Sul Corriere di ieri, con Antonio Polito, e in diversi interventi scritti e televisivi della dilagante attività di Paolo Mieli ovvero il Pensiero unico nella Storia, per la Rai massimamente, l’arruolamento è il più totale.
Che la tragedia di questa guerra sia una responsabilità di Putin, senza alcuna scusante o attenuante non è contestato da alcuno nel nostro paese.
Tanto meno a sinistra.
La solidarietà, attiva e operosa, con il popolo ucraino è totale e corale. Come è giusto che sia di fronte alle sofferenze, alle devastazioni, alle morti di una invasione insensata.
Eppure ai nostri professori e professanti di atlantismo a pieni carati non basta: guai – pur a partire, ripeto, da queste acquisizioni comuni e sacrosante – porre qualche dubbio su che cosa possano fare l’Europa, l’ONU, la società civile; avanzare proposte per un loro ruolo attivo per costruire un terreno di confronto politico, per individuare nuovi contenuti e nuovi orizzonti per una politica di sicurezza che va riscritta alle fondamenta per essere effettivamente comune, per una idea di Europa non rattrappita e chiusa su se stessa.
Guai ad affermare che inviare armi all’Ucraina non è la cosa più intelligente da fare, non è il modo più concreto per aiutare quel popolo a fermare la violenza russa e ad avvicinare la pace.
No. A questi aedi dell’Occidente, non va giù.
Altera il loro schema ideologico, devono forzare la realtà per farcela rientrare.
E allora giù bacchettate a destra e a manca.
Gli scatta sempre lo stesso riflesso condizionato di quando di là, oltrecortina, c’erano i Russi rossi.
Illustri, ma vi siete accorti che Putin è certo un Russo ma non certo un Rosso? Vi siete accorti che dopo l’89 avete rinunciato ad immaginare una Europa fattore di evoluzione democratica su scala globale e capace di spingere per costruire una idea nuova di sicurezza, comune e buona dal Portogallo agli Urali, come gridava il movimento pacifista degli anni ’80?
E quel movimento lo gridava quando c’erano ancora i Blocchi, quando sembrava impossibile.
E invece era già la strada.
E così, quando è crollato con quel muro quel mondo incartapecorito e ripiegato su se stesso, Esimi, voi, e tanti altri come voi, invece di lavorare per cogliere la straordinaria opportunità che si apriva, avete concorso, con le vostre riflessioni sempre ben confezionate e garbate, a consolidare una strategia che ha rilanciato un mercato selvaggio e un nazionalismo esasperato.
E Putin è il simbolo di questo nazionalismo estremo, delle logiche di potenza, di un processo di riarmo che non si è mai fermato, di un mercatoprofitto unificato globalmente, di una oligarchia oscena nella sua ricchezza debordante, a Est come a Ovest.
E Putin è l’altra faccia dell’idea di una Nato dilatata oltre gli stessi confini di quando c’era la Guerra fredda.
E insieme, l’uno e gli altri, ci stanno portando a nuovi muri, a baratri difficilmente colmabili.
Del resto dopo la Guerra fredda già nel cuore dell’Europa la guerra l’avevamo già vista nella ex-Jugoslavia e negli stati etnici lì fomentati e costruiti.
Quindi, questa volta, una volta tanto, risparmiateci le vostre lezioni sulla storia e le vostre critiche contro fantasmi e fatevela voi, se possibile, una sana autocritica.
E se proprio non riuscite, almeno, una volta, si può anche tacere.
In tutto questo, PD non pervenuto. Ovvero, se Mieli e Polito hanno messo l’elmetto, di elmetti il PD ne ha messi due.
Ahhh, quanto ha ragione Michele Santoro: ce lo date un Partito vero per la pace?
Gianfranco Nappi
Continuo a non essere proprio d’accordo. Inutile prendersela con i vari ‘cantori a comando’. Piuttosto far venire fuori con chiarezza quali sono gli interessi economici dei padroni dei loro giornali, delle elites finanziarie americane ed europee, insomma i perché di questa guerra apparentemente incomprensibile.
Scusa Roberta, ma ho difficoltà a comprendere il tuo dissenso. E’ evidente che gli ‘opinionisti’ esprimendo un punto di vista in linea con il pensiero dominante, hanno alle spalle, pur nella loro libertà di pensare e di dire, i loro giornali, le proprietà di questi giornali, gli interessi che rappresentano. E siamo d’accordo. E siamo anche d’accordo che vi sono chiare responsabilità Americane, Nato ed anche Europee nel determinarsi di un clima che ha reso possibile poi lo scatenarsi di questa guerra. Quindi, dov’è il dissenso? A meno che, ma ho difficoltà a pensarlo, tu non voglia dire che sì, in fondo, Putin, pur con le sue responsabilità una ragione ce l’ha. No. La guerra non può avere una ragione. Putin avrebbe ed ha mille strumenti, politica, diplomazia, confronto, idee, costruzione di alleanze, per rivendicare le sue ragioni senza dover invadere un paese scatenando una guerra. In questo senso, insisto, davvero l’uno, Putin, e gli altri, USA con Europa disorientata, mi sembrano uno lo specchio dell’altro e alimentano vicendevolmente la tragedia di un circolo vizioso.
Io non sono ‘né … né’. In realtà penso che nessuno lo sia. Mi delude molto Polito, Mieli beh … che novità? E’ allucinante dare uno sguardo all’informazione italiana (con qualche rara eccezoone). Dunque gli interessi economici, e quindi politici, dietro questa ‘inspiegabile’ guerra sono fortissimi. Concentriamoci a far emergere questi, fortissimamente questi.
… E qualche parola sui ‘comizi’ di Zelenski?
Sta passando l’idea, è stata fatta passare, che essere per la pace è essere per l’Ucraina. Non è così. Bisogna ascoltare le ragioni di entrambi se si mira (davvero) alla pace. Ma tutti gli attori in campo,in Occidente, hanno questo obiettivo???
Ho letto con molta attenzione due volte il pezzo di Gianfranco e il confronto nato con Roberta ed ora, finalmente, sento la necessità di scrivere qualcosa pure io….questo per me conferma la complessità – tuttora pericolosamente incandescente – della “guerra”/”operazione miltitare” in Ucraina nella amara consapevolezza che a noi giunge una parte della verità- manipolata e ora aggravata dalla terribile censura in Russia e che – come sempre – molti soprattutto in TV e sulle pagine di alcuni quotidiani sanno indossare il vestito di esperti / saggi ( ….e alla fine sono sempre gli stessi) ruolo che ripresentano si in ogni stagione, ma soprattutto nelle emergenze. C’è da meravigliarsi? Assolutamente no: basta prendere atto come è stata alimentato il vuoto.di memoria storica e il disinteresse per i fatti internazionali (assopiti come un magma che poi esplode) e il concentrarsi sugli interminabili nostri grovigli elettorali…..io credo che in ogni caso è fondamentale riuscire – anche con gli incerti negoziati – porre fine ai bombardamenti che stanno distruggendo in tutti i sensi città con i loro simboli ma soprattutto persone e bambini, basta all’incursione di missili e alla guerra di trincea con l’inquietante preoccupazione che ” l’incidente non previsto” faccia scoppiare il peggio del peggio….per poi dare terreno per un ricominciare irto di inedite difficoltà nazionali, internazionali, mondiali,( analisi, proposte condivise o no per arrivare almeno ad iniziali soluzioni che creino stabilità costruttiva) certamente in una ricomposizione geopolitica, economica e civile tutta da ricomporre……renderanno possibile tutto ciò?…..Stiamo fra la gente di varia formazione ed età, di diverse opinioni e sentimenti, ricca o che tende alla povertà o già povera, consapevole troppo o volutamente inconsapevole, onesta e disonesta, italiana e non … e forse sentiremo di più l’urlo NO ALLA GUERRA SENZA SE e SENZA MA forse ancora più forte e disperato.