Lettera aperta al Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi
In questi giorni si celebra l’ottantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli. L’eroismo e lo spirito d’impresa dei ragazzi di Napoli, sostenuti da tutto il popolo, valse la liberazione e la medaglia d’oro alla Resistenza alla città di Napoli. E’ possibile che la nostra città debba sopportare l’onta di una strada, quella che va da Piazza Municipio al San Carlo, intitolata a Vittorio Emanuele III?! Il re fellone, quello che legittimò l’avvento del fascismo al potere nel 1922, quello che controfirmò le leggi razziali, che Mussolini volle in ossequio servile ad Hitler, quello che fuggì da Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, lasciando i romani in balia dei tedeschi invasori! Il governo dell’Italia liberata ne decretò l’esilio in Egitto, prima che gli italiani non decidessero per la Repubblica cacciando via casa Savoia, ed ancora, fino ad oggi, tutti i governi non hanno consentito il rimpatrio della salma, che alcuni vorrebbero, e sarebbe una nuova vergogna, addirittura al Pantheon. Sembra assurdo che Napoli lo onori addirittura con la intitolazione di una strada. Fra l’altro sarebbe utile ricercare l’autore di tanta vergogna. Aveva già provato Luigi De Magistris a sanare questo vulnus pare però bloccato dal potere insindacabile e non sempre motivato della Soprintendenza. Vuole provare il Sindaco Manfredi a superare ogni ostacolo e cambiare il nome a quella strada? Non in ossequio ad una malintesa concessione ad una improbabile cancel culture ma per superare questa evidente dissonanza con i percorsi fondativi di libertà e democrazia nel nostro paese. La coincidenza degli ottant’anni delle Quattro Giornate con la scomparsa di Giorgio Napolitano apparirebbe addirittura propizia sia per lasciare un segno indelebile alle celebrazioni, sia una indicazione a questo punto addirittura scontata, salvo il vincolo, ci auguriamo superabile, dei 10 anni dalla morte. Naturalmente meraviglia tanto silenzio della città : a volte l’indolenza è pericolosa quanto l’indifferenza. E non si dica che ci sono questioni ben più importanti cui pensare: in tempo di fascismo strisciante un segnale forte ed emblematico appare quanto mai opportuno ed importante.
Caro Sindaco, sosterremo ed incoraggeremo una tua scelta in tal senso, che sicuramente troverà dissenso forte non solo nella parte politica avversa, ma anche in tanti “benpensanti”. Coinvolgeremo con opportune iniziative associazioni antifasciste insieme a quanti sinceramente democratici ed amanti della libertà non vorranno girare lo sguardo dall’altra parte.
Cordialmente
Franco Iacono e Gianfranco Nappi
Avevo già presentato, una simile richiesta all’ufficio toponomastica del Comune di Napoli, senza risultato. Io penso che sia vergognoso che non faccia il Parlamento una legge che impedisca di inserire nella toponomastica di qualsiasi comune italiano il nome di tale indegno soggetto. Non una memoria damnatio, ma un decreto all’ ignominia, per ricordare a tutti e per sempre, quella chiavica di “re”, piccolo di statura ma ancora più piccolo in dignità, coraggio ed etica.