L’ecosocialismo di Karl Marx
Kohei Saito
Traduzione (dall’inglese) di Emma Lenzi e Mariangela Pietrucci
Filosofia della scienza
Castelvecchi Roma
2023 (orig. 2017; orig. ed. tedesca 2016, come tesi di dottorato)
Pag. 388 euro 22



Il grande filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, scienziato, scrittore, poeta, giornalista e politico tedesco (e chi più ne ha, ne metta) Karl Heinrich Marx (Treviri, 1818 – Londra, 1883) è stato a lungo considerato succube della idea ottocentesca fautrice del dominio assoluto dell’uomo sulla natura. Il presunto prometeismo antropocentrico e antiecologico di Marx è divenuto uno stereotipo diffuso, dato per scontato in chi si collocava a sinistra ed era ecologista nei decenni dagli anni Ottanta in avanti, un po’ ovunque nel mondo. Forse Marx è stato frainteso, però. Si può ricostruire in modo completo e sistematico una critica ecologica al capitalismo negli scritti marxiani, almeno dal 1844 al 1868. Si può, inoltre, comprendere tutta la portata della sua critica all’economia politica solo se non si ignora la sua dimensione ecologica. Marx ci fornisce una delle più utili impalcature metodologiche per indagare le crisi ecologiche come contraddizione centrale dell’attuale sistema storico di produzione e riproduzione sociale. Certo, non fu in grado di completare il proprio sistema di economia politica e alcuni anni fa mancavano ancora alcune essenziali edizioni critiche per le opere successive al 1868. Comunque, Marx non immaginava una visione utopica del futuro socialista, basata sulla crescita infinita delle forze produttive e sulla libera manipolazione della natura, e rivendicava, come compito essenziale del socialismo, sulla base di intense accorte letture di scienze naturali, la regolazione consapevole e sostenibile del metabolismo fra uomo e natura. L’ecologia di Marx non è né deterministica né apocalittica, vi sono punti d’intersezione tra un progetto “rosso” e quello “verde” nel XXI secolo, al quale la teoria marxiana ha ancora molto da offrire.
Il giovane filosofo giapponese Kohei Saito (Tokyo, 31 gennaio 1987), dopo laurea e primi studi nella capitale giapponese, ha molto diligentemente ricercato in Connecticut e a Berlino. Nel 2016 ha pubblicato, basandosi anche su manoscritti ed estratti in parte inediti, la sua tesi di dottorato Nature versus Capital, di cui nel 2017 è uscita la versione inglese rivenuta e corretta; nel 2019 ha curato il volume 18 della quarta divisione della Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA); ha vinto vari premi in Occidente, nel 2020 quello della Japan Society for the Promotion of Science; ha poi continuato a lavorare sui testi originali e cronologici di Marx, insegnando all’università sia in California che in patria; stanno uscendo altri suoi saggi scientifici che hanno dato una svolta sostanziale a un senso comune interpretativo rivelatosi fallace. Partiamo dal suo volume inaugurale. Saito è molto preciso nel contestualizzare la biografia intellettuale di Marx e a presentare criticamente alcuni noti autorevoli interpreti del suo pensiero nel secolo scorso (per esempio Gorz e O’Connor). La prima parte è intitolata “Ecologia ed Economia”, distinta in tre densi capitoli: L’alienazione della natura come genesi della modernità; Metabolismo dell’economia politica; Il Capitale come teoria del metabolismo. In sintesi: Marx sostiene che gli esseri umani si differenziano in modo decisivo dagli altri animali per la loro attività produttiva unica, il lavoro, che genera valore e consente un’interazione “cosciente” e “intenzionale” con il mondo sensibile esterno; la rilevante crisi degli ecosistemi diventa poi attraverso la rivoluzione industriale una manifestazione della contraddizione immanente al capitalismo. La seconda parte è intitolata “L’ecologia di Marx e la Marx-Engels-Gesamtausgabe”, distinta in altrettanti capitoli sugli studi marxiani relativi alle scienze naturali, in particolare attraverso l’agricoltura e la chimica agraria, la geologia, la botanica: Liebig e Il Capitale; I fertilizzanti contro l’agricoltura di rapina?; L’ecologia di Marx dopo il 1868. Le conclusioni riassumono il campo di ricerca degli anni a venire, in parallelo con le prossime pubblicazioni della MEGA. Seguono una ricca bibliografia e l’indice analitico.

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Pietro Ingrao, la ricerca mai interrotta

AAVV.

(a cura di Maria Luisa Boccia, Gianfranco Nappi e Adriano Olivetti)

Politica

Infiniti Mondi Napoli (numero speciale)

32/2023

Pag. 231 euro 15

Italia. 1915-2015. Il caro “Pietro Ingrao” ebbe un’esistenza lunga e fertile. Segnalo tre aspetti personali minori. Nel 1976 fu eletto Presidente della Camera, primo comunista; nel 1979 chiese di non essere rieletto, non è capitato molte volte nella vita di leader (lo fece poi Mandela); fu eletta Nilde Iotti. Nel 1994 pubblicò per Mondadori un libro di poesie, L’alta febbre del fare; ne sono ancora affetto, misto di difetti personali e contesto sociale; nel 1998 lo intervistai a Recanati su Leopardi. Quando mia figlia si è laureata in antropologia culturale concordammo che il regalo sarebbe stato andare insieme a trovarlo nella sua casa romana; ci accolse come al solito con un sorriso curioso. Una bella rivista dedica ora uno speciale alla sua figura, al suo lascito intellettuale e politico, alla sua attualità, con riferimento particolare al Mezzogiorno. Ben fatto! Testi interessanti di Natoli, De Fiores, Cotturri, Gambilonghi, Luciana Castellina, Bassolino, Spataro, fra gli altri.

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Recensione Fine di una storia

Fine di una storia

Graham Greene

Sellerio Palermo

2024 (orig. 1951)

Con una nota di Scott Spencer

Cura e postfazione di Domenico Scarpa

Trad. Alessandro Carrera

Pag. 368 euro 16

Londra. Gennaio 1946. Durante una fradicia serata lo scrittore Maurice Bendrix sul Common (un parco) vede Henry Miles, un alto funzionario. Era dal giugno 1944 che non accadeva, si avvicina e gli chiede come sta la moglie Sarah, ovviamente senza spiegare che erano stati amanti clandestini durante la guerra, finché lei aveva troncato la relazione, all’improvviso. Vanno a bere da lui, il marito spiega le sue preoccupazioni circa la possibile esistenza di un amante della moglie, torna Sarah, si salutano, in Maurice scoppiano divinamente sospetti, invidia, odio. Qualche giorno dopo assolda un investigatore per scoprire gli anfratti e i diari della coppia. Lo straordinario Graham Greene, (Berkhamsted, 1904 – Corsier-sur-Vevey, Svizzera, 1991), giornalista e agente al servizio di Sua Maestà, vissuto in varie parte del pianeta, capace di arricchire il matrimonio cattolico con diverse fidanzate, definì “Fine di una storia” (pubblicato nel 1951, narrato in prima) il suo “Great Sex Novel”.


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