Piccolo, nero di copertina, elegante nell’insieme : con le sue pagine (circa novanta) diventa  un intrigante caleidoscopio, colto (qui  fanno bene entrambi i significati! )  che ti fa fare interessanti voli pindarici per poi rivelarsi come un delizioso gustoso dolce che ti allieta per piacevoli brevi tempi… nella consapevolezza che la realtà non  è ancora cambiata.           

               Nino Daniele a pag.15 e 16 ci comunica “ In tempi come i nostri, sconvolgenti e catastrofici, nei pressi di una terza guerra mondiale, già in svolgimento secondo alcune delle figure più autorevoli, Pulcinella non è la fuga dalla realtà perché essa ci è già sfuggita, nella globalizzazione dell’età della tecnica e della società dello spettacolo che tutto fagocita nella forma merce. È la guida verso la realtà da riafferrare, riafferrando la vita. Quando l’utile è prima della vita occorre che la vita rovesci il mondo rovesciato.”

               Se è vero che l’esplorazione delle pagine del libro ci apre  a un intrigante caleidoscopio filosofico, antropologico e con diverse espressioni artistiche, dopo la seconda lettura attenta sappiamo di aver seguito un percorso  che apre a svariati sentieri e, ad un certo punto (usando un termine tipico del trekking  in montagna) superata una forcella siamo  raggiunti da un altro orizzonte non solo geografico, in un nuovo libero sguardo colorato di allegria.

                L’itinerario di Nino Daniele parte da un libro “ Pulcinella, ovvero divertimento per li regazzi ” di Giorgio Agamben (2)   dove prende luce un singolare riferimento a Platone  e acquistano spazio due  affreschi del veneziano Giandomenico Tiepolo  dipinti  intorno al 1797  nel pieno dei suoi settant’anni , parte di tante sue opere  dedicate a Pulcinella. È giusto dare   qui risalto all’album    “Divertimento per li  regazzi” con tutti i disegni che Tiepolo ha dedicato a Pulcinella: è stata l’ultima fatica del famoso pittore icona di  Venezia. È importante  evidenziare che nel Settecento  Napoli e   Venezia avevano costruito preziosi legami per assonanze culturali che hanno  sempre rappresentato  un tessuto di memoria storica tanto da rendere il Carnevale di Venezia 1982  un evento straordinario: Napoli “si trasferì” nel carnevale veneziano riempendo di commedie, storie e canzoni  teatri, piazze, calli. Il gemellaggio Napoili – Venezia diede vita ad una originale fusione delle due culture determinando un’esplosione di creatività e fantasia sotto la supervisione di Maurizio Scaparro e Giuseppe Galasso, con il determinante  sostegno di Maurizio Valenzi (sindaco di Napoli) e di Mario Rigo (sindaco di Venezia).

Io ricordo bene le emozioni vissute  come napoletana ( lì come docente di lettere precaria) nel ritrovarmi in una calle, quasi all’improvviso,  un Pulcinella che voleva allietarmi, giocare con me.   È utile qui segnalare che la Fondazione Cini di Venezia recentemente  ha creato grandi eventi dedicati a Pulcinella. La stessa fondazione  conserva accuratamente l’ampia e preziosa documentazione del Tiepolo come fonte di ulteriori notevoli approfondimenti anche attraverso il proprio Archivio Digitale.

Fondazione Giorgio Cini, http://arte.cini.it>Opere
 

               Preziose le note storiche ben riportate nel testo,  qui è da evidenziare come aneddoti di storia sono testimonianze dell’irruzione del comico anche in dichiarazioni di personaggi importanti:  la sfera del comico, forse inaspettata ma benefica  sostiene il dover accettare una realtà  dura, razionalmente  inaccettabile.  In questa fase del 2024 forse è “confortante” l’aiuto del nostro Pulcinella: è bene impegnarsi a conoscere Pulcinella, con un patrimonio tutto suo strutturato nei secoli, è “Un’operazione  eminentemente filosofica da intraprendere con animo   allegro e gioioso. Il comico viene prima della tragedia. Il comico è più vicino alla divinità. La tragedia è negli uomini. O nella indifferenza degli dèi …La filosofia ha a che fare tanto con il riso che con il pianto. Ciò è testimoniato da un’antica tradizione iconografica che rappresenta Democrito ridente e Eraclito piangente” (3) .  Variegate le interpretazioni proliferate.

Democrito e Eraclito di Donato Bramante (Donato Pascucci), 1486 circa,
affresco staccato e trasportato su tela, nella Pinacoteca di Brera tra il 1902 -1903,
Sala X . (fonte htps://pinatocotecabrera.org)

               Tanti  i filosofi e gli artisti anche musicisti  menzionati da Nino Daniele in forma essenziale ma efficace, ma è bene focalizzare  il nostro interesse qui sul “Pulcinella, il filosofo chiamato pazzo” di Roberto De Maio ( Sansoni editore, FI, 1989 ) che rende accattivante il paragrafo “ Cur, e’pecché? La parola che fonda l’Occidente” perché  emerge un lapidario giudizio “ Neapolis, a partire dalla sua fondazione greco-cumana, era stata descritta “otiosa,  docta”, epicurea. Era una cultura dionisiaca, libera, gioiosa e investigante  … la Chiesa non poté modificare l’anima di quel popolo che è fatta di scetticismo, senso del destino e scienza del probabile, ironia e liberalità. Pulcinella era questo …Ma l’Otiosa  fu irriducibile contro l’Inquisizione spagnola “(pag. 17 -18). Nel libro tante le annotazioni storiche, qui da riportare la risposta sintetica dell’autore alla domanda “  …e pecché?” : “Napoli con la sua scienza del probabile, la sua coscienza del destino e la sua ironia gli aveva donato gli strumenti idonei per esprimersi. Il miracolo di Pulcinella è questo: rimane sé  stesso in tutte le culture e che medesimo rimane il suo problema, l’eterno quesito :  ’ e pecché ? “ qualche rigo in alto della pagina la sentenza “ Anche la dissimulazione come risorsa di libertà lo portò a fingersi pazzo”(4).  

    Ecco si aprono altri sentieri di conoscenza:

  • Il rapporto simbolico di Napoli con l’asino e l’interesse di Pulcinella con l’asino. De Maio ha sottolineato “ Essenzialmente l’asino a Napoli simboleggiava la fecondità della pazienza, l’intelligenza della rivolta e la felicità della dedizione” (5) e Nino Daniele, pur elencando le opere in cui Pulcinella si associa all’Asinus concentra l’attenzione  “nel labirinto  dell’asinità tra Bruno e Pulcinella del filo di un grande compianto studioso come Nuccio Ordina(6). C’è tanto da approfondire  scoprendo anche nuove chiavi di lettura dell’ignoranza,  qui voglio solo riportare “Asinità e vicissitudini sono due parole per intendere Pulcinella e per aiutarci a risolverne il problema   dell’origine.

Se Bruno, come diceva Aldo Masullo, è maestro di anarchia, Pulcinella ne è l’allievo” (7) .

  • Il personaggio Pulcinella e la sua origine sono diventati territorio di indagine, di simbolismi e di approfondimenti teorici di vari psicoanalisti; qui menziono  Lacan che dà una sua “diagnosi” della dimensione fallica di Pulcinella.
  • Il teatro di Pulcinella = “un teatro del corpo” il suggerimento di Scafoglio. .

               Domenico Scafoglio e l’antropologo Luigi Lombardi Satriani insieme  hanno dato un fondamentale contributo al convegno internazionale ( 1 – 3 luglio 2009)  “Pulcinella. L’eroe comico nell’area euromediterranea” : nel libro di Nino Daniele sono riportate riflessioni  e documentazione di particolare interesse sia per lo spessore etnico della Maschera di Pulcinella che per il rapporto  tra Pulcinella e Napoli. Nel testo pagine viene narrato anche  “l’effettivo omicidio culturale come fu quello tentato da Eduardo Scarpetta, inconsapevole dell’immortalità di Pulcinella” (8).

Era il 1872: ben presto il tentativo omicida fallì e “le maschere cornute di Pulcinella e Pulcinellessa compaiono nel teatro di Antonio Petito” (9).

                    “Pulcinella  è tra la storia ideale eterna e la storia che corre in tempo. Tra sacro e profano. È in questo che è emblema del “povero Cristo”.

E’  un modo comune dell’umano genere in cui la carne si fa verbo.

Il più alto tentativo di leggere questa concezione rivoluzionaria di Vico è di   Biagio de Giovanni , di cui prendiamo come riferimento l’ampia introduzione alla ristampa anastatica della “Scienza Nuova della casa Editrice Bella Epoque” edizioni di Napoli nella collana diretta da Silvio de Majo   ” (10).  Così inizia il capitolo “L’origine”  e  subito si percepisce la densità culturale del contenuto con il richiamo a vari personaggi di alto valore di più secoli, alla varietà dei luoghi in cui Pulcinella c’è da secoli e i vari contributi con  ricerche specifiche e di  approfondimenti teorici di Benedetto Croce.

                     “Pulcinella – coclude Montano –  è e resta una maschera proteiforme. Una maschera che rappresenta la vita, in tutte le sue forme, dalle più astute alle più tenere, dalle più villane alle più nobili”…Nino Daniele

sentenzia “ Montano, tra i nostri filosofi più importanti, acerrano, toglie ad Acerra il titolo di città natale di Pulcinella. Ma contemporaneamente ne fa un topos che la ricollega ad Atene e perciò indissolubilmente la lega all’immortalità di Pulcinella” (11). Con Pulcinella c’è tanto da  ri-scoprire .

La suggestione di Aldo Masullo: Ricordo bene ciò che ha ricordato Nino Daniele perché ero abbastanza vicina al grande filosofo e, soprattutto, non ho mai dimenticato il sorriso dei suoi occhi nel dare la seconda risposta.

                È bello trascrivere qui le parole di Nino Daniele:

 “ …un gruppo di giornalisti si affollò intorno a Masullo. Uno di loro gli chiese chi fosse il napoletano che gli era più simpatico. La singolare domanda, anche imbarazzante perché comunque comportava un’impegnativa esposizione, creò un improvviso silenzio. Masullo non esitò per nulla, come se la risposta fosse da sempre presente in lui. Il napoletano che gli era più simpatico era Pulcinella. Il silenzio continuò. Finché non arrivò la seconda domanda. Che era già in parte nella risposta. La parola chiave della Maschera. << Perché?>>.  Alla sorpresa che già aveva colto i presenti si sommò lo stupore per la risposta di Masullo a quel perché. Pulcinella gli ricordava la nascita di Eros nel Simposio di Platone.  

                   Un intero mondo interpretativo di Napoli e della sua cultura si rischiarava in quella similitudine” (12).

Il daimon aleggia sempre tra  le pagine del libro fino all’ultimo rigo, a volte pensieroso a volte saltellante,   meditativo e comico, affamato e compiaciuto, con un’autorevolezza tutta sua comunica :  impossessatevi di  ciò che leggerete con attenzione, andate oltre accogliendo e seguendo i sentieri di Pulcinella. È un ordine. 

Pulcinella, statua in bronzo, è il dono di Lello Esposito  a Napoli, dal 1912 in Vico Fico del Purgatorio

Foto di Chiara De Martino
(fonte internet, pagina Napolitoday)

Rosanna Bonsignore

Note

(1) Nino Daniele,” IL DAIMON COMICO Filosofia e storia di Pulcinella, patrimonio  

      dell’umanità”, Giannini Editore, Napoli, aprile 2024, pag. 93, € 6,00.

       Nel testo sono presenti accurate dediche e una bibliografia essenziale.

2)  “ Pulcinella, ovvero divertimento per li regazzi ” di Giorgio Agamben,

        Nottetempo, Roma 2015, 

(3)  ivi nota n.1, pag. 16

(4)  ivi  pag.21

(5)  ivi pag.22

(6)  ivi pag. 24

(7)  ivi pag. 26

(8)  ivi pag. 33

(9)  ivi pag. 50

(10) ivi pag. 53

(11) ivi pag. 74 e 75

(12) ivi pag. 77 e 78

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3 commenti

  1. bella e attenta recensione, complimenti a Rosanna Bonsognore.

  2. bella e attenta recensione, complimenti a Rosanna Bonsognore.

    Enzo Caruso 14 Settembre 2024

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