di Luigi Agostini
Alcuni sostengono che uno dei primi a coniare la parola Socialismo sia stato G. Leibnitz Matematico e Filosofo.
Viene da riprendere una sua celebre esortazione davanti ad una comunicazione dell’ENI sull’ultima pagina di Limes, di qualche mese fa, l’Eni annuncia che nel Green Data Center di Ferrera Erbognone, è entrato in funzione l’HPC4, uno dei Super Computer più potenti al mondo, capace di svolgere fino a 22,4 (ventidue, quattro) milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo, capace con lo sviluppo della matematica algoritmica – dice sempre l’Eni – di rendere le attività più veloci, efficienti e sicure.
Ogni realtà è Numero, diceva Pitagora, e mai tutto come oggi si concentra nella Potenza di Calcolo.
L’Eni, la più grande impresa pubblica italiana, si è dotata di uno dei Supercomputer più potenti del mondo.
Quali effetti ha tale balzo tecnologico nella vita complessiva dell’impresa, a partire dalla organizzazione interna, agli effetti sociali, sindacali ecc?
A quando (tra parentesi) una Ricerca degli Uffici Studi del Sindacato sulle conseguenze di tale balzo?
In una notevole intervista De Scalzi, presidente dell’Eni, illustra a grandi linee il grande balzo: 1500 ingegneri e ricercatori, che servono e costruiscono gli algoritmi per i suoi obiettivi di calcolo, riduzione drastica del costo per la ricerca di idrocarburi, enorme vantaggio competitivo, con conseguente strategica dei suoi algoritmi: segretezza militare.
L’Eni rappresenta il caso più concreto, per affrontare questioni di fondo, questioni che vanno dal modello di organizzazione produttiva al modello di organizzazione sociale.
Sorgono alcune inevitabili domande su diversi temi: a) la potenza di calcolo e la potenza produttiva; b) la potenza di calcolo e la proprietà della potenza di calcolo; c) i calcolanti ed i calcolati.
A partire da una considerazione di fondo: La rivoluzione tecnologica in corso, dentro l’involucro della diffusione gratuita e molecolare tende naturaliter alla concentrazione del potere e del comando.
Non di transizioni da un modello tecno-economico ad un altro si tratta, come è avvenuto in tanti passaggi storici, ma dell’avvento di un mondo nuovo: il mondo dell’Infosfera.
La concentrazione del comando configura un passaggio storico per la stessa materia prima su cui si esercita: il controllo dei dati.
L’affermarsi del Capitalismo della Sorveglianza come viene definito nello splendido libro di S. Zubof.
Una concentrazione del potere mai vista, dietro lo schermo della funzionalità e della gratuità, concentrata in oscuri Consigli di Amministrazione che hanno accumulato una potenza tale da proporre una moneta mondiale, cioè di battere moneta quello che una volta era la prerogrativa dello sovranità dello Stato.


Si sta avverando quello che il Genio di Marx aveva previsto nel famoso capitolo dei Grundrisse sulle Macchine.
Sorge una domanda strategica: tale potenza tecnologica può rimanere in mani private, oppure come invocava lo stesso Marx, diventare proprietà pubblica, general Intellect a disposizione di tutti? Della Società?
Tale potenza sta rivoluzionando, ma soprattutto determinando tutti gli aspetti della vita, l’intelligenza stessa.
Con un volo paradossale, il Gosplan da Mosca si è trasferito nella Silycon Valley; dal pallottoliere (le tavole intersettoriali di Leontief), al microprocessore, dotandosi di una infinita potenza di calcolo; da socialista a capitalista; da pubblico a privato.
Tecnologie della libertà si stanno trasformando in tecnologie della sorveglianza, su cui e con cui si sta costruendo un Potere anonimo, fuori da ogni possibilità di controllo, in marcia verso una società totalitaria.
Può la Sinistra limitarsi alla questione della tassazione dei superprofitti generati da tale capitalismo, come se ci si trovasse di fronte ad imprese qualsiasi, ad un semplice passaggio tecnologico e alla sua generalizzazione, come avvenne con il Fordismo, e non invece offrire una chiave di lettura generale su tutte le implicazioni che tale valanga tecnologica porta con se? Implicazioni sulla produzione, sulla distribuzione, sul consumo, sul modello sociale, sul lavoro e l’intelligenza, sulla democrazia politica come insegna già Cambridge Analytica.
Anche un conservatore come H.Kissinger vede la necessità imperiosa di definire una chiave di lettura generale, di una riflessione su questo questo inoltrarsi delle nostre società nella Iperstoria, senza una riflessione teorico-culturale adeguata alla altezza della questione.
D’altro canto la potenza di calcolo che sprigiona dalla rivoluzione informatica riattualizza la questione del Socialismo, di una nuova forma di Socialismo, capace di incarnare la eterna aspirazione dell’uomo di governare la propria storia.
E’ matura una chiave di interpretazione generale di questa nuova Marca di capitalismo.
Solo una chiave di lettura generale della Sinistra, da’ un senso ai tanti particolari momenti di intervento sull’avanzare di tale nuovo mondo.
Chi e come si siede di fronte all’Eni, ad Amazon ecc. per discutere, contrattare gli algoritmi?


L’Eni è una delle poche aziende pubbliche che si è salvata negli anni novanta dalla furia dei privatizzatori. (a Sinistra avemmo persino la teorizzazione delle privatizzazioni come occasione e strumento per creare il capitalismo “popolare” e relativi capitani coraggiosi).
Ma restiamo alle domande. a) Risulta evidente il nesso ormai assolutamente determinante tra scienza-tecnologia-produzione e la direzione che deve prendere una politica di Investimenti concentrata sulla Ricerca e sua Organizzazione; b) Risalta in tutta evidenza la questione della Proprietà, della Proprietà Pubblica o Privata delle Macchine in cui è concentrata tale potenza di calcolo: se tale potenza di calcolo si esercita sui miliardi di dati inerenti alla vita quotidiana di milioni di cittadini (pensioni, salute, istruzione ecc), chi, se non il Pubblico può essere garante della privacy, della stessa vita democratica dei cittadini? non ha senso alcuno quindi, la proliferazione di società private (fondi integrativi, studi privati, medicina privata ecc).
Già oggi l’INPS ha la potenza di gestire le pensioni dell’intera Europa. Per non parlare della Sanità in cui l’attività quotidiana è regolata da protocolli elaborati dal processare miliardi di dati.
c) Calcolanti/calcolati: Un tema centrale, specie per la Sinistra.
Di sinistre ne esistono tante ma alla fin fine le sinistre possono ridursi a due: quella dei Privatizzatori e quella che assegna al Pubblico un ruolo strategico.
La potenza di calcolo sposta ogni giorno sempre più il Discorso nella direzione del Pubblico, del ruolo che il Pubblico è chiamato a svolgere : non un ruolo residuale del Pubblico di fronte ai Fallimenti del Mercato, come gli orfani di Blair ancora sostengono, ma di un Pubblico stratega dello Sviluppo economico e sociale.
La potenza di calcolo è troppo potente per lasciarne il governo – lo scettro – nelle stanze chiuse, private, di un Consiglio di Amministrazione.
La rivoluzione informatica che sembrava marciare all’unisono con il capitalismo liberista, potenzialmente apre la via al suo superamento.
Sta ad un Nuovo Socialismo cogliere l’occasione e la sfida.
Un vecchio detto recita che i popoli imparano la geografia con le guerre e l’economia con le crisi. Le crisi, come le guerre, tra i tanti effetti tragici hanno anche un effetto di igiene mentale.
La grande crisi del 2007, se non altro dimostra la funzione insostituibile dello Stato come ombrello protettivo. Stato nazionale e Stato Europeo(se ne saremo capaci).
La strutturazione, la manutenzione, la innovazione dello Stato , non può che rappresentare la questione primaria di una comunità e quindi della politica. Una considerazione generale ed una specifica: tutto ormai dimostra che la riforma continua dei grandi apparati avviene soprattutto per via tecnologica.
Ha ottenuto, per questa via, più Billia ultimo grande manager pubblico, all’INPS e all’Inail, che tutte le perorazioni e minacce ripetute contro il lassismo dei pubblici dipendenti.
Ma allora la domanda: perché il supercomputer all’Eni e non anche nelle principali branche dello Stato? (sanità, Scuola ecc).
Osservazione specifica: Asor Rosa nel suo splendido ritratto di Machiavelli, torna sulla principale tendenza negativa italiana: il Particolarismo, il Particulare. Particolarismo che si traveste in una infinità di modi. Modi che sarebbe lungo elencare ma che hanno in comune un unico effetto: una Comunità sempre più disarticolata; un comun denominatore: indebolire lo Stato per servirsene per scopi particolari.
Negli anni novanta tutto questo ha portato ad un marginalizzazione sempre più spinta del Paese.
Un Paese senza vertebrazione.
La grande crisi del 2007, con la grande domanda di Protezione, ha portato ad evidenza il fallimento della stagione della Privatizzazione.
Quanto a questo processo di indebolimento – invece che di riforma dello Stato – abbia contribuito la privatizzazione del rapporto di lavoro nello Stato dovrebbe diventare materia di riflessione di tutte le forze, a partire dalle forze sindacali.
Il tempo e l’esperienza per una valutazione ragionata della privatizzazione del rapporto di lavoro, avviata negli anni novanta, – cioè di una via contrattuale alla Riforma dello Stato, – è davanti a tutti. D’altra parte non sarebbe la prima volta che la Caravella parte per le Indie e si ritrova sulle spiagge semideserte delle Americhe.
Nel vuoto di oggi, torna, con fragore, l’invocazione di Leibnitz.

Vuoi ricevere un avviso sulle novità del nostro sito web?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Termini e Condizioni

1 commento

  1. Lo Stato non è struttura eterea ma di persone e, di fatto, tutela interessi particolari al pari di qualsiasi grande azienda qual’è ENI od Amazon, con l’unica diversità d’essere meno reattivo e più ottuso. Non mi tranquillizza una “schedatura” ENI ma nemmeno quella di Stato. Lo Stato da tempo non è più Garante di diritti ma è gestore di possibilità.
    Si comporta esattamente come un monopolista che vuole evitare problemi con l’antitrust: accetta o costruisce finta concorrenza, ma vuole inespugnabile posizione dominante.
    Esagerazione? È sufficiente esaminare l’asimmetria dei diritti della persona rispetto a quelli dello Stato per capire che non è il nostro garante ma è il pericoloso soggetto da tenere sotto controllo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *