Apprendo la scomparsa di Massimo Lo Cicero. Mi sembra impossibile. Massimo era una forza della natura, energia mentale e fisica allo stato puro. La sua vitalità coinvolgeva, contagiava. Ci conoscevamo dagli anni lontani dell’università, gli anni dell’appassionato impegno politico nel PCI. La sua scelta di vita fu lo studio della economia e l’insegnamento. Non rinunciò mai tuttavia a partecipare al dibattito pubblico sulle sorti del Paese, del Mezzogiorno, di Napoli.
Massimo è stato un economista acuto nelle analisi e nelle proposte. Anticonformista negli studi e nella vita. I suoi scritti e le sue riflessioni su Napoli e sul Mezzogiorno aiutavano a capire i cambiamenti intervenuti nella economia e nella società, i processi di trasformazione negli orientamenti e nelle aspettative del Sud. Scrisse importanti lavori sul Mezzzogiorno, stabili’ nella sua ricostruzione delle vicende economiche di Napoli un origimale rapporto con l’economia del Nord e in particolare con quella della città di Torino in cui da giovanissimo aveva vissuto impegnato nel partito comunista torinese: scuola di severità e rigore.
Massimo si è sempre dichiarato contro il Sud che si crogiola nell’assistenza e nel tirare a campare. Ricorreva a Francesco Saverio Nitti nelle sue battaglie per riaffermare il ruolo della industria in un Sud produttivo.
Aveva, Massimo, il dono della ironia e della battuta fulminante. Chi conosceva Massimo coglieva tuttavia dietro la sua vitalità e il suo sorriso un’ombra di malinconia, quasi di smarrimento. La consapevolezza che la vita pur nella sua bellezza è impresa difficile. Era tuttavia solo ùn’ombra. Un’ombra che scompariva subito e a splendere era la sua voglia di vivere. E, così voglio salutarlo, ricordando il suo amore per la vita. Addio Massimo.
Umberto Ranieri
l’immagine in evidenza è tratta da Rainews