Ospiti del dipartimento di Architettura della Federico II si sono snodati il 3 pomeriggio gli interventi del Seminario voluto dal Movimento Rigenera per mettere a fuoco una realtà di cui si riesce poco ad avere percezione: la mole amplissima di interventi, voluti o comunque accettati da Regione, Comune di Napoli e Città Metropolitana ( e l’elenco sarebbe ben più ampio se vi rientrassero tutti i Comuni della Campania ), che nel loro insieme rappresentano un incremento inusitato di volumetrie e di impermeabilizzazione di suolo che in nome dell’ammodernamento della città, nei fatti, mettono a valore la rendita fondiaria e producono più invivibilità e ingiustizia sociale.

La musica che si suona è sempre la stessa che ha teso a giustificare tutte le mani sulla città della storia passata: ma vi opponete al progresso? Non volete migliori condizioni di vita per i cittadini? Volete conservare il degrado?

E, sull’onda di questa musica di cui non cambiano i protagonisti vecchi ma se ne aggiungono di nuovi ( ci torniamo più avanti ), sono milioni i metri cubi di nuovi volumi che si sviluppano sia in orizzontale che verso il cielo.

E’ così che invece che sulla manutenzione e cura dell’esistente ( con la ristrutturazione ecologica degli edifici, con loro messa in sicurezza e il contenimento di emissioni di CO2 e alleggerimento della bolletta elettrica per gli abitanti : eccolo un vero grande piano di intervento infrastrutturale su cui investire ); sulla espansione degli spazi pubblici e comuni ( verde attrezzato, alberature, orti urbani, piste ciclabili, strutture sportive, spazi di socialità, biblioteche, teatri, luoghi di aggregazione, armatura di servizi decentrati nei territori, dalla salute e formazione, scuole a tempo pieno e mense ); sulla incentivazione dell’insediamento abitativo nel centro storico e antico, per famiglie e studenti e nel reinsediamento al suo interno di attività di artigianato e di arte di altissimo pregio, bloccando il processo di espulsione in atto generato da una sregolata turistizzazione; su un intervento nei confronti del bradisismo che non è una emergenza ma una contingenza, un dato permanente della realtà nei cui confronti rispondere così come ancora non si fa e cioè con un programma diffuso di manutenzione urbana, condominio per condominio, secondo quel Mutamento di Paradigma su cui l’Associazione Nurige ha offerto, inascoltata, una intera nuova strategia di intervento: ecco ( altro che conservatorismi rispetto all’esistente ! ), invece di mettere tutto questo al centro si privilegiano i grandi interventi, con grandi dotazioni economiche, ad alto impatto di filiera di sub appalti, generatori di ulteriore saturazione della dimensione urbana e promotori ulteriori di periferizzazione sociale: non è che a San Giovanni a Teduccio, ad esempio, abbattendo i fabbricati di Taverna Del Ferro si riprogetta la vita dell’intero quartiere, con i suoi spazi di socialità, di lavoro, di cura. No. Semplicemente si realizzano, negli stessi spazi, per quantità di volumi, tre nuove Taverne del Ferro, con la stessa logica, pronte ad ospitare tutti quelli che le dinamiche di invivibilità e di insostenibilità economica di altre aree della città ( leggi ancora Centro storico ), magari saranno costretti a trovare casa altrove.

E tutto questo non solo con gli studi patinati finanziati in modo interessato dalla lobby del mattone ( quelli di sempre con l’aggiunta di nuovissimi fondi di investimento ), ma in piena sintonia con una parte di una Università dimentica delle proprie funzioni ( del resto, se la trasformi in azienda, che altra logica se non il profitto vuoi che segua? ), e, cosa non meno grave ( ed eccoli i veramente nuovi ), e con un ceto politico di governo non solo nazionale, che non sorprende, non solo di centro destra ( e Forza Italia insegna ), ma con protagonismo attivo di un centrosinistra detto tale che stravolge la precedente Legge Urbanistica Regionale, insabbia la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare Rigenera e che nelle maglie del Piano Regolatore vigente a Napoli ( conquista vera ma lasciato largamente inattuato nelle sue migliori e proattive disposizioni), si procede per forzature progressive, per cambi di priorità di intervento, per sviluppi non programmati nei quali il Progetto prevale sulla visione d’insieme, la forza fino a violarla.

Ed è così, che invece di investire 800 milioni di euro in quel grande programma di cura del territorio e della vita si preferisce investirli per costruire le Piramidi o la Dubai napoletana.

Ed è venuto il momento anche di dire con chiarezza che non vediamo differenze sostanziali, nelle scelte concrete, al di là di battute buone tutt’al più per un titolo di giornale, tra Regione Campania e Comune di Napoli.

E’ nei confronti di tutto questo che il Movimento Rigenera ha lanciato il 3 marzo un appello ad unire tute le esperienze che con coerenza da anni si battono contro queste derive, a cominciare dalla 40 Associazioni che si sono raccolte per la elaborazione di quell’Altra Legge urbanistica a cui peraltro Sandro Dal Piaz, così come a Rigenera, ha dato un contributo decisivo.

Ed è da questo che mi sembra il Movimento tragga non solo alimento per andare avanti ma anche per elevare la sua mobilitazione.

Rispondano le forze del centrosinistra: ma davvero pensano di andare alla prossime Regionali eludendo l’insieme di queste domande e della chiarezza necessaria sulle rotture da introdurre rispetto a queste pratiche?

E quale percorso nuovo si potrebbe mai aprire su una tale scelta omissiva?

Giovedì 5 marzo Infinitimondi presenta il suo nuovo numero dedicato nello Speciale a Luigi Cosenza, ingegnere e pianificatore dello sviluppo del territorio di grandi visioni e protagonista primo della lotta per un governo sociale del territorio.

Sarà difficile, ricordandolo, non tornare anche su tutti questi temi.

Gianfarnco Nappi

LE IMMAGINI DEL SEMINARIO DEL 3 MARZO

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