Il 26 settembre 1981 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, riconoscendo la grandezza del drammaturgo napoletano, nominò Eduardo De Filippo Senatore a Vita.
Il 12 ottobre 1981, accolto dall’entusiasmo anche per la recente nomina, il Senatore De Filippo, quale sua prima uscita pubblica, fece ingresso nell’Istituto Penale per Minori “Gaetano Filangieri”, Salita Pontecorvo – a Napoli, per l’inaugurazione del locale teatro a lui intitolato: una visita dall’alto valore simbolico dai punti di vista: culturale, sociale, politico.
Il 23 marzo 1982 il Senatore De Filippo per la prima volta intervenne nell’Aula di Palazzo Madama con una interpellanza concernente proprio i ragazzi dell’Istituto “ G. Filangieri”: un capolavoro di analisi storica consapevole, di denuncia, di proposte, di poesia….
“… Dunque si tratta di migliaia di giovani e del loro futuro ed è essenziale che un’assemblea come il Senato prenda a cuore la riparazione delle carenze dannose, posso dire catastrofiche, che da secoli coinvolgono quasi l’intero territorio dal Sud al Nord dell’Italia. Mi sono sempre domandato quale potrebbe essere il mio contributo affinché la barca di questi ragazzi che sta facendo acqua da tutte le parti possa finalmente imboccare la strada giusta. Sono convinto che se si opera con energia, amore e fiducia in questi ragazzi molto si può ottenere da loro. Ne ho pensate di cose nei mesi scorsi e c’è da fare, si può fare, ne sono certo…” ( E. De Filippo)
Nel 1985 l’Istituto “G: Filangieri” vide una prima ristrutturazione, voluta proprio dal Senatore. La struttura divenne poi Centro Polifunzionale diurno, con interventi in materia formativa e di assistenza, per i minori e le loro famiglie, in particolare del quartiere.
Nel 1987 il Consiglio Regionale della Campania approvò la Legge n. 41, la c.d. “Legge Eduardo”, di sostegno alle iniziative di formazione per i giovani in area penale e a rischio devianza, tenendo fede in parte allo spirito della proposta del Senatore, quella della creazione di un villaggio – “Le Cappuccinelle” – con abitazioni e botteghe dove i giovani, una volta avviati a mestieri e artigianato antico, potessero accedere a guadagni leciti e indipendenza economica.
Il villaggio non fu realizzato ma i principi che lo avevano ideato rimasero vivi nella comunità napoletana tanto che nel 2008 Luca De Filippo, raccogliendo l’eredità paterna, creò con il Comune di Napoli la “ Fondazione Eduardo De Filippo” con la finalità, tra le altre, del sostegno ad iniziative riguardanti i minori, in particolare di quelli afferenti l’area penale, e le fasce giovanili svantaggiate, in un’attività di prevenzione delle loro condizioni di esclusione ed emarginazione.
La Fondazione a dieci anni dalla morte di Luca opera ancora, in special modo nell’Istituto Penale per Minori di Nisida, anche se in un contesto sempre più difficile per la trasformazione della società, delle politiche nazionali sul welfare, dello stesso contesto criminale.
Lo ha detto recentemente il Procuratore Generale di Napoli, dr. Aldo Policastro, nel suo intervento di apertura dell’Anno Giudiziario: “Allarmante è la realtà della criminalità minorile del distretto” , sottolineando “…il forte attaccamento al territorio dimostrato da tanti ragazzi, i quali sviluppano un profondo senso di appartenenza al quartiere in cui vivono, talvolta anche più che alla loro famiglia. Ed è proprio su questo legame col quartiere e col gruppo su di esso egemone che vengono poste le istanze identitarie di alcuni ragazzi più fragili. Le associazioni camorristiche attraggono nelle loro fila un folto numero di giovani, di età sempre più bassa…”.
E infatti negli Istituti Penali per Minori del Paese, istituti negli ultimi tempi sempre più sovraffollati ed instabili, sono rinchiusi circa, al 31 gennaio, n. 610 minori; di questi 51 hanno meno di quindici anni. Anche questo un dato su cui riflettere.
Il nuovo Ordinamento Penitenziario Minorile (D.L.vo n. 121/2018) – che ha recepito la Convenzione ONU 1989 sui Diritti dell’Infanzia e la Direttiva dell’Unione Europea n. 800 del 2016 sulle garanzie procedurali per i minori – non è bastato a realizzare quei processi di responsabilizzazione, educazione e pieno sviluppo psicofisico del singolo minore detenuto che essa normativa prevedeva.
Su questi temi l’attenzione istituzionale, in particolare quella repressiva, non basta; per modificare l’esistente, per sollevare certi territori dalla povertà economica e culturale, emancipandoli quindi anche dalla necessità del crimine, occorre l’impegno di tutte le agenzie che in questa città metropolitana operano nei confronti dei giovani: la Scuola, il Volontariato, gli Enti Locali, gli Uffici ed i Servizi della Giustizia Minorile, ecc.
La stessa Magistratura ha offerto la propria disponibilità per un “ andare oltre”. Queste le parole del Procuratore Generale di Napoli: “…ogni azione delle pubbliche istituzioni deve essere valutata, per saggiarne l’efficacia con le lenti dell’uguaglianza. Si colgono segnali positivi di sinergia tra le istituzioni e iniziative meritevoli, ma ad essi va assicurata continuità e concretezza. Penso di poter interpretare il pensiero di molti magistrati, se dico che la magistratura del distretto di Napoli è disponibile a dare il suo contributo oltre quelli che sono i suoi compiti istituzionali dai quali non intende deflettere….” .
E’ seguendo il filo rosso dell’impegno quotidiano che parte dai territori, grazie agli operatori delle varie istituzioni e dell’associazionismo, ed arriva alle massime espressioni culturali del Paese – anche del recente passato -, che si è inteso organizzare un Seminario con la Fondazione “Eduardo De Filippo”, riconoscendo la necessità che si parli dei problemi e dei diritti dei minori e dei giovani in maniera altra rispetto a quella consueta, spesso retorica e superficiale.
Michelina Cassese
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