Invece bloccare il consumo di suolo e di investire nella riqualificazione urbana, di densificare le città non di nuovi volumi edilizi ma di servizi, spazi di socialità, verde, luoghi di incontro, servizi avanzati, scuole, politiche socio-sanitarie, dello sport e del tempo libero, per gli anziani; invece di contrastare la crisi abitativa che è fatta di prezzi degli affitti che schizzano alle stelle e di progressiva espulsione dagli spazi più vitali delle città per far posto ad una turistizzazione incontrollata e insostenibile; invece di investire sul tessuto di piccole e medie imprese edili dove si concentrano grandi capacità di lavoro qualificato e di ristrutturazione ecologica degli edifici; invece di sostenere l’agricoltura buona,pulita e giusta e di promuovere le Comunità energetiche solidali come azione concreta e strutturale di contenimento dei costi energetiche per famiglie e imprese….invece, appunto, di tutto questo, si imbocca la strada delle grandi opere; dei general contractor che allungano a dismisura la catena dei subappalti e, così, dello spazio alle influenze della camorra; della incentivazione del massimo sfruttamento del suolo con la rendita fondiaria che vede crescere i suoi margini a dismisura.
E alla fine c’è una città sempre meno riconoscibile, sempre meno spazio sociale, sempre più ostile e pericolosa: a cominciare dall’aria che vi si respira.
E allora diciamo a coloro che si professano ecologisti, ambientalisti, democratici, progressisti, di sinistra e che, in Campania, si sono messi in attesa di una sentenza della Corte Costituzionale sembra annunciata per il 9 aprile per decidere sui numeri dei mandati presidenziali mentre nel frattempo, tutto è fermo, tutto tace, nessuna svolta di idee, di contenuti di progetto, di visione è al centro dell’inesistente confronto tra i partiti: e mentre c’è questa attesa, corre invece proprio quella politica nei cui confronti occorrerebbe la svolta e che si condensa in centinaia di cantieri aperti in tutta la Città Metropolitana non per realizzare ciò che serve ma per consumare altro suolo, generare altra invivibilità e ingiustizia sociale, e vanno avanti i mega progetti per realizzare la Dubai napoletana in piena sintonia e accordo tra Regione e Comune di Napoli- Associazione Nazionale Costruttori e dintorni – pezzi di Accademia che ha dimenticato da lungo tempo oramai le sue precipue funzioni sociali – centrosinistra di governo e centrodestra di opposizione...ecco, diciamo visto tutto questo a coloro che dovrebbero rappresentarci che noi ci vediamo il prossimo 3 marzo ad Architettura per discutere di come opporsi a tutto ciò, fare andare avanti la necessaria alternativa,
Lo faremo cercando di proseguire anche il grande impegno di una vita come quello di Sandro Dal Piaz che ci è ancora da esempio.
E non abbiamo nessuna intenzione con Rigenera di rimanere a guardare inerti.
Per la vera e necessaria svolta di idee e di contenuti; di partecipazione democratica contro il sequestro dello Statuto operato dall’attuale Consiglio Regionale.
Gianfranco Nappi
