C’è qualcosa che va oltre lo sciacallaggio del governo sulla martoriata Romagna per cercare di lucrare un po’ in vista delle prossime elezioni in quella Regione. C’è una visione per la quale il solo problema nei confronti dei cambiamenti climatici è quello dell’adattamento mentre esce dall’orizzonte la prospettiva della lotta alle cause del loro determinarsi. anzi, il Governo accolto in modo trionfale alla assemblea di Confindustria ha confermato che il Green Deal è troppo spinto e troppo veloce e che occorre cambiare e rallentare: e ha detto questo proprio nelle ore in cui si scatenava un altro evento meteorologico estremo…

Ora, sia chiaro: la cura del territorio, la manutenzione idrogeologica, dalla montagna alla pianura, è fondamentale. Troppo poca attenzione vi si pone ancora, troppo poche risorse impegnate, assenza di piani di intervento a lungo termine.

E qui la prima deficienza viene dal Governo Nazionale che ha sue storiche e conclamate responsabilità per le competenze che comunque sono in capo ad esso e per la sottovalutazione di tutto il tema.

E’ difficile sostenere che l’Emilia Romagna, la Regione e il sistema degli Enti Locali, sia stata con le mani in mano prima degli eventi del 2023 e dopo gli stessi: solo una polemica politica becera può sostenerlo. Si poteva fare di più? Il Commissario nominato dal Governo ha agito nelle migliori condizioni? interrogativi legittimi ma che non spostano la questione più di tanto a mio modo di vedere.

E la questione è: se non si comincia a intervenire sulle cause di fondo della crisi climatica, tu hai voglia di alzare argini: arriverà sempre una piena più grande, una precipitazione più concentrata e intensa capace di travolgere quel che hai posto a riparo. Certo che lo devi fare, e lo devi fare sempre meglio e in modo sempre più tempestivo. Questo è l’adattamento necessario da compiere. Ma se ti limiti a questo, hai perso la partita.

Ma di quali altre controprove abbiamo bisogno per assumere questo dato. Dopo meno di un anno e mezzo, nello stesso territorio, in una sua porzione più ristretta per fortuna torna un evento estremo: come si fa a non vedere l’accelerazione in atto della crisi climatica?

Ed è questo il dato che non emerge in nessuna delle prese di posizione non solo del Governo ma anche dell’opposizione e del sistema degli enti locali.

Per l’Emilia Romagna questa consapevolezza dovrebbe portare a riflettere sul suo essere quarta nella classifica del consumo di suolo in Italia e ragionare intanto se non ci sia qualcosa da rivedere nel profondo del suo assestamento economico-produttivo che l’ha condotta ad essere una delle componenti fondamentali della piattaforma logistica italiana, che divora suolo per sua natura, e a vedere in modo diffuso il prevalere di agricoltura e allevamenti intensivi.

Se si avesse voglia di discutere sul serio, questi sarebbero temi di sicuro interesse.

Quel che invece dovremmo fare noi qui in Campania è riflettere su questa situazione: per un fenomeno meteorologico molto meno estremo e limitato quanto a territorio investito, a San Felice a Cancello poche settimane fa ci sono stati due morti travolti dalla piena.

E il problema dei dissesto idrogeologico in Campania è molto più forte che in Emilia e siamo davanti a quella Regione nella classifica per consumo di suolo: terzi in Italia.

E invece, proprio questo terreno, la cura del territorio è la vera cenerentola della politica regionale vocata invece in una direzione opposta, come anche l’ultima legge urbanistica ha dimostrato e che continua a divorare suolo cementificandolo, asfaltandolo, rafforzando tutte quelle condizioni che in caso di eventi estremi favoriscono danni più gravi e favorendoli questi eventi con un incremento delle temperature indotto proprio anche dai processi di cementificazione del suolo.

Ed è questa la gravità della situazione in Campania.

Ed è questa la ragione anche dell’importanza della mobilitazione di tante realtà associative, sindacati, singole personalità che, raccolti intorno a Rigenera e ad una Proposta di legge di iniziativa popolare reclamano una svolta decisa su questi terreni per la Campania. E chiedono intanto che il Consiglio Regionale non sequestri la proposta impedendone la discussione in aperta violazione dello Statuto.

Per questo il 1 ottobre ci sarà la mobilitazione presso la sede del Consiglio Regionale per reclamare il rispetto dello Statuto e la definizione di una Sessione Straordinaria monotematica da dedicare ai Cambiamenti Climatici e alla discussione di tutta una serie di provvedimenti che concretizzino la necessaria svolta: con Rigenera ma anche con la Proposta di Governo del territorio elaborata da oltre 40 associazioni, con le piattaforme di tante altre vertenze ambientali aperte nel territorio regionale, da Caserta al Cilento.

Ed è per questo che è importante il 1 ottobre esserci.

Gianfranco Nappi

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