“cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio”
(Italo Calvino, in Le città invisibili, Einaudi Editore, 1972)
Inizia così una “lettera di presentazione” che mi raggiunge nel pomeriggio di domenica 15 ottobre quando tutto diventa più cupo e l’incalzare di oscure nuvole autunnali – cariche di pioggia tanto attesa – si trasforma in una cornice adeguata agli orrori della guerra, ormai dichiarata in medio oriente, tra israeliani e palestinesi dopo il terrificante attentato terroristico del giorno prima. Il potere dei media: ci raggiungono immagini orrende nel rosso del sangue già troppo versato tra i civili con un groviglio di parziali analisi storiche e di strategie/tattiche del presente; compulsive le dichiarazioni in contrapposizione, frettolosi i proclami nel frastuono luttuoso delle bombe e dei lampi dei missili, continui i richiami ad aprire corridoi umanitari, sempre più accorati e assidui gli appelli di Papa Francesco … mentre gli elementari diritti umani sono terribilmente calpestati nel fiume di fatti inimmaginabili tra parole e immagini cruenti di persone di ogni età, non solo israeliane e palestinesi, inermi di fronte a tanto disastro umano e politico. Terribile la sospensione di informazioni sugli ostaggi. La parola bambini domina come un abuso pietistico mentre io mi ritrovo ad immaginare sorrisi di fiori di campo crudelmente schiacciati nei prati coltivati da mani tenacemente laboriose. La condanna dello spaventoso attentato appare netta ma si percepisce ancora inefficace il lavorìo della diplomazia internazionale, si intuisce che il massacro umano rischia di diventare ancora più crudele ed invasivo, si prevedono nuovi posizionamenti geopolitici portatori di vari pericoli oltre ogni confine. Prende spazio la lucida osservazione: non tutti gli israeliani sostengono Netanyahu e non tutti i palestinesi sono Hamas con il suo implacabili terrore “.
Le parole del nostro grande Italo Calvino (il cui centenario della nascita – 15 ottobre 1923 – coincide in una giornata di inedita violenza e di peculiare complessità storica ) diventano per me un ostinato bagliore di razionale speranza e quindi leggo la lettera con singolare avidità :
“cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio”
(Italo Calvino, in Le città invisibili, Einaudi Editore, 1972)
La musica s-velata
I Campi Flegrei, esplorati dai viaggiatori del Gran Tour, e ben decritti nell’opera “Italienische Reise” di Johann Wolfang von Goethe, concepita nel corso del viaggio effettuato nei paesi affacciati sul mediterraneo tra il 1786 e il 1788, rappresentano una vasta caldera in stato di quiescenza, un antico supervulcano in cui le eruzioni si sono avvicendate a partire da 4550 anni fa, l’ultima eruzione risale al 1538. La natura vulcanica di questi luoghi, poggiati su un magma in continuo fermento, non ha tuttavia impedito alle popolazioni approdate in queste terre, provenienti dall’antica Grecia, 700 anni prima dell’avvento di Cristo, di fondare delle città. Città come Cuma, dal termine greco Kyme, le quali, come descrive Calvino nel suo libro “le Città invisibili”, sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio, possono essere felici e col tempo svanire. Furono proprio i greci, per riallacciarsi al tema di questa proposta musicale, ad utilizzare scale musicali differenti a seconda del registro, grave o acuto, definite modi (Harmoniai). Quelle stesse scale modali, i cui nomi trovano la loro etimologia proprio nel greco (Lidia, Ionica, Misolidia, Dorica, Eolia, Frigia, Locria), caratterizzeranno un intero arco temporale, che sottolineerà l’intera storia della musica, per approdare nella seconda metà del novecento al modal jazz.
A differenza della letteratura e delle arti in generale, che si fondano su una infrastruttura sistematica, la musica deve di volta in volta elaborare la propria infrastruttura. Un esempio eloquente è dato dalla musica jazz che, secondo Berendt, detiene tre caratteristiche essenziali: lo swing, l’improvvisazione e il fraseggio. Il secondo punto rappresenta forse l’elemento chiave ove, “la premessa per l’improvvisazione nel jazz è che l’improvvisatore, compositore e interprete siano riuniti nella stessa persona”, ne consegue che solo nel momento dell’esecuzione di un brano, attraverso il colore del suono dello strumento, si svela il messaggio musicale.
Questa considerazione è la base su cui si fonda la proposta dell’Associazione di Promozione Sociale “Jazz and Conversation” che, in aderenza al progetto “Città (in)visibili”, promosso nell’anno del Centenario dalla nascita di Italo Calvino, si prefigge di coniugare paesaggio, letteratura e musica, evidenziando le vocazioni letterarie e musicali dei luoghi come strumento di valorizzazione. La collaborazione con il Parco archeologico dei Campi Flegrei, istituito dal MiC con DM 23 gennaio 2016 e costituito da 26 siti archeologici presenti sulla vasta area denominata Campi Flegrei, rappresenta una costante nei progetti dell’associazione J&C, affinchè la musica diventi veicolo di condivisione e allo stesso tempo pretesto per indagare il territorio e i suoi luoghi, quelli reali e quelli della memoria ed anche in questa circostanza ci permette di vivere una esperienza artistica in un paesaggio unico e suggestivo.
La proposta dell’associazione Jazz and Conversation si articola in un seminario gratuito, della durata di due giorni, destinato ad un massimo di 30 musicisti e studenti dei conservatori e scuole di musica.
Il seminario, condotto dal M° Enrico Pieranunzi, con un programma di sue trascrizioni delle partiture di Domenico Scarlatti, si svolgerà nelle giornate del 21 e 22 ottobre 2023, con sede presso la Sala Congressi del Museo Archeologico dei Campi Flegrei presso il Castello Aragonese di Baia. L’evento si concluderà il giorno 22 ottobre con un concerto per piano e voce del M° Enrico Pieranunzi e la cantante Valentina Ranalli.
Il progetto a Cura dell’Aps Jazz and Conversation è svolto in collaborazione con:
La lettera presentazione è di Antimo Civero, infaticabile cittadino di Pozzuoli che – con e attraverso il jazz – nella sua terra da tempo sa costruire fantastiche reti di incontestabili competenze musicali e di scambi culturali solidamente etici annullando confini geografici . ( vedi “Voci jazz dal vivo tra i reperti archeologici dei Campi Flegrei primavera 2021 dal 22 marzo sui canali social (fb e youtube) dell’Associazione Jazz and Conversation” in InfinitiMondi online, 13 aprile 2021).
Lunedi 16 ottobre 2023: ore 12,36 circa un’ ulteriore scossa di terremoto è ben sentita a Pozzuoli , in tutta l’area dei Campi Flegrei e a Napoli (magnitudo 3,6) mentre leggo una comunicazione scritta di Antimo Civero, con dettagli importanti sul progetto nazionale dedicato a Italo Calvino in luoghi simbolici partendo dei Campi Flegrei. Per me diventa importante rielaborarne una sintesi per InfinitiMondi on line.
L’iniziativa La musica s-velata, programmata nel Castello di Baia il 21 e il 22 ottobre 2023 è un primo importante tassello di un ambizioso progetto “Città (in)visibili” che vuole promuovere un originale connubio tra la musica jazz e alcuni dei luoghi di maggior prestigio artistico, storico e paesaggistico in Italia. Vogliamo potenziare la rete delle Città Creative, con particolare riferimento alle città creative della musica con lo scopo di valorizzare al massimo un legame artistico e culturale che unisca dal Nord al Sud d’Italia alcuni preziosi luoghi di nostre regioni dando vita a un programma virtuoso in residenze artistiche con concerti, visite guidate, attività inclusive e con incontri di alto profilo formativo.
Fonte ispiratrice è stato proprio il libro di Italo Calvino “Le città invisibili” e durante il Centenario della sua nascita con il progetto “Città (in)visibili” vogliamo – mi sottolinea Antimo Civero – comporre un passaggio metaforico e ideale dalle “Le città invisibili” dello scrittore eclettico – di fama internazionale – alle “Città visibili” d’eccellenza nell’ambito della creatività e della cultura italiana. Importante la collaborazione con il Coordinamento Nazionale Città Creative Italiane Unesco perché vogliamo dare vita ad un viaggio per dare risalto alla bellezza delle varie espressioni della comunità culturale nazionale e delle sue specifiche eredità.
E’ bene qui evidenziare:
• la manifestazione al Castello di Baia del 21 e del 22 ottobre ha rilevanza nazionale e il seminario gratuito del M° Enrico Pieranunzi dedicato al genio della musica Domenico Scarlatti è di alta qualità;
• il Progetto “Città (in)visibili” sarà realizzato in undici luoghi di prestigio, di undici diversi comuni, con il coinvolgimento di nove associazioni e sono in programmazione oltre 25 eventi tra residenze creative, produzioni speciali, concerti, visite guidate, incontri per un percorso completo di identificazione, promozione e valorizzazione dello spettacolo dal vivo e della produzione culturale degli specifici luoghi.
Ed io, dopo molti anni dalla prima lettura, riprendo il mio “Le città invisibili” di Italo Calvino tra i tanti suoi miei libri già tanto amati: è il primo tratto di un ri-percorso perché avrò tanto da ri-scoprire e da scoprire della sua grandezza di scrittore e di coerente intellettuale politico perché per me magicamente ha reso l’immaginario in rapporto dinamico, fertile e formativo, con la razionale interpretazione della realtà, del mondo. Per me Italo Calvino ancora ci spinge all’oltre….altri mondi sono possibili.
Rosanna Bonsignore