBIARE DIREZIONE

https://www.facebook.com/vito.nocera.7

A Berlingueriana fa invece esplicito riferimento Ugo Leone che ha pubblicato su

https://rivistaeco.it/scienza-e-questione-ambientale-parlare-di-conoscenza-ricordando-pietro-greco/

Scienza e questione ambientale. Parlare di conoscenza ricordando Pietro Greco

«Enrico lo ricordo soprattutto, ma non è poco, per Austerità occasione per trasformare l’Italia». L’intervento di Ugo Leone a Berlingueriana, l’interessante convegno di Napoli (2-4 giugno, Circolo ILVA Bagnoli) organizzato dalla rivista “Infiniti mondi” nel centenario della nascita di Enrico Berlinguer, che ha riscoperto le intuizioni “ambientaliste” del segretario del PCI. UGO LEONE 51 Views  0 CommentiambienteausteritàEnrico BerlinguerNapoliPciPietro Grecoscienzastoria italiana

Conoscenza. Credo non vi sia concetto più appropriato per essere indotti ad una riflessione in ricordo di Pietro Greco.

Se poi volessimo inventarci un termine ancora più a misura di Greco potremmo dire conoscienza. Un neologismo fatto proprio apposta specialmente se ad esso aggiungessimo “società”.

Scienza e società è stato lo “strumento” preferito da Pietro per condurre le sue battaglie nella comunicazione. E poiché della scienza fa parte anche la conoscenza dell’ambiente, si chiude il cerchio dell’invito alla riflessione arrivando alla questione ambientale.

Tengo a questa sottolineatura per fare quella che, secondo me, è una necessaria chiarezza.

L’ambiente è una scienza ed è una scienza anche umanistica

Quasi quotidianamente seguo in televisione un programma molto interessante e utile che si chiama “Leonardo” e viene così presentato: “Leonardo telegiornale della scienza e dell’ambiente”, della scienza e dell’ambiente come fossero due cose distinte. Non lo sono invece. Perché l’ambiente in qualunque modo studiato e definito è una scienza ed è una scienza anche umanistica.

Altrimenti non avrei potuto insegnare per 40 anni politica dell’ambiente…

Dunque, “Scienza e Ambiente”: un’occasione per ricordare Pietro Greco ed Enrico Berlinguer in questa tre giorni berlingueriana organizzata dalla rivista “Infiniti mondi” per ricordare che il 25 maggio Enrico Berlinguer avrebbe compiuto cento anni.

Mi trovo perciò a fare una riflessione su due parole chiave e su due persone chiave. Legate da un comune denominatore, da un filo conduttore che è la conoscenza della Scienza o, meglio ancora, il rapporto tra scienza e società.

Ma c’è un altro filo conduttore che lega le due persone che sono entrambe passate ad altra vita troppo giovani: 62 anni per Berlinguer, 65 per Greco.

Berlinguer e l’ecologia

E per i casi dei quali ci si accorge dopo che si sono realizzati, ricordo anche che quando “Infiniti mondi” il 31 ottobre del 2017 organizzò un incontro sul tema Enrico Berlinguer e l’ecologia, Pietro Greco ne era coordinatore ed io ero tra i coordinati.

Ambiente, allora.

Pietro ed io ne avevamo una comunissima interpretazione, nel senso che la pensavamo allo stesso modo ed è lo stesso modo che mi consente di dire che quando sono indotto ad associare ambiente a Berlinguer mi viene automatico il ricorso a Giovanni piuttosto che ad Enrico. E non solo perché Giovanni l’ho conosciuto ed Enrico no, ma perché il PCI e i suoi derivati dovrebbero molto a Giovanni anche se temo non molti e non sempre se ne siano accorti. E anche su questo Pietro che molto più e meglio di me conosceva Giovanni, era in totale accordo con me.

Allora Enrico? Enrico c’entra. E molto anche. Specialmente se al concetto di ambiente e di questione ambientale diamo i contenuti che, secondo me, meritano e non pensiamo solo a monti, fiumi, ruscelli, uccelli cinguettanti …

Tematiche molto attuali

In questo senso l’Enrico lo ricordo soprattutto, ma non è poco, per Austerità occasione per trasformare l’Italia un libretto che gli Editori Riuniti pubblicarono nel 1977, nel quale sono contenuti i suoi interventi del 15 e 30 gennaio 1977 al Convegno degli intellettuali a Roma e degli operai comunisti a Milano. Nel quale, leggendolo col senno di oggi, si vedono trattate tematiche molto vicine alle necessarie politiche per l’ambiente. E sono suggerite altre riflessioni riportandolo ai giorni che stiamo vivendo per la guerra russo-ucraina, alle ricadute che le conseguenze di questa drammatica tragedia possono avere su economia e società in Italia.

Ricordo che questi due discorsi Berlinguer li tenne a gennaio del 1977 quando, specialmente in Italia, non si era ancora usciti dagli effetti devastanti della crisi internazionale delle fonti di energia e il ricorso a comportamenti “austeri” sembrava un importante mutamento delle caratteristiche della crescita economica. E lo ricordo per invitare a riflettere su quanto potrà accadere se e quando, perdurando la guerra con le sue restrizioni sulle importazioni di fonti primarie di energia (il gas dalla Russia), l’Italia dovesse fare i conti con una crisi economica dagli aspetti simili a quelli del 1974.

«L’austerità non è oggi un mero strumento di politica economica…Per noi l’austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato». Questo, tra l’altro, diceva agli intellettuali a Roma aggiungendo che l’austerità può essere un’occasione «per uno sviluppo economico e sociale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia: in una parola, come mezzo di giustizia e di liberazione dell’uomo e di tutte le sue energie oggi mortificate, disperse, sprecate».

Il “trionfo” della ecologia della politica

Sulla stessa linea a Milano, quindici giorni dopo, all’assemblea degli operai comunisti, affermava che «L’austerità è un imperativo a cui oggi non si può sfuggire… è, sì, una necessità, ma può essere anche un’occasione per rinnovare, per trasformare l’Italia… L’austerità comporta restrizioni di certe disponibilità a cui ci si è abituati, rinunce a certi vantaggi acquisiti: ma noi siamo convinti che non è detto affatto che la sostituzione di certe abitudini attuali con altre più rigorose e non sperperatrici conduca ad un peggioramento della qualità e della umanità della vita. Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana».

La pandemia climatica

Non c’è la parola ambiente, parola che sino ad un mese fa non esisteva nemmeno nella Carta costituzionale, ma è il “trionfo” della ecologia della politica, se così mi è consentito di dire.

E, secondo me è quello che conta. Perché è con quella (l’ecologia della politica) che si può affrontare in modo vincente la questione ambientale

Noi oggi viviamo due pandemie: quella del Covid19 che, come insegna la storia finirà, alla peggio diventando un’endemia. L’altra è la pandemia climatica la quale, al contrario, potrebbe non finire e non ci sarebbe endemismo che tenga per la sua convivenza.

E qui, tornando all’inizio, si incontrano scienza e ambiente, Greco e Berlinguer.

Perché se a vincere deve essere l’ecologia della politica questo può avvenire solo se la scienza, nel suo rapporto con la Società diventa anche rigorosa comunicazione e conseguente corretta informazione delle caratteristiche delle due, soprattutto la seconda, pandemie; delle cause e delle responsabilità della loro nascita e del loro rafforzamento; del ruolo importante che a braccetto con la scienza la politica – a livello planetario come a livello locale- può e deve svolgere per evitare il suicidio dell’umanità.

Ugo Leone

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