Nel crepuscolo del 27 febbraio 2020 – mentre fuori imperversava un’ interminabile pioggia – nella sala del Museo del Corallo di Casa Ascione, il mitico gruppo di Putéca Celidònia ci trasmetteva entusiasmo e intrigante curiosità nel condividere con noi le loro idee, i valori del teatro, i progetti in cantiere e la gioia di dare vita proficuamente a laboratori con bimbe e bimbi, sperimentando belle attività e gratificanti modi di comunicare nel “Vicolo della Cultura” della Sanità. L’incontro con i giovani coraggiosi artisti era stato promosso dall’Associazione VIS ROBORIS e Rivista InfinitiMondi, in un pomeriggio molto vicino al 3 marzo, pomeriggio in cui è stato realizzato lo spettacolo teatrale “Non c’è differenza tra me e il mondo” del 3 marzo al Ridotto del Teatro Mercadante. Felicissimi i protagonisti – bambine e bambini frequentanti la Scuola di Teatro di Vico Montesilvano 4/5. Incisivo l’orgoglio di Clara Bocchino, Marialuisa Diletta Bosso, Emanuele D’Errico, Teresa Raiano, Dario Rea e Umberto Salvato perché “ce l’avevano fatta” con i migliori risultati. Annientata la fatica inenarrabile dei giorni precedenti e pronti per altri voli.
Poi…dal 9 marzo 2020 “fermata totale” ed obbligo del “distanziamento fisico“ – inizialmente definito ”distanziamento sociale” – e sempre più un fluire di inedite preoccupazioni, di inarrestabili sospensioni, di sentimenti ed idee al di fuori di ogni previsione. Forte – come forza che unisce – è il coraggio del gruppo nel guardare, scrutare e andare oltre.
Oggi, nel crepuscolo del 27 febbraio 2021, mi arriva sul cellulare un comunicato stampa di Putéca Celidònia. Prende spazio il desiderio di riaprire con immediatezza – da remoto – un dialogo con Putéca Celidònia per respirare rinnovata tenacia, imprevista maturità non solo artistica, spessore creativo ancora più accattivante. Cerco Clara Bocchino, espressione della voce corale del gruppo. Dopo alcuni minuti, il nostro comunicare compone un’intervista con un susseguirsi di reciproci messaggi tramite whatsapp.
• Il 27 febbraio 2020 VIS ROBORIS e InfinitiMondi hanno dato vita ad un interessante e vivace incontro con Putéca Celidònia: tanti progetti teatrali in itinere e vitalità proficua nei vostri laboratori con le bambine e i bambini del Vicolo della Cultura…dopo 10 giorni la prima
“chiusura totale” ed obbligo di ” distanziamento fisico”. Racconta, Clara, della vostra prima reazione concreta con il ventaglio delle emozioni e preoccupazioni?
Clara Bocchino: La prima reazione concreta è stata non abbatterci e fare del nostro meglio anche a distanza in quanto a creatività, studio e progettazione. Con i bambini del laboratorio abbiamo fatto alcune attività a distanza, ovviamente non teatrali in senso stretto dal momento che è molto complicato fare attività in piattaforma con dei piccoli attori, già molto occupati davanti ad un PC.
Abbiamo avuto la capacità di mantenere i rapporti fortunatamente e
D.A.D – DIMENTICATI A DISTANZA – è l’ultimo progetto che abbiamo ideato per proseguire in qualche modo la nostra formazione.
Come gruppo abbiamo provato l’ebbrezza di “provare” a distanza per uno spettacolo poi non andato in scena, di creare e stimolare il lavoro attraverso diversi metodi e, nonostante tutto, qualcosa di prezioso ci è rimasto. Non ci siamo fermati in quanto ad idee e progetti!
• Clara, credo che la ” fermata fisica” non abbia fermato la vostra coraggiosa creatività e il vostro impegno etico e professionale verso i minori più svantaggiati…quindi come avete reagito ad ogni forma di difficoltà inedita, particolarmente pesante per voi tutti giovani?
Clara Bocchino: Affermare che non abbia fermato per nulla sarebbe una bugia.
Non ha di certo però frenato le idee, la nostra voglia e la nostra progettualità che guarda anche più lontano nel tempo ed in sostanza, dunque, non ha fermato il nostro impegno etico e professionale. Momenti di sconforto li abbiamo vissuti, anche perché, bisogna dirlo,
le istituzioni non ci sono state e non ci sono concretamente vicine ma grazie alla collaborazione con Opportunity non ci siamo del tutto bloccati attraverso un lavoro di squadra, facendo azioni sul territorio creative e sociali.
• Avete fatto scelte strategiche ben precise per mantenere vitale e produttiva Putéca Celidònia ?
Clara Bocchino: Abbiamo potenziato la nostra organizzazione interna, abbiamo impiegato il tempo a casa per ragionare su come rendere più proficue le nostre inclinazioni personali e quindi le nostre energie nel lavoro di compagnia teatrale. Ci siamo affidati, arrabbiati, confrontati, sopportati e voluti bene. Tutto il necessario insomma per un lavoro di gruppo non sempre facile e sempre da accrescere.
Abbiamo ragionato su come dare spazio alla creatività individuale a servizio della poetica del gruppo e dei suoi obiettivi, come vorremmo fossero le comunità.
• In questo singolare anno si è dato grande spazio mediatico ai grandi teatri e alle compagnie famose…ma voi non siete mai stati in silenzio, oggi più che mai nella consapevolezza che il tunnel della pandemia non è alla fine…esprimi vostre valutazioni e vostre linee progettuali. Comunicaci le iniziative artistiche già in cantiere.
Clara Bocchino: In compagnia abbiamo sempre tenuto fortemente presente la singolarità di quest’anno ed è per questo che abbiamo cercato di trasformare tale singolarità fatta di privazione in molteplici possibilità, aprendo i nostri canali artistici più che mai, anche scoprendo nuovi metodi. Se prima era fondante in noi il contatto diretto con ogni nostro
lavoro, durante questo anno abbiamo lavorato da lontano immaginando e progettando ogni minimo dettaglio; abbiamo cercato di non abbandonare mai artisticamente i nostri bambini,
come dicevamo nei limiti del possibile, lanciandoci infiniti stimoli. Adesso il nostro ultimo progetto D.A.D., DIMENTICATI A DISTANZA, li vede come sempre protagonisti di un viaggio verso il nuovo, fatto di incontri dalle mille domande sotto forma di interviste.
Nel frattempo abbiamo con nostra immensa gioia piantato un seme all’Istituto Minorile di Nisida, dove sembra che tutti i nostri sforzi ci dicano che stiamo facendo la cosa giusta.
Insieme con cinque ragazzi dell’Istituto cercheremo di portare in scena T’APPÒ MUNNO?!, uno spettacolo che ha l’obiettivo di raccontare la storia del mondo in vari colori, i loro.
Abbiamo tenuto un laboratorio dal titolo KOMOREBI con ragazzi provenienti da un altro continente abbattendo attraverso il teatro il limite linguistico, pur avendo a che fare con le distanze necessarie di questo momento storico. È stato linfa vitale in un periodo buio.
Per quanto riguarda le nostre produzioni e idee di spettacolo siamo in grande e deciso work in progress, cercando di declinare al meglio possibile quelle che sono le limitazioni esteriori ed interiori di questo periodo. Adesso stiamo lavorando ad un progetto su Romeo e Giulietta,
in coproduzione con il Teatro Sannazaro e con la regia di Benedetto Sicca.
Insomma, non bisogna mollare.
• Tue vostre proposte per non spegnere le luci di progetti professionalmente ambiziosi, anche per non voler mai spezzare il rapporto vitale e culturalmente valido soprattutto dove
emerge più incuria sociale e povertà dalle sfaccettature più varie.
Un vostro specifico messaggio alla Politica di rinnovamento reale di cui la nostra Napoli ha tanto bisogno.
Clara Bocchino: La politica è potente e bella come il teatro, il teatro è potente e bello come la politica…però quella vera e sincera.
Napoli pullula di arte e bellezza e noi ci auguriamo che la Politica, così intrinseca per natura al tessuto sociale e a tutte le categorie – se così vogliamo definirle – volga sempre più il suo sguardo e la sua attenzione dove c’è bisogno e dove nascono i fiori, perché se nascono vuol
dire che è assolutamente necessario nutrirli quei fiori per mantenerli.
Napoli e la Campania quindi hanno bisogno di PRESENZA ISTITUZIONALE.
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Comunicato stampa di Putéca Celidònia di domenica 28 febbraio 2021
I bambini del Vicolo della Cultura non si fermano. Lo stato ha dimenticato la cultura ma loro no.
DOMENICA 28 FEBBRAIO sarà disponibile sui canali social di Putéca Celidònia la prima intervista di D.A.D. – DIMENTICATI A DISTANZA.
La compagnia teatrale Putéca Celidònia porta avanti un progetto di rigenerazione culturale nel Rione Sanità di Napoli, partendo da un laboratorio di teatro gratuito per i bambini del quartiere che purtroppo da un anno non può essere svolto nella sua naturale forma: in presenza.
È per questo che nasce D.A.D. – DIMENTICATI A DISTANZA, un format che prevede una serie di interviste ad alcune personalità della scena culturale nazionale.
A condurre l’intervista sono proprio i bambini del laboratorio di teatro, i quali mettendosi in gioco e in sincero confronto attraverso domande frutto della loro curiosità ma supervisionati dai loro insegnanti di teatro, dialogano con l’intervistato spaziando dall’arte alla scienza, dalla politica alla poesia, dai sogni alle paure.
In un periodo di tale “distanza culturale e formativa” D.A.D. costituisce un reale momento di confronto, scoperta ed espressione in una modalità così edita ed inedita allo stesso tempo.
Il dialogo/incontro si conclude con la proposta del bambino all’artista di scrivere una lettera ad un ‘dimenticato a distanza’ a sua scelta, qualunque sia per l’artista il proprio significato di ‘dimenticato’.
È un modo per mettere al centro i dimenticati di questo periodo.
È un inno alla cultura, all’infanzia, agli operatori dello spettacolo, agli artisti.
Noi ci siamo e vogliamo ricordarlo.
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Rosanna Bonsignore