Dovremo tornare come merita su Eugenio Donise, figura davvero ricca della migliore sinistra italiana che ha arricchito la storia di quella meridionale e napoletana interpretandone gli spiriti più vitali rappresentati dalla rottura del ’68 studentesco e operaio: in questo, davvero eccentrico rispetto alla cultura prevalente del PCI napoletano e al tempo stesso lui sempre capace di esprimere nella funzione dirigente una grande capacità di ascolto e di riferimento unitario. Lunga la sua militanza, dal Comune di Napoli al Parlamento. Da Segretario provinciale della FGCI napoletana a Segretario della Federazione napoletana e Segretario regionale campano del PCI. Gli ultimi suoi anni, nell’impegno dell’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra con il suo fraterno compagno Nino Ferraiuolo e in rapporto stretto con il carissimo Aldo Tortorella.

Ci eravamo sentiti non più tardi di una decina di giorni fa. Serissimo era il suo problema di salute ma inaspettata è stata l’accelerazione degli ultimi giorni. Avevamo discusso della possibilità di un suo lavoro di racconto della Napoli che aveva vissuto, delle stagioni sue e della sinistra. Gli piaceva l’idea. Gli avevamo inviato un primo appunto di temi da sviluppare.

Eugenio è stato sempre vicino alla nostra esperienza, con suggerimenti e consigli, contributi importanti.

Era stato protagonista di due importanti iniziative promosse da Infinitimondi con la Casa del Popolo di Acerra e quella di Nola, entrambe dedicate la scorsa estate a Enrico Berlinguer, figura decisiva della sua formazione e della sua esperienza di dirigente politico.

Ci stringiamo a Maria, ad Anna, ad Alessandro e ai familiari tutti.

Un abbraccio a te caro Eugenio da tutte le compagne e i compagni del Collettivo di Infinitimondi

NOLA. 11 MAGGIO 2024

ACERRA 11 GIUGNO 2024

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1 commento

  1. Ricordo con affetto e dolore la morte di Eugenio mio indimenticato segretario che mi accolse nel dicembre 1964 nella FGCI come segretario.
    Anni intensi ed indimenticabili con Eugenio riferimento fondamentale.
    Nel 67 la rottura come universitari comunisti con il partito ci vide separati con grande tormento ma con un rispetto ed un’amicizia mai messa in discussione.
    Di lui mi rimane il ricordo di una persona profonda sempre dentro i problemi anche con un fondo di umana insicurezza.
    Difficile non volergli un gran bene.
    Ci mancherà

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