Ma davvero l’Europa, per difendersi, non ha altra scelta da fare che investire nella difesa, in nuovi sistemi d’arma, perfino nel nucleare ( atomica ) comunitario rilanciato proprio ieri dal Presidente francese? 800 miliardi di euro proposti dalla Commissione europea: una cifra enorme che non solo potrebbe essere più utilmente finalizzata, ma che in quota non piccola viene sottratta alle politiche e agli investimenti per la coesione e lo sviluppo comunitario.

Ma davvero siamo così scoperti di fronte ad una possibile minaccia militare? L’Europa con i suoi paesi, i suoi 450 milioni di abitanti ( a cui andrebbero aggiunti i circa 70 milioni di Inglesi), i suoi sistemi d’arma, il suo nucleare, le sue basi Nato, le sue basi USA, i suoi eserciti, i suoi sistemi d’arma, le sue capacità tecnologiche?

Ma non è che siamo in presenza di una ‘narrazione’ artefatta tesa a soddisfare gli appetiti di tutti i complessi industrial-militari europei e statunitensi?

Ma se è riuscita l’Ucraina, un paese solo, certo con armamenti per i due terzi non suoi, a resistere e ad infliggere all’invasore una lezione che solo la miopia europea e statunitense, ricca di secondi fini, non ha saputo tradurre in forza per una trattativa di pace a cui spingere il paese invaso, ben prima dei ricatti trumpiani, e a cui spingere con ancora maggiore forza e determinazione il paese invasore, è davvero credibile che non riuscirebbe l’Europa, con i singoli paesi, con la Nato….?

Ma davvero siamo sull’orlo di una invasione dell’Europa, là dove cioè non è riuscito Hitler che pure aveva pianificato la totale reductio ad unum e dove dovrebbe riuscire un regime che non l’ha pianificato e che per portare avanti la sua guerra in Ucraina deve arruolare militari dalla Nord Corea e miliziani a contratto?

L’Europa ha il diritto di difendersi?

Non ne ha il diritto, ne ha il dovere dico io.

Come ci si difende?

In primo luogo con la politica.

Se si affida tutto alle armi o solo ad esse o prima ad esse che ad ogni altra cosa la storia ci insegna dove si va a finire: in una guerra.

E forse, come ci ha insegnato aprendoci gli occhi il Papa sofferente, ci siamo già dentro.

Suvvia, non facciamoci nuovamente colpire dal mantra che ad una voce viene suonato in tutte le musiche e cantato in tutte le lingue: siamo esposti, deboli, sotto attacco…

E se rilanciassimo proprio dall’Europa invece la prospettiva del disarmo e puntassimo intanto ad una tregua che fermi le distruzioni e gli odi sul campo?

E se utilizzassimo questa tregua intanto per allacciare un confronto, certo anche con la Russia non sull’Ucraina senza l’Ucraina, ma sulla sicurezza reciproca in Europa: quali le sue condizioni che possano soddisfare tutti? La denuclearizzazione di una larga fascia di territorio al di qua e al di là del confine russo tale da dare sicurezza a tutti i paesi dell’estremo est dell’Europa? Un disarmo bilanciato? Un arretramento della Nato che l’Occidente ha spinto fin ai confini russi? La progettazione del nuovo e necessario sistema di sicurezza reciproca per i prossimi decenni?

Se non è la guerra che stiamo preparando e se è lo scontro a cui vogliamo porre fine, quale via migliore per intavolare il confronto inevitabile con la Russia?

E secondo gli orfani dell’Occidente demolito da Trump – alla Ernesto Galli della Loggia o al nostro Paolo Macry o alla Maurizio Molinari – se si intavola il confronto su queste basi, non ne deriva subito un giovamento per la trattativa specifica sull’Ucraina, da cui certo sarebbe folle escludere proprio questo paese? In un quadro del genere, non diventa più ‘semplice’ ( sempre maledettamente difficile ), dare una soluzione al contenzioso nel frattempo maturato in questi ultimi tre anni?

A vedere bene, qui l’errore drammatico di Trump e degli USA: senza ripensare le istituzioni generali della sicurezza comune, la guerra di invasione in Ucraina rappresenta una incognita ancora senza soluzione perchè presuppone o la sostanziale capitolazione dell’Ucraina o l’impossibile ritorno alla situazione quo ante del febbraio di tre anni fa da parte della Russia.

E’ solo allargando il quadro di riferimento che sarà possibile costruire una soluzione equa del conflitto. Equa in primo luogo per l’Ucraina.

Ecco dunque la via per far tornare in campo la politica, la grande politica mi verrebbe da dire, ed è in questa via che la parola Europa acquisisce nuova cogenza : senza di essa, il no al riarmo per quanto giustissimo rimane senza forza mentre i Governi europei, la Commissione e Draghi al grido di armiamoci, armiamoci mentre sembrano dare la risposta più forte, stanno forse definitivamente annullando la forza possibile dell’Europa che appunto o è in primo luogo cultura, modello sociale, visione globale o semplicemente non è.

Disarmati al confronto? Mi permetto di obiettare: noi siamo già oggi fin troppo armati! Ma magari, su questo, torneremo.

Gianfranco Nappi

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1 commento

  1. Ottimo articolo. Unico limite il giudizio “ facilone”
    Sulla resistenza Ukraina che é stata possibile perché inglesi e altri la avevano riempita di armamento avanzatissimo e poi gli USA mantenuta al massimo livello tecnologico che noi non potremo avere nel breve- medio. Inoltre i nostri soldati sono bravi ma nn credo così votati al macello. Infine massimizzare welfare x azzerare i nazi, altroché armarsi x bilanciare il terrore

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