Pesci piccoli
Alessandro Robecchi
Noir
Sellerio Palermo
2024
Pag. 440 euro 16
Milano. Maggio e giugno 2023. Un furto, un miracolo, una manciata di piccoli
casi polizieschi, vite parallele con possibili incroci. La quasi 42enne donna delle
pulizie Teresa Comelli, sciatti capelli castani e luminosi occhi marrone chiaro,
mentre sta pulendo gli uffici della IGO al terzo piano, per le scale inciampa in
un sacchetto e si porta a casa sessantacinquemila euro, una decina di fogli in
inglese su una diga in Ghana e una chiavetta usb nera. Riceve una paga da
fame e sempre in ritardo, l’ex marito non le paga mai l’assegno, dovrebbe
cambiare la misera stanza, non sa che fare. Il bell’ex prete 40enne, cui ancora
ci si riferisce come don Vincenzo (Delli Frati), e la ritoccata bell’assistente ex
pornostar (anni Novanta) Anna Taranti accolgono sempre più visitatori e
donazioni intorno al portico di una villetta a Zelo Surrigone, a causa della
corona di spine di un loro crocefisso che talora s’illumina, senza apparenti
spiegazione e motivo, e di alcuni malati che sembrano guarire quando vanno
ad assistere o a trovarli. Il caro mitico ironico Carlo Monterossi ha sempre
bisogno di veder vivere le vite degli altri ed è chiamato in causa sia dai soci
Oscar e Agatina alla Sistemi Integrati (agenzia investigativa non ufficiale),
incaricati dall’ingegner Benaldi per capire qualcosa del furto alla Italiana Grandi
Opere fondata nel 1923 con sede principale nella capitale (e conoscerà Teresa,
dandole pure sostegno e consigli), sia dalla amatissima furba conduttrice
televisiva (del suo originario programma) Flora De Pisis, per un sopralluogo in
vista di una puntata clamorosa, possibilmente con un miracolo in diretta. Il
sovrintendente Ghezzi e l’ispettore Carella hanno ben altro a cui pensare,
devono smaltire denunce arretrate minori, almeno dodici, correre dietro a dei
poveracci che campano di espedienti e frequentemente compiono piccoli
crimini o violano qualche legge (come anche l’ex marito di Teresa).
Il giornalista (spesso argutamente radicale e satirico), autore televisivo (con
Crozza dal 2007) e affermato scrittore Alessandro Robecchi (Milano, 1960)
continua l’ottima serie metropolitana d’alta qualità, inventando ogni volta
notevoli romanzi con differenti impasti culturali storici sociali, ritmati con
matura sapienza. Siamo alla decima godibile avventura della divertente
raffinata epopea monterossiana (2014-2024), giunta tempo fa anche in
televisione (protagonista il bravo attore Fabrizio Bentivoglio): ogni romanzo
costituisce una storia a sé stante, con accenti specifici sui vari personaggi che
poco evolvono in interessi e affetti, autonomi obiettivo letterario e ingegno
artistico. La narrazione è in terza varia al presente, allegramente tragicamente
“noir”. Il titolo, il capitolo 17 (dei 43 complessivi) sulla signora che denuncia la
prostituta del condominio (soprattutto da quanto ci va il figlio) e la copertina
(pesce grande mangia pesce piccolo) riassumono il filo conduttore tragicomico
di tutte le vicende: stando dietro agli sfigati si perdono di vista i pesci grossi, i
veri grandi ricchi potenti ammanicati criminali. Ghezzi e Carella marciano
sempre insieme, concentrati sul lavoro seppur molto diversi. Le cascine di Zelo
Surrigone forse valgono una visita, duemila abitanti in mezzo ai campi coltivati.
Carlo è ovviamente consapevole che con Bianca non è proprio amore, lei
comunque fa parte del mondo di Flora, dal quale lui continua a voler scappare.
Questa volta Teresa lo fa confrontare con problemi che proprio non si vedono
là nella Grande Fabbrica della Merda della tv commerciale, le sue strategie
servono finalmente anche ad altro. Bianca glielo rinfaccia, davanti alla bottiglia
di Ribolla Gialla. Lui insiste, è invaghito, e resiste con il solito costosissimo
whisky e con le vecchie canzoni del grande Bob Dylan, che gli danno come
sempre spunti in tutte le circostanze in cui si sente incapace o impotente.
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Anthropica. Viaggio nell’Italia del cambiamento ambientale.
Emanuela Dattolo e Domenico D’Alelio
Ecologia
Hoepli Milano
2023
Pag. 191 euro 22
Cammini. A disposizione. Due bravissimi ricercatori alla Stazione Zoologica Anton
Dohrn di Napoli, la biologa Emanuela Dattolo e l’ecologo Domenico D’Alelio
(1976) hanno realizzato uno splendido volume, illustrato con disegni e foto, su tre
loro bici-viaggi in compagnia di altri scienziati. Ecco “Anthropica”, 1500 chilometri
in tre settimane non consecutive, tra Molise, Puglia, Basilicata, Campania,
Lombardia, Veneto e Trentino. Unire la diffusione delle conoscenze ecologiche al
turismo dolce si mostra uno strumento potente e godibile di conoscenza e resistenza,
di riscoperta e testimonianza, anche per i lettori. Attraverso 15 capitoli, il primo da
Mantova al Bosco della Fontana, l’ultimo da Palagianello a Taranto, si sviluppano
percorsi fisici e narrativi. Chi viaggia lentamente vede e impara, incontra e scambia,
acquisisce soprattutto un fertile modo di comunicare e tramandare paesaggi e scienze,
dando tempo ai processi cerebrali di elaborare le informazioni sensoriali e culturali.
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Parole, paroline, parolone e parolacce. Dall’antichità al Covid. Da cretino a
transgender curiosità e aneddoti intorno a 200 vocaboli della lingua italiana
Michele Serafini
Linguistica
Mursia Milano
2023
Pag. 172 euro 17
Un bel viaggio fra parole “italiane” contemporanee. Poche ciance, facciamo chiari
esempi. Michele Serafini (Pesaro, 1970), linguista di formazione e manager
editoriale, nei 30 capitoli dell’agile manuale “Parole, paroline, parolone e
parolacce” ci aiuta ad affrontare numerosi beffardi interrogativi su parole e modi di
dire di uso (diventato) comune. Inizia con “si fa presto a dire cretino…”, ovvero con
aneddoti, storie, curiosità, leggende e consigli su alcune parole “brutte”: imbecille,
scemo, stupido, cazzata, figata, figlio di mignotta. Poi il buon vento, la questione di
stelle, dare i numeri, punteggiature, traduzioni. Scopriamo così molti significati e
origini che si celano dietro i termini che usiamo, che è preferibile sapere (prima
dell’utilizzo, possibilmente) e non dimenticare. Prima dei ringraziamenti, finisce con
alcune delle filastrocche utilmente imparate da piccoli (forse dal tedesco, viel
strecken, tirarla per le lunghe) e i noti brividi fantasia e paura, orrore e amore.