Dopo il voto amministrativo, avviare una riflessione ponderata su quanto accaduto non solo è necessario ma anche doveroso per tentare di dare conto delle scelte fatte e degli argomenti sostenuti. Quindi ha ragione Gianfranco Nappi nel cimentarsi nell’avvio di questa riflessione. Il segno politico di quanto accaduto è sicuramente positivo registrando i risultati soprattutto nelle grandi città con la sconfitta innegabile delle proposte di una destra considerata fin qui inarrestabile. Ma dobbiamo partire da Napoli e dalla Vittoria netta di Gaetano MANFREDI e dalla sconfitta, non solo del centrodestra ma anche di Antonio Bassolino .
Bassolino si era presentato per diventare Sindaco scommettendo su un primato anche identitario con la città e su una connessione sentimentale con la stessa in rapporto con l’autorevolezza della sua proposta. L’entusiasmo e la mobilitazione che ha accompagnato la sua lunga campagna in qualche modo giustificava e avvalorava questa sensazione, parsa confermata dalla buona riuscita della manifestazione di chiusura a Piazza del Gesù. I limiti evidenti dei profili dei suoi competitori giustificavano un ottimismo ragionato. Certo non prevedendo chissà quale risultato ma un ballottaggio possibile. Il difetto di percezione si è scontrato con il fatto che questo atteggiamento riguardava una parte minoritaria della città. Alla luce dei fatti possiamo ben dire che non c’è stata nessuna attivazione di consenso aggiuntivo dal vasto mondo dell’astensionismo che anzi si è rafforzato ed esteso soprattutto nelle periferie, come e di più di altri territori. La tesi complottista del patto Bassolino/ destra si è dimostrato un un’enorme bufala. Anzi, ha pesato su di lui una leggenda negativa tanto diffusa quanto infondata. Quindi, in coscienza, dobbiamo ammettere, devo ammettere di non aver capito. Come è capitato spesso negli ultimi anni a chi ha frequentato i contorti giri della così detta ” sinistra radicale “, abbiamo subito uno sguardo distorto che ha fatto di noi un’elite . Il peggiore difetto, per me, per un militante della sinistra. Dove era il popolo minuto, in maggioranza, non siamo arrivati.
Detto questo, l’impresa di Bassolino resta eccezionale, forse proprio perché ho frequentato le doglie della sinistra non PD. L’otto per cento di consensi produce una soggettività politica nel nuovo Consiglio comunale, pari alla forza delle grandi organizzazioni politiche nazionali. Per inciso faccio notare che la lista ” Napoli Solidale ” la famosa ” terza gamba ” della coalizione prende meno voti della prima lista civica di Bassolino e che la rappresentanza del Mov. ARTICOLO 1 sparisce dal Consiglio comunale. Il Pd diventa, con il 12 % il primo partito ma resta, nonostante il lavoro encomiabile dei compagni Sarracino e Mancuso, un partito/costellazione in cui convivono tante cose che alle volte è davvero difficile tenere assieme.
Si potrebbe continuare con considerazioni sulla Clemente e sulle altre realtà presenti in Consiglio. Quello che risulta evidente e che il ruolo e l’autorevolezza di Antonio Bassolino nei prossimi mesi potrà risultare prezioso per Napoli e non solo per la città ed il lavoro svolto dal comitato assumerà il giusto peso politico che merita. Spero che Bassolino, appena possibile, promuova momenti collettivi di approfondimento con la consapevolezza che, sia detto di passaggio, ci tiene assieme.
di Pasquale Trammacco
Condivido pienamente … le riflessioni e le analisi richiedono rigore ed onestà sugli “errori di percezioni” e non solo, di quanto sia necessario superare “schemi mentali ” e metodologie validi nel passato ma non più adeguati e produttivi nell’oggi.
Credo che stia diventando finalmente chiaro un certo “potere negativo dei social ” a livello di movimenti sociali, dell’uso strumentale, narcisista e emozionale che diventa pericoloso nell’accentuarsi di consensi ben manipolati per creare movimenti genericamente “contro”, .”soffiando il fuoco” su ignoranza, scarsa consapevolezza civile nella risoluzione di problemi concreti, “dovere di ribellione” e diffuso senso di impunità