In una mattinata carica di emozioni forti quale non poteva che essere quella dell’ultimo saluto ad Aldo Tortorella, una frase dell’intervento di Luciana Castellina mi ha colpito: ” Ad Aldo sarebbe piaciuto vedere riunito intorno a lui quello che era stato il gruppo dirigente di quello che era stato il partito della sua vita, il PCI”. Profondamente vero. Giusto riconoscimento per una figura di intellettuale, dirigente politico, comunista italiano che fino alla fine della sua vita non ha smesso di battersi, di pensare, di spingere per una visione critica del presente.
Ma anche forse, ma questo Luciana non l’ha detto, testimonianza che non stava scritto da nessuna parte che andasse come è andata e che il vecchio Aldo su molto avesse avuto ragione come, con onestà intellettuale, perfino Massimo D’Alema in questa occasione gli ha riconosciuto sul punto di fondo: e cioè che nella trasformazione anche la più ardita in campo politico ci si sarebbe dovuti guardare dal dismettere proprio quella funzione di critica per il cambiamento e la trasformazione, di spinta per il superamento del capitalismo che, la storia successiva, ci ha dimostrato quanto essere necessaria, oggi non meno di ieri.
Esattamente il terreno su cui Aldo Tortorella, con intelligenza e curiosità innovatrici, come ha ricordato Vincenzo Vita che è stato tra quelli più vicini a lui in questi ultimi suoi anni, è stato fino all’ultimo.
E questo è il messaggio grande che rimane assolutamente attuale e per il quale non smetteremo di ringraziarti carissimo Aldo.
Gianfranco Nappi
Nino Ferraiuolo alla Camera ardente alla Camera dei Deputati il giorno prima
