AAVV (Giménez Bartlett, Longo, Malvaldi e Bruzzone, Mercadante,
Recami, Savatteri, Tanzini)
Animali in giallo
Noir
Sellerio Palermo
2024
Pag. 381 euro 16

Valencia. Di recente. Berta e Marta Miralles sono due dinamiche sorelle
ispettrici, inesperte e giovanissime, brillantemente diplomate all’Accademia di
Ávila, operative da più di un anno in servizio al commissariato di Russafa,
insigne quartiere dell’insigne città. Dopo infanzia e adolescenza nella
campagna di Càlig coi genitori contadini (soprattutto l’aranceto), sulle colline
del Maestrat in provincia di Castellón, sono magre, caratterialmente l’una
l’opposta dell’altra, conviventi in un piccolo centrale appartamento (per
risparmiare) e in un minuscolo ufficio, accomunate dal senso di giustizia. Berta
è la maggiore, cauta disciplinata musona fumatrice lettrice progressista; dopo
la laurea ha avuto una forte delusione amorosa, dedicandosi poi solo allo
studio e al lavoro. Marta è operativa entusiasta svelta allegra salutista
animalista; le piace ballare e cerca spesso di divertirsi con i ragazzi palestrati e
con l’ultima moda. Ora Berta si sta domandando a chi diavolo viene in mente
di ammazzare un animale per motivi che non siano quelli consueti. Durante la
settimana invernale (marzo) dei tradizionali festeggiamenti delle Fallas, sette
magnifici tori sono stati giustiziati alla testa con un kalashnikov silenziato, nei
loro recinti della plaza de toros, in pieno centro; dopo di loro anche il vigilante,
forse perché era riuscito a slegarsi e stava fuggendo; l’assassino doveva essere
un buon tiratore, esperto. Le due sorelle indagano con parallela scaltrezza,
smitizzano tutto, frequentano vino siciliano. La bravissima Alicia Giménez-
Bartlett (Almansa, 1951) è famosa per la meticolosa attaccabrighe ispettrice
Delicado, ha scritto oltre una decina di altri ottimi romanzi, saggi e articoli,
sempre attenta al femminismo e ai diritti civili. Il racconto (“I nostri cari
fratelli”) prosegue ancora la nuova serie in terza, primo del volume collettaneo
di sette, dedicato ad animali, vittime e carnefici, non solo domestici.

Ennesima (diciottesima) antologia di racconti gialli per la casa editrice
palermitana, scritti per l’occasione, in continuità con le accorte riuscite
sperimentazioni che hanno costituito una svolta nel genere del genere. Per
l’edizione 2024 qualità media alta, testi godibili, narrazioni contemporanee,
intrattenimento garantito per palati più o meno sopraffini. Sono otto gli autori
coinvolti della scuderia Sellerio: quattro uomini, due donne e una coppia. Dopo
i tori di Bartlett (leggermente il più lungo), in terza persona sulle due
investigatrici seriali, seguono Gaetano Savatteri (“Leoni a Màkari”), in prima
persona con Saverio Lamanna e seriali sodali, imperniato sui cani (e leoni di
Sicilia); Luca Mercadante (“Ai cani piacciono le ossa”), un’intricata cupa
avventura napoletana dalle parti di Castel Volturno, narrata in prima al
presente dal sovrappeso cronista sportivo Domenico Cigno (tendenzialmente
seriale) che s’imbatte in una lupa e in un branco di ringhiosi cani randagi, oltre
che in crimini vari (mentre i capi ultrà bevono senza sosta vino rosso di
Mondragone); Andrej Longo (“La donna che parlava ai cani”), un novembre
napoletano (Torre del Greco) narrato in prima al presente dal seriale ispettore
Antonio Acanfora, che indaga insieme al commissario Santagata su omicidi
forse non connessi solo al cosiddetto hobby dei combattimenti dei cani;
Simona Tanzini (leggermente il più breve, “La buffa creatura e lo scecco”) con
spari in un casolare e un morto, al cospetto di un asino e una capretta, in
prima al presente con la seriale cronista televisiva Viola e i colleghi giornalisti
nei dintorni di Palermo; Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone (“I rospi sono
una cosa seria”), in prima al passato con la chimica narratrice e la famiglia in
Giappone e l’amica poliziotta Corinna a Pisa che indaga sull’omicidio di un
biologo, fra rane e sospetti; Francesco Recami (“Il corpo dilaniato della
massaggiatrice cinese”) nella seriale casa di ringhiera di Milano, in terza con i
vari inquilini, vecchi e nuovi, alle prese con l’omicidio di una leggiadra inquilina
lavoratrice e con molti animali, forse un orso. Ancora una volta il tema è
interpretato da tutti con ironica originalità, ben gestito attraverso personaggi
ormai cari a tanti. La lunghezza è abbastanza omogenea, la raccolta ribadisce
una contaminazione d’impatto sul pubblico, conta l’abitudinario affetto per gli
stili noti di ogni autore nel modo caratteristico di ogni relativa serie di romanzi.
Breve nota finale di Gianfranco Marrone su “essere umanimali”.

***

Quello che mangiamo. E come lo mangiamo: storie di cibi e di consuetudini, e
domande che non ci facciamo mai

AAVV (Susanna Baggio, Dario Bressanini, Arianna Cavallo, Emanuele
Menietti, Rosario Pellecchia, Anna Prandoni, Caterina Zanzi)
Illustrazioni di Pavel Popov
A cura di Nicola Sofri
Alimentazione
Iperborea Milano
2024
Pag. 272 euro 19

Italia. Ora. Intorno a noi si parla tanto di cibo e bevande, però spesso si
spiegano poco le cose che mangiamo. Luca Sofri inizia il suo editoriale (“È tutto
un magna magna”) dalla cucina di casa: “l’argomento di questo numero… è il
nostro nutrirci, reso necessario da ragioni di funzionamento della macchina
pazzesca che siamo, e perfezionato nei secoli da altrettanto complessi
meccanismi commerciali”. L’insieme dei testi si occupa solo brevemente e di
passaggio di alta cucina o di enfatici culti gastronomici; piuttosto vengono
selezionati argomenti importanti o curiosi per affascinarci alla conoscenza di
alcune delle cose che ci capita di ingerire, digerire e godere, spinti da molteplici
processi biologici, gastrici, economici e sociali. Ovviamente, i riferimenti al
resto dei paesi e dei continenti del mondo sono continui, pur se il filtro
prevalente rimane il riconosciuto piacere degli italiani per il mangiare. Un
millenario tentativo di mangiare abbastanza e bene dalle nostre parti è stato
certo facilitato dall’evoluzione degli ecosistemi vegetali e animali sotto le Alpi,
ha comunque creato nel corso dei secoli economie e commerci alimentari,
attività sociali, culture enogastronomiche, relazioni sentimentali e occasioni
d’incontro, diplomazie istituzionali e internazionali, specificità territoriali di vari
origine, contenuto e significato. Leggere e assaggiare per credere.

L’ottima casa editrice Iperborea pubblica la collana “Cose spiegate bene”,
realizzata da redattori e redattrici del quotidiano online Il Post, promosso e
diretto dall’aprile 2010 da Luca Sofri (che appunto anche qui firma l’editoriale
iniziale), una sorta di rivista di carta, ogni numero dedicato a un argomento,
questo volume all’affascinante tema di quello che mangiamo, come e perché (a
cura di Nicola Sofri). Si tratta di 36 brevi articoli e schede, predisposti da tre
autrici e autori (riconoscibili attraverso un simbolo peculiare), fra cui quattro
contributi di scrittori o giornalisti esterni (Prandoni sui consumi, Pellecchia da
uno spunto biografico, Bressanini sulle tradizioni, Zanzi sulle tavole familiari),
con illustrazioni e godibile lavoro redazionale grafico. Qualche spunto da alcuni
titoli: la vera data di scadenza degli alimenti; non dovremmo solo contare le
calorie per dimagrire; la lunga e fortunata storia del riso in Italia; un po’ di
cose sul vino, spiegate; l’invenzione dei biscotti con le gocce di cioccolato; i cibi
surgelati sono come quelli freschi; guida al pesce che mangiamo; il problema
dei ristoranti rumorosi, e come attenuarlo; enciclopedia delle patatine fritte;
mangiare gli insetti; passato e futuro del vino in cartone; la cottura della pasta
a fuoco spento; breve storia della cioccolata; cosa sono e da dove vengono i
disturbi alimentari; le coppie che ordinano la stessa cosa al ristorante. Piccola
bibliografia finale “per approfondire”.

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Troppe donne. Le inchieste di Nero Wolfe
Rex Stout
Giallo
Traduzione di Ida Omboni (oiriginale)
A cura di Massimo Bocchiola
Introduzione di Sandro Veronesi
Neri Pozza
2024 (1° ed. statunitense 1947, ed. italiana in Classici del Giallo Mondadori 1969)
Pag. 222, 13,50 euro

Manhattan, New York. Il pachidermico Nero Wolfe, il famoso eccentrico
investigatore di Rex Stout (1886 – 1975) vive fermo e satollo fra le orchidee che
coltiva e i buoni pasti di Fritz, nella lussuosa casa di arenaria sulla 35°. Apparirà in
33 romanzi e 39 lunghi racconti, tutti eccelsi, mille volte trasposti, tradotti, adattati.
Una meraviglia sempreverde (o gialla che dir si voglia)! Questa volta viene
convocato dal ricco potente presidente della Naylor Kerr, lui declina ma il fido
Archie Goodwin, cuore fegato polmoni e viscere dell’agenzia investigativa, chiama e
si presenta, è lui a narrare l’avventura in prima al passato. Un impiegato era morto un
incidente d’auto (secondo la polizia), circolano voci di un omicidio, occorre indagare.
Solo che il personale è perlopiù composto di centinaia di impiegate avvenenti, vivaci
e cordiali, la vittima ne frequentava alcune, una tentazione anche per Archie, che
comunque opera alla grande fra quelle “Troppe donne”, delizia per intenditori.

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L’ultimo pinguino delle Langhe
Orso Tosco
Noir
Rizzoli Milano
2024
Pag. 270 euro 17

Cigliè Marsaglia Mondovì, Langhe, Piemonte. Dal ponente ligure. Un autunno
recente. Il broker svizzero Rufus Blom, dopo aver salutato la bellissima fidanzata
influencer Rose Bellamy (entrambi sbronzi la sera prima), esce di casa e macina
chilometri di corsa. D’improvviso intravede la schiena nuda di una donna distesa, è
un cadavere, sopra le natiche sono state tracciate con il sangue una svastica e una
scritta, il suo cognome. Dopo aver assunto (come ogni lunedì della settimana) una
minuscola dose di LSD e aver passeggiato (come sempre) in compagnia della
bassotta bionda Gilda, inizia a indagare sull’omicidio l’alto corpulento baffuto
commissario 45enne Gualtiero Bova, detto Pinguino, con coppola e pipa, trasferito da
quelle parti per punizione. I segreti sono tanti, cruda storia per “L’ultimo pinguino
delle Langhe” dello scrittore e sceneggiatore Orso Tosco (Ospedaletti, Imperia,
1982), in terza varia, frizzante ottimo esordio naturalistico nel noir, vincitore dello
Scerbanenco 2024.

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La montagna nel lago
Jacopo De Michelis
Noir
Giunti Firenze
2024
Pag. 576 euro 19
Valerio Calzolaio
Lago d’Iseo, Montisola, Brescia. Settembre 1992. Sull’isola lacustre abitano oltre
1.500 persone, un’area totale di 4,5 km², la montagna di 600 metri in mezzo a rive e
ulivi. Pietro Rota vi torna trentenne dopo una lunga assenza, il padre pescatore Nevio
è il principale indiziato del truce omicidio di Emilio Ercoli, che con solo la V°
elementare è divenuto il più ricco cittadino dell’isola, proprietario del notissimo
retificio. Il cadavere è stato scoperto in un capanno di caccia da una balorda in cerca
di erbe e dal vigile urbano anticamente amicissimo di Pietro (ai tempi della scuola,
insieme a Betta). Tornano episodi della loro adolescenza e soprattutto emerge la
necessità di indagare sull’estate del 1944 quando la Decima Flottiglia Mas (Junio
Valerio Borghese) scorrazzava in zona con crudele violenza. Con “La montagna nel
lago” il filosofo e colto editore Jacopo De Michelis (Milano, 1968) realizza un
ottimo secondo denso romanzo, noir esistenziale, finalista allo Scerbanenco 2024.

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Meccanica di un addio
Carlo Calabrò
Noir
Marsilio Venezia
2024
Pag. 217 euro 16

Amazzonia brasiliana, villaggio di Araxá do Oeste. Poco tempo fa. Alte fiamme
distruggono il capannone dei legnami della segheria modello (etica ed ecosostenibile)
dell’imprenditore Florian Kaufmann, mentre il gringo Doutor sta tornando tramite
zattera lungo il fiume, in parallelo con la Transpacifica. Il paesino ha 215 anime, ma
due sono certamente concorrenti, lo svizzero con il polacco Anselmo Kowalski, da
anni sleale approfittatore (legnami e vacche). È lui ad aver fatto appiccare l’incendio?
Non arriva la polizia del Mato Grosso (a 430 chilometri di distanza), indagano due
quasi del posto; viene trovato anche un cadavere; più che fidarsi bisogna proprio
adattarsi all’ecosistema naturale sociale, e affidarsi alle Assicurazioni Generali
Cantonali. Facendo tesoro di esperienze di vita, il bravo bioingegnere Carlo Calabrò
(Palermo, 1981) realizza un ottimo esordio nella narrativa, magico realismo noir,
“Meccanica di un addio” (scoppiettante epilogo), finalista allo Scerbanenco 2024.

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