Questo fine settimana ho avuto modo di partecipare al nuovo incontro di Left Wing ( https://www.leftwing.it/ ), l’ area-rivista-associazione che raccoglie diversi esponenti del PD, tra i quali i parlamentari Francesco Narducci e Matteo Orfini.
Seconda edizione a Pompei con Michele Grimaldi animatore autentico intorno al tema Città Nuove ( https://www.leftwing.it/2025/03/01/le-citta-nuove-programma-2025/ ), e capace così di dimostrare come anche operando da un territorio determinato si possa alimentare una rete di relazioni e di elaborazione di grande valore e intensità.
Nella mattinata di sabato confronto introdotto da tre relazioni che hanno spinto la riflessione sui temi del consumo di suolo, dei processi di turistizzazione e di estrazione di valore ad opera della rendita fondiaria, di gentrificazione delle città e di stravolgimento del loro tessuto sociale a partire dalla esplosione di una vera e propria questione abitativa : Nicola Capone che ha riflettuto sulla città-merce; Emma Buondonno sulla realtà della Campania, della nuova legge urbanistica regionale consumasuolo e della battaglia di Rigenera che non ha trovato alcun riscontro o ascolto nei comportamenti del Consiglio e del Governo Regionale; Alessandro Coppola, tra i protagonisti a Milano della iniziativa contro il ‘Salva Milano’.
Tanti interventi poi nella discussione: amministratori locali, il Consigliere Regionale della Toscana protagonista della legge regionale che ha disciplinato le locazioni turistiche, esperienze associative e di movimento.
Sarebbe interessante capire quanto questi temi animino effettivamente il confronto del PD.
Intanto non è di scarso valore che una sua area politica li ponga al centro del proprio confronto: sottolineo questo dato che mi sembra importante, a prescindere dalle collocazioni poi nella dialettica interna di partito.
Certo uno stridore emerge tra questa discussione e la costituzione materiale di questo Partito e di tante sue Amministrazioni e Governi locali che invece sembrano impermeabili alle preoccupazioni e ai piani di analisi e di proposta che sono emersi in modo ricco da questo confronto.
Perchè, poi questo è il tema politico: troppe Amministrazioni locali e Governi regionali, a cominciare proprio da quello della Campania, in ‘buona compagnia’ con Amministrazioni cittadine come Napoli, come Milano ( forse che il Salva Milano senza l’esplosione dell’inchiesta giudiziaria che ha investito il Comune non sarebbe arrivato fino all’approvazione definitiva in Parlamento già benedetto a destra e a sinistra? ) – per fare solo due esempi – sviluppano la loro concreta azione, scelgono, decidono ispirandosi ad altri orizzonti di valore.
E lasciatemi segnalare che proprio su questo confronto Napoli-Milano il nuovo numero di Infinitimondi, il 38/2025, ha raccolto le analisi di assoluto valore di urbanisti ed economisti come Stefania Caiazzo, Achille Flora e del compianto Sandro Dal Piaz che ci ha lasciato così un ultimo prezioso contributo.
Come è possibile dunque che al tempo dei cambiamenti climatici, della crisi climatica; delle crescenti ingiustizie e disparità sociali che proprio nelle città vivono aspetti molto acuti, sia così estesa, nel centrosinistra, una contraddizione così forte?
E come dare forza sociale ad un’altra prospettiva ?
Questi interrogativi li pongo anche direttamente agli amici e compagni di Left Wing che hanno il merito di lavorare su questi temi.
E qui sta a mio modo di vedere il nodo fondamentale che va fatto emergere e su cui realizzare un limpido confronto pubblico che lo affronti e superi: senza esplicitare questa operazione temo che sia difficile anche solo scalfire lo stato di cose presenti nello stesso PD.
Io lo definisco così: c’è un liberismo, più o meno strisciante e più o meno esplicito, che è rimasto vivo nella cultura politica della sinistra democratica e che fa sì che suolo-ambiente-natura-città siano ancora considerati variabili dipendenti di una visione quantitativa dello sviluppo con mercato-profitto-rendita fondiaria, e ceti e classi sociali che li rappresentano, a dettar legge.
Sui temi della città e del territorio questo è evidentissimo. Ma lo è anche su tutti gli altri campi della realtà.
Fino ai più grandi insieme alla crisi climatica, a quello dell’Europa, a quello della pace e della guerra. E di cui il SI alla strategia della Commissione Europea in materia di Difesa, che ha visto il voto della maggioranza del Gruppo del PSE al Parlamento Europeo, e di tanti eurodeputati del PD, e che vede anche il consenso esplicito di una personalità come Romano Prodi, sono palmare e grave espressione.
Su tutto mi sembra pesi in qualche modo l’accumulo di scelte sbagliate, di introiezione di visioni dominanti e di effettiva subalternità che hanno separato la sinistra da un proprio popolo lasciandolo esposto all’influenza di una destra vieppiù arrembante e arrogante.
Si può fare questa discussione? Temo che senza esplicitarla, lo sforzo anche generoso che vede impegnati tanti, anche all’interno del PD, a cominciare dalla stessa Segretaria, corra il rischio di soccombere.
Io vedo urgente il bisogno di questa discussione.
Il neo-capitalismo di fronte a noi ha fatto in tempo, in questi ultimi tre decenni senza freni, ad affermarsi, crescere in modo ipertrofico e poi, dal tornante del2007-2008, ripiegare su sè stesso come effetto delle sue interne contraddizioni.
E ora sta provando a rispondere a questa sua crisi con una disperata accelerazione affidata ad un progressivo esautoramento degli istituti democratici – all’illusione tecnologica – al riarmo e alla guerra: ovvero, ad una combinazione di tutte e tre.
Ecco, è questo processo che si nutre di un preoccupante sostegno in crescita in un’area sociale larga, spaesata, priva di altri riferimenti, che fa venire meno ogni spazio per il classico riformismo che è stata la cifra della sinistra di governo – e largamente al governo – in questo stesso trentennio.
Solo il rilancio di una visione radicale può riaprire lo spazio ad un riformismo che recuperi il senso del suo significato.
Oggi, per fare il riformismo o per essere riformisti occorre essere in primo luogo, modernamente, rivoluzionari: è questa radicalità che sola riapre spazi altrimenti del tutto chiusi che lasciano solo la integrazione subalterna come scelta o condizione.
Del resto, forse che Trump, Musk, AFD….non esprimono oggi una Radicale Reazione?
E’ dall’altro lato che occorre correre a costruire il contrappeso.
Gianfranco Nappi