La California, a proposito di crisi climatica, è in questo momento una sorta di de te fabula narratur sbattuta in faccia ai negazionisti e ai riduzionisti di ogni risma.
La California è Stato americano con una significativa politica ambientale.
Los Angeles è una delle città più ricche del mondo.
L’esperienza comprovata della convivenza con terremoti e incendi ha stratificato elementi organizzativi, di consapevolezza, di intervento molto forti.
Eppure, la devastazione ha colpito questo paradiso artificiale in terra di carta patinata: il sogno è diventato incubo, anche lì, nelle ville dei ricchi simboli dell’immaginario vincente del mondo.
Neanche per i ricchi c’è sempre scampo. Almeno per i loro beni. E questo nonostante i vigili del fuoco privati arruolati a tutta forza. E pur con la tranquillità di potersi ripagare con assicurazioni le cui tariffe sono diventate inavvicinabili per i comuni mortali.
Certo, più a fondo, anche lì la divaricazione di condizione sociale, e di classe per dirla chiara, agisce: basta vedere il profilo dei morti sin qui ritrovati mentre ci si attende che la lista delle vittime si allunghi.
Certo che si può fare sempre di più, certo che servono strategie di mitigazione, certo che anche in California si sarà in presenza di ritardi, inadempienze….ma è evidente che c’è una forza scatenata che non ammette contenimenti e argini.
E se non vai alle radici di questo scatenarsi, tutto è destinato a ripetersi, e su scala sempre più ampia e con intensità maggiori.
Trovo poi esilaranti alcune ricette presenti sulla stampa americana. Sul New York Times c’è ad esempio chi propone di ‘riformare la città’ eliminando tutti gli alberi, così poi sarà più difficile che gli incendi la travolgano. Peccato che in questo modo le temperature della città si alzerebbero ancor più rapidamente rendendola invivibile per gli umani…
E qui siamo al dunque di un intero modello di società responsabile primo della crisi in atto su scala globale.
C’è poco da dire e c’è molto da mettere in discussione in questa direzione. E con urgenza.
Trump e Musk davvero sono da questo punto di vista con la prossima uscita dai già pallidi accordi delle Cop; il rilancio del carbone; l’espansione del fracking per estrarre gas e petrolio…la peggior ricetta possibile.
Come tutta la destra del resto in questo momento con il vento in poppa.
Anche per l’incapacità della sinistra comunque declinata e ovunque collocata di saper suscitare quella concreta utopia necessaria ai tempi presenti per mobilitare le energie sociali necessarie.
Speriamo che gli Americani se ne accorgano presto.
Speriamo che in Europa si riapra un’altra prospettiva.
E. nel frattempo, complimenti al Canada che prima della vicina annessione…, ha fatto in tempo a mandare i suoi Canadair per aiutare il vicino in emergenza.
Gianfranco Nappi
L’immagine è tratta da Il Manifesto