“La crisi della giustizia e la crisi della legalità non hanno bisogno di grosse presentazioni. Sono sotto gli occhi di tutti e visibili anche ad occhio nudo.  Almeno per   <<chi ha occhi per vedere>>. Ciò che desidero analizzare e approfondire è come e perché un simile degrado ha potuto attecchire, diffondersi e consumarsi sotto i nostri occhi. È bene che io dichiari sinora che “sono di parte”, perché sto da una parte  sola: quella della giustizia, della legalità e della trasparenza, dei diritti e della dignità  di ogni persona umana”. (Pag.7).

2006 GRUPPO ABELE TORINO

È vero è un piccolo libro del 2006, di 63 pagine.

Rigoroso nella sua  semplicità comunicativa.

È  anche vero che il dicembre 2024 ci lanciava tanti e variegati  avvertimenti sull’aumento di precarietà dei diritti umani e sull’incerte soluzioni delle guerre e dei fenomeni emigratori che tuttora riescono a lanciarci testimonianze di atrocità;  arrivavano avvisi sulla  complessità geopolitica a livello intercontinentale e sui pericoli per la democrazia causati da incontrovertibile  potere digitale sempre più invasivo e a volte coincidente con potere economico e politico e   avvertimenti  su come l’”intelligenza artificiale” stia  acquistando una diffusione di massa spesso  in modo improprio e inquietante.  Per noi della “Nazione Italia” molti gli “ammonimenti” dell’attuale  governo con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni  a dare fiducia alla propria gestione del potere istituzionale  nonostante il  rispetto carente al  confronto parlamentare e al dialogo con i giornalisti, dando ai social il privilegio delle comunicazioni per i cittadini  Come un mantra si diffondeva e si diffonde tuttora l’ affermazione   qui riportata nella forma linguistica più essenziale << Fatevene una ragione: ora ci siamo noi! L’opposizione ostacola il nostro lavoro  per salvare la nostra nazione  e per farle recuperare prestigio a livello internazionale>>.

È da notare che molti rappresentanti della destra che ci governa ormai usano sempre più in TV la parola Etica!

        Vigile per la mia formazione  culturale, politica e professionale, attenta a poter decifrare la realtà dell’oggi, sostenuta dalla “speranza” a cui  ci invita tenacemente Papa Francesco,  vivo con singolare inquietudine  l’acuto scontro tra la Magistratura e il Governo Meloni che da circa due giorni ha invaso con forti e inedite preoccupazioni la non facile quotidianità dalla nostra Italia, “oscurando” i reali, diversificati e  gravi problemi che ci attanagliano da Nord e Sud. È un ulteriore tentativo  di “distrazione di massa” dell’attuale governo? È un segno di grave irresponsabilità politica e istituzionale ? O…?? ????

Quali  scenari  potrebbero aprirsi  creando ulteriori  inedite difficoltà al nostro sistema democratico? ……..

E poi ritorno al piccolo libro. Sì, è vero: dalla sua  pubblicazione (anno  2006)  si sono delineati  cambiamenti veloci già definiti epocali e  nel 2025 se ne  prevedono  altri  e ancora altri , ma io oggi ho considerato importante trascrivere qui  in modo preciso i titoli dei capitoli ( non numerati) del testo come tratti di riflessioni e imperativi etici donati da Don Ciotti  : l’insieme delle pagine  esprime – io credo – ancora oggi lo  spessore  di  vademecum,  non solo civile  e certamente da aggiornare  all’attuale,  che può tuttora essere di  proficua potenzialità umana e politica nel guardare lucidamente al futuro,  impegnandosi  fattivamente nel presente.  

    Eccoli: 

  • Come costruire quella pratica di legalità che sa farsi riconoscere come proposta di giustizia, di uguaglianza e di equità ? (Pag.10).
  • Ci ritroviamo oggi con un precariato di diritti. (Pag. 17).
  • La vita delle persone viene prima delle leggi perché ne è fondamento! (Pag.19).
  • È indispensabile capire che l’altro, con il quale conviviamo, non è una minaccia per il nostro esistere, ma è colui che ci consegna il senso profondo del nostro essere parte di un tessuto sociale.(Pag.22). Affrontare l’eclissi della legalità. (Pag. 23).
  • Alla logica dell’utilitarismo individuale la legge contrappone l’etica sociale. (Pag.25).   
  • …l’estendersi dell’individualismo è direttamente proporzionale all’eclissi della legalità. (Pag. 28).
  • Il culto della personalità in politica crea cattivi costumi. (Pag.30).
  • La terra non è in contrapposizione al cielo, e il cielo non è in contrapposizione alla terra; la terra ha bisogno un po’di cielo, e il cielo ha bisogno di un po’ di terra. (Pag. 33).
  • Per soddisfare la fame e la sete di giustizia non basta la solidarietà, ci vuole anche la legalità. (Pag.34). Forti con i deboli e deboli con i forti …(Pag,35). Doppia moralità e schizofrenie etiche: … anche questa dimensione contribuisce a creare disistima e disaffezione nei confronti della legalità. (Pag.39).
  • Scoprire  che la “logica del condono ” è illogica può far male, ma è la pura verità. (40). Semplificare e confondere le idee per aggirare  la legge. (Pag.42).
  • … prendi una realtà complessa, semplifica il tutto e trasforma un frammento di verità nel tutto. Fai girare la voce e non stancarti di ripetere quanto ottenuto, a proposito e a sproposito: il risultato sarà che una mezza bugia è diventata realtà.(Pag.45). 
  • … lo ha ricordato don Milani: dividere in parti uguali tra disuguali

è il massimo dell’ingiustizia.(Pag.48).

  • Il rispetto per la legge non ci deve frenare dal dovere di correggerla  e di migliorarla quando questa è in contrasto con il senso di giustizia e con la difesa del debole. (56). L’EDIFICIO DELLA POLITICA Questa costruzione poggia su dei precisi pilastri: Il primo comporta un senso di riconoscenza al grande lavoro della magistratura, delle forze dell’ordine, degli organi investigativi…Il secondo pilastro è lo sviluppo sociale…Il terzo pilastro  è quello della prevenzione, intesa non come difesa dalle mafie, dall’usura, dal pizzo, dalle estorsioni, dalla droga…ma come promozione di spazi, di opportunità, di servizi, di percorsi operativi per andare incontro alla gente. Il quarto percorso sono i percorsi operativi…Il quinto pilastro è l’informazione, perché la gente possa vedere e non solo guardare, ascoltare e non sentire, capire e non solo sapere. Abbiamo bisogno di un’informazione vera, coraggiosa, che non fa sconti a nessuno; meno informazione vuol dire meno partecipazione e meno democrazia. Il sesto pilastro è la lotta alla criminalità e alle mafie di tutta la società…Il settimo pilastro è la necessità, oggi, di leggere questi problemi anche in una dimensione internazionale. C’è una globalizzazione della criminalità, un’alleanza con le mafie internazionali. Gli investimenti dei capitali, il riciclaggio del denaro, il problema della confisca dei beni vanno considerati  nella più vasta dimensione europea e internazionale. (Pagg. 56-59).
  • SENZA CONCRETI E PRECISI INDIRIZZI LE NOSTRE PAROLE RISCHIANO DI DIVENTARE  VUOTE E  GENERICHE. (Pag. 63).  

E aggiungo  due citazioni di Umberto Eco, risparmiando qui le note bibliografiche:

  • “La psicologia del complotto nasce dal fatto che le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano, e spesso non ci soddisfano perché fa male accettarle.
  • “Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro”.

    Rosanna Bonsignore

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