Su Repubblica del 13 gennaio è apparso un articolo di Paolo Gentiloni sul ruolo della UE nell’attuale fase politica ed in presenza della amministrazione Trump. L’articolo molto impegnativo, meriterebbe l’apertura di un dibattito franco certamente nella sinistra ma anche in tutto il Paese.
Nel suo articolo egli afferma che gli obiettivi da lui enunciati (500 miliardi per la difesa, rilancio della UE ecc.) “possano apparire velleitari” ed effettivamente questo rischio appare fondato dato che mi sembra difficile trovare in UE oggi 500 miliardi per gli armamenti in questa congiuntura. Soprattutto mi sembra che una tale quantità di risorse per quel tipo di impiego sia socialmente e politicamente “non tollerabile” da parte dei cittadini UE e spinga ancora di più ampie fasce di popolazione ad accrescere il peso della destra nel nostro continente come appare con grande evidenza. Certo 500 miliardi più 5% del PIL da parte di ogni membro Nato, come chiede Trump, pareggerebbero il deficit commerciale Ue-USA perché realisticamente queste armi sarebbero in gran parte acquistate in USA e dunque sarebbe anche appianata la controversia sui dazi!!
Mi chiedo, però, anche come si possa fare in questa congiuntura recessiva e strutturale a “fare della UE una Potenza” su quelle basi. La Ue ha una economia di trasformazione ed è purtroppo priva di materie prime, a parte il carbone tedesco e un po’ di nucleare, ed è priva anche di Terre Rare. Nè credo che le energie alternative possano supplire ora ed in futuro in modo sufficiente a questa mancanza.
Dunque mi sembra tutto poco realistico. Aggiungo che l’idea che la Ue debba riarmarsi e che i nostri territori in Germania, Francia, Italia ecc. possano diventare terreno su cui si combatte una guerra vera è semplicemente un incubo inconcepibile al solo pensiero.
Non può essere questa la strada. Una nuova stagione del capitalismo europeo, capitalismo di stakeholders, diverso dal capitalismo anglo americano di shareholders non si rilancia e costruisce come un “complesso militare-industriale”, ma investendo nelle grandi infrastrutture civili, nella qualità delle produzioni, a partire dalla manifattura, e nella alta formazione e nella cultura. La vera deterrenza Ue fin dalla sua fondazione è stata e dovrebbe essere la Politica e la Diplomazia. E’ stato così perfino quando c’era la URSS a Berlino con la DDR. La deterrenza armata era ed è garantita dalla Nato e dagli USA il cui bilancio militare supera i mille miliardi di dollari. Nessun riarmo darebbe autosufficienza alla Ue.
Per questa ragione io credo che la Ue dovrebbe riassumere il suo ruolo storico di costruttrice di politiche che rifondino la Dottrina e la Prassi della Coesistenza Pacifica, nel quadro della Sicurezza globale.
Altre ipotesi nel nostro continente sono semplicemente “non date”.
Arturo Marzano