Perché ricordare!

La storia …il momento storico contestualizzato nel tempo e nel divenire. Quante storie vissute, amate e quante odiate, incomprese…tante tantissime …ma una più di tante in questa vita mi ha incuriosita al punto da studiare , leggere, ricordare, contestualizzare, ed ascoltare …È la storia del Partito Comunista Italiano. Qualcuno mi chiederà ma non sei fuori tempo massimo per continuare a parlare di qualcosa che è morto e sepolto da ormai quasi 40 se non di più, dalla morte di uno dei maggiori esponenti, come fu Enrico Berlinguer?

Ed io rispondo facilmente dicendo che: la storia ha un suo perché e non si può buttare alle ortiche solo perché fu ed è ancora oggi una storia memorabile, per le folle enormi, per il consenso esteso a tutte le classi sociali e per la sua forza e morale condivisa, che l’ha visto sempre in prima linea in difesa dei più deboli, degli emarginati e di tutte le classi, perché si rispettasero i diritti e i doveri di tutti.

Ecco qual’e’ il punto per cui oggi più di ieri, questa storia dovrebbe essere raccontata,
ecco perché più di eri questa storia meriterebbe di entrare nelle scuole con il giusto appello di GLORIOSA…E non è tanto per amarcord ma proprio per ricorda a tutti qual è il diritto che ci ha portato fuori dalla dittatura, qual è la resistenza che ci ha visti protagonisti della costruzione della Repubblica e quindi della nostra Democrazia.

Perché sembra che sia dato tutto per scontato quando leggiamo i libri di scuola, ma nella realtà costruire e mantenere in vita la democrazia è un atto di resistenza e riesilenzia difficilissima oggi come ieri.

La politica liquida , così un informazione controllata, ed una economia liberista e sproporzionata rendono difficile comprensione passaggi epocali come quelli che stiamo vivendo che rasentano la dittatura, camufatta da una falsa democrazia.

Ecco che una rilettura del ‘900 con un mondo contadino che si batteva per i propri diritti, un mondo operaio fervido e pieno di sogni, una classe media e medio alta che si apprestava a insegnare a tutti e fare in modo che nessuno rimanesse indietro … ha un senso molto alto oggi , in una società sempre più nichilista rinchiusa in se stessa, con la paura del diverso, e con una fame consumistica smisurata e un’ implosione della globalizzazione come male dei tutti mali, senza accorgersi che l’unico male reale è aver lasciato liberi dalle regole un mercato sempre più ricco, sempre più in mano a pochi e sempre meno equilibrato, che rende la vita sempre più difficile, con un mercato del lavoro sempre più precario e una ripartizione delle ricchezze in mano a pochi.

E quindi?
Forse ricordare le battaglie, ricondurre il pensiero alle conquiste, mai scontate e sempre sofferte, ci potrebbe aprire degli orizzonti, che sono chiusi e non per cecità ma solo per la chiusura di un pensiero storico interrotto in malo modo, alla fine degli anni 90, con la caduta del muro di Berlino e con un elaborazione del lutto che non è mai finita.

Secondo me e secondo molti la dichiarazione della fine del Comunismo, mal si sposava con una società che non aveva nessuna intenzione di correre appresso al mercato, ma avrebbe voluto il consolidamento di alcuni diritti e anche la forza, la coerenza, e la determinazione di quelllo che era stato ed era il partito Comunista.

Ricordo bene se pur ragazza lo scioglimento, cosi come l’ affermarsi di nuovi pensieri e di nuove chiavi di lettura, per leggere quello che accadeva nel mondo e rimane al passo con quest’ ultimo.

Se dovessi dire che la mia generazione fosse davvero distrutta, direi una sciochezza, pochi come me, piansero, ma più per rabbia, non eravamo certi che quella era la scelta giusta, ma tanti altri erano certi che quella fosse la strada da percorrere e che in tempi brevissimi avremmo visto dei seri cambiamenti.

Più o meno così è stato, con alti e bassi, sempre combattendo e sempre provando a raddirizzare la prua quando il vento cambiava. Da allora tanti errori sono stati commessi alcuni più macroscopici altri meno , qualcuno non capendo le trappole che si nascondevano, altri per pura ingenuità.

Abbiammo incontrato sul nostro cammino personaggi strani , alcuni molto radicali nelle proprie idee, altri astuti e furbi come delle volpi, altre uscite dai salotti televisivi ed altre ancora delle vere spregiudicate signore della politica. Poche ma importanti donne si sono contraddistinte per impegno e moralità.

Nel corso degli anni duemila la classe dirigente politica è andata peggiorando sempre più, da sinistra a destra abbiamo assistito ad un legiferare capestro e per i propri interessi, senza tenere mai conto del mandato degli Italiani.

Perché se vogliamo dirla tutta, la morte della Prima Repubblica è stata vista come un vero e proprio spartiacque tra un sistema che premiava l’elettore ma che aveva portato tanta
corruzione tra i politici ed un sistema come quello attuale dove i cittadini contano tanto poco da poter rimanere a casa, tanto nulla cambierà se non cambiano gli uomini e le donne che fanno politica e quindi la legge elettorale.


In questo non chiaro sistema elettorale messo in piedi tanto dalla destra quanto dalla sinistra c’è chi sguazza alla grande , più di tutti quelli che detengono lo scettro della furberia e dell’ astuzia a tutto tondo.

La sinistra dal canto suo pur avendo capito la strategia non ha ancora maturata in lei l’idea di cambiamento, un po’ perché si porta appresso come fardello la distruzione di un ideologia cosi forte che aveva conquistato il mondo, non nella totalità ma nel senso comune del sentire, un po’ perché ha ancora in se’ la paura di sbagliare di nuovo e portare l’elettorato allo sbaraglio, nella realtà per come è fatta la legge elettorale solo con la costruzione di un partito unico forte e unito si può vincere contro una destra che per convenienza rimane unita ma che nella realtà non ha assolutamente nulla per stare assieme se non il progetto scellerato di distruggere la nostra Democrazia e con essa la Repubblica per riprendersi ciò che gli è stato tolto dopo la seconda guerra mondiale.

La sinistra dovrebbe a parer mio liberarsi di molti fardelli: uno su tutti quello di non sentirsi in colpa per come si è conclusa la sua storia… i tempi erano cambiati ed era giusto che un partito seguisse il cambiamento, forse si sarebbe dovuto fare in altro modo, possibile, ma il risultato forse sarebbe stato simile e allora perché piangerci addosso…perché non costruire un altro partito della sinistra con uno statuto meno liberale che tenga unite tutte le anime diverse che lo compongono, che reimposti un filo diretto con gli elettori tramite una Piattaforma Informatica creata apposta e che accanto a questa ci sia la costruzione di nuovi circoli partecipati ed informatizzati dove tutti abbiano un compito e si sentano protagonisti e che questo sistema innovativo dia la forza, la speranza di non arrendersi e di lottare sempre per la propria libertà e per i propri diritti?

Io ci credo ancora, credo che l’innovazione va di pari passo con un politica progressista e con il tempo che passa, che qualcosa di buono può avvenire se riprendi la comunicazione con la base elettorale che è il vero sale della Democrazia.

Marialuisa Faella

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