Se ci si riflette con attenzione è difficile non vedere come la politica sia una scienza abbastanza esatta. E’ difficile non vedere il rivolgimento che è in atto in quell’Occidente che vuole continuare a dominare il mondo ma che al tempo stesso percepisce la sua crisi profonda e cerca vie per riproporlo, questo dominio.

In un futuro in cui invece questo non sarà più possibile nelle forme antiche e senza trovare nuovi equilibri che riconoscano la pluralità dei protagonisti, delle soggettività statuali, delle aree geografiche, l’avvitamento autoritario e di uno stato d’eccezione permanente, dopo lo svuotamento della democrazia pur solo liberale, è già in atto

In questo smarrimento, figlio della crisi della globalizzazione neoliberista, quel popolo disorientato trova a destra una risposta.

Non la trova in una sinistra che appare orfana del vento della globalizzazione ( che pure non recava con se’ il suo segno), del mito di un progresso senza fine ridottosi invece ad un movimento sempre più accelerato e senza fini: i balbettii di Biden più che denotare la difficoltà dell’uomo hanno simboleggiato in questi ultimi anni l’elemento di basso profilo e di mancanza di parole adeguate dei Democratici. Nè la Harris è riuscita a prospettare un movimento sociale di cambiamento.

E, come si vede bene, con l’Italia che guida la tendenza del vento di destra, in Europa la Sinistra appare ancor più senza parole dei Democratici americani.

Di fronte alla radicalità con cui si pongono le sfide nel mondo non è a centro che si vince la partita: è solo alzando il livello del discorso politico e riancorandolo nel profondo della società, nelle inquietudini senza risposte di un mondo popolare largo; è solo assumendo il terreno di un orizzonte e di una prospettiva alternativi che restituiscano speranza e voglia di partecipare che la sinistra può immaginare di recuperare spazio e futuro.

E’ difficile, sia chiaro. Non ci sono retroterra sicuri nè richiami veteroideologici da reclamare ( in Liguria sulla scheda elettorale c’erano simboli con la falce e il martello come non mai….tutti tra lo 0, e lo 0,…..): c’è una nuova critica al capitalismo da attrezzare e da far camminare con le sensibilità del presente, per la quale certo Marx e Gramsci possono essere ancora utili. E’ difficile certo. Non ci sono semplificazioni paganti. E però, se non ti ci metti proprio su questo terreno, se continui a rinunciare, certo non vai lontano ( mai dimenticare che la politica è una scienza quasi esatta….)

Viene dagli USA una ulteriore spallata, di cui peraltro vedremo presto gli effetti nella chiusura protezionistica degli USA, nel riarmo e nell’arretramento da ogni pur timido accenno di lotta ai cambiamenti climatici.

E anche da lì verrebbe quindi una sollecitazione a cambiare passo e strategia qui a casa nostra.

E invece no, qui in Italia, un intero partito e una intera coalizione è, proprio in queste ore, alle prese con il gorgo campano.

Mala tempora currunt.

Bisognerà pur vedere di attrezzarsi, per quanto possibile.

Gianfranco Nappi

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2 commenti

  1. Bisognerà pur vedere di attrezzarsi? Si ma come? formando un nuovo partito che sia realmente di sinistra senza essere prigioniera del passato e di una ideologia fine a se stessa che non paga? Entrare tutti nel PD per vedere in che misura lo si può condizionare per fargli ritrovare la dritta via? Non lo so! Purtroppo ho solo domande angoscianti e nessuna risposta.
    Purtroppo! Gramsci, Berlinguer del XXI secolo, dove siete?

    1. Author

      Amico mio, questo è il problema nel quale ci dibattiamo. E da cui stentiamo a vedere vie di uscita. Ma non per questo dobbiamo smettere di cercare.

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