GABRIELE RICCARDI DA IL MATTINO DEL 9 SETTEMBRE
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PASQUALE STRAZZULLO IN INTERLOCUZIONE DALLA CHAT RIGENERA
Mi sembra più che opportuno inserire su questa chat l’articolo dell’amico e collega Gabriele Riccardi sull’esperienza di un visitatore del Cilento che desidererebbe vivere un’esperienza gastronomica in linea con i principi della Dieta Mediterranea (di cui il Cilento si considera la “culla”) ed invece rimane spesso deluso dai menu’ trovati in molti ristoranti, anche di ottima fama, specialmente nelle località di maggiore richiamo turistico. E’ vero che nelle aree più interne del Parco è possibile. almeno parzialmente, fare esperienze più soddisfacenti e rispondenti alle antiche tradizioni. Tuttavia, più in generale, ed è ciò che più deve preoccupare gli amministratori locali oltre che le stesse autorità sanitarie, il problema molto più grande è la scarsa applicazione (documentata da numerosi rilevamenti scientifici inoppugnabili) dei principi della Dieta Mediterranea da parte della popolazione generale, non solo nel Cilento e in Campania, naturalmente, ma anche in questa regione che dovrebbe viceversa essere un esempio per l’intero Paese. E se la insoddisfacente mediterraneità dei menu’ a ristorante può almeno in parte spiegarsi con la preoccupazione di non pochi ristoratori di scontrarsi con i gusti prevalenti di turisti con una modesta educazione alimentare, la scarsa aderenza della stessa popolazione locale trova buona parte della sua spiegazione nelle distorsioni di un sistema generale di produzione e distribuzione degli alimenti che detta legge e influisce sui comportamenti dei consumatori a partire dall’inizio della filiera alimentare fino alla vendita al dettaglio, e che ovviamente non risparmia né la Campania né lo stesso Cilento (a dispetto delle controproducenti autocelebrazioni).
Mi pare giusto perciò trarre spunto dalle giuste osservazioni del prof. Riccardi per riproporre, tra le azioni future necessarie di RIGENERA, l’organizzazione di un Tavolo di discussione che affronti il problema della produzione di alimenti e di conseguenza di una sana alimentazione di tipo Mediterraneo in tutti i suoi aspetti, senza lasciarsi spaventare dalla sua indubitabile complessità, coinvolgendo gli esperti delle aree di agraria e di nutrizione, le associazioni e soprattutto gli imprenditori locali della produzione, della rete distributiva e della ristorazione.
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CRONACHE DI CASERTA 10 SETTEMBRE