Dice, ma come è possibile che ci sia tutta questa disumanità nel lavoro ?

Ma perchè, risponde, così si fa il lavoro oggi. No, non è un residuo dei caporali degli anni ’50 che piegavano i braccianti con unica forza le loro braccia. Non è un difetto della modernizzazione non dispiegatasi. No, è proprio l’espressione più intima di questa modernizzazione distorta che vede crescere insieme Intelligenza Artificiale e nuove schiavitù, nuovi caporalati con nuovi protagonisti.

Dice, ma come è possibile che di fronte a casi così palmari di violazione di legge ed umanità, così diffusi, così concreti, non ci sia azione repressiva adeguata?

Ma perchè è il profitto baby, è lo sviluppo, è il dio che tutto comanda e guida e a cui si piega tutto e di fronte al quale si chiudono quasi tutti gli occhi. E se non ne metti in discussione i principi fondamentali, hai voglia di sbatterti, non vai da nessuna parte.

Mi è chiaro ( quasi ), per produrre un’auto o una qualsiasi altra merce, ma è così anche per produrre cibo?

E’ così soprattutto per il cibo che è diventato il rappresentante principe di filiere di produzione globali che distribuendo valore in modo assolutamente diseguale, schiacciano la condizione del lavoro, l’anello più basso della filiera, perchè è lì che si ritrova il primo segreto per abbattere i costi ed assicurare il profitto agli altri segmenti della catena. L’altro è il consumo e la dissipazione di natura e ambiente, stritolati entro questo circuito produttivo. E così, le insalatine lavate e imbustate; la frutta perfetta e bellissima, senza macchia e difetto; i pomodori inscatolati; la mozzarella lucente prodotta dal latte di quella bufala così paziente e mite hanno tutti alla loro base un processo di compressione e sempre più spesso di aperta violazione strutturale dei diritti della persona e dell’ambiente, violentato e derubato in permanenza. E per stare una giornata intera con gli animali in stalla, per raccogliere pomodori a 40 gradi, per lavorare sotto serre a 50 gradi e più ci sono loro, i migranti, gli extracomunitari, i neri…E ci sono le loro bidonville, le loro catapecchie, le loro capanne di plastica ed eternit. Sono essenziali, servono perchè possono lavorare a quattro soldi e, il più delle volte, senza fiatare, senza alcun potere, in un vuoto totale di umanità.

Loro, il punto iniziale della catena e noi il punto terminale quando siamo costretti a fare la spesa nella catena distributiva grande degli ipermercati e costretti a comprare quello che costa di meno, con salari e pensioni così bassi, o a comprare quello che è più veloce da usare perchè anche se costa di più mi consente di recuperare tempo perchè di tempo ognuno ne ha sempre di meno…

Dice, ma sorgerà una politica che su tutto questo rifletta, agisca, si batta?

La destra è connaturata a questo sistema, la Meloni ne è l’esempio più concreto: chiacchiere sul popolo e poi invece tutela degli interessi dei più forti con sempre più ordine e disciplina. I liberali e i centristi interpretano la vocazione tecnocratica del sistema e la alimentano. La sinistra di governo è stata parte di questo sistema per un buon trentennio. Ora sembra prenderne le distanze. Ma se non rielabora criticamente il suo passato rimane non credibile e non acquisisce nuova forza. Ecco una bella domanda per la Segretaria del PD.

Ma stai, dice, ancora con queste discussioni sul passato. Il passato è passato, pensiamo all’oggi.

Amico mio ma senza spiegarti e spiegare com’è che sei arrivato a questo ‘oggi’, come fai a inquadrarlo e a modificarlo? Se non fai continuamente questa operazione di connessione critica col passato, non riesci a prefigurare un futuro. E sarebbe proprio il caso di farlo ora.

Fino a quando la visione della lotta per la democrazia e di chi sinceramente la difende non si nutrirà delle aspirazioni, del dolore e dei sogni di questa umanità tutta, e di quella che continua a morire in mare, e di quella che non ci arriva proprio, è dura. La democrazia della Costituzione, quella progressiva, è stata svuotata del tutto ed è sempre più diventata fattore di stabilizzazione di questo sistema iniquo. E al capitale non basta più neanche questo averla ridotta a meramente ‘liberale’, perfino questa gli va stretta e crescono le spinte autoritarie, al comando del capo solitario, da Trump a tanti governi nel mondo; alla idea che prefigura il Premierato in Italia; alla guerra che torna come unica politica. Se non sorgerà una politica capace invece di reinsediarla la democrazia lì dove dovrebbe stare la sovranità – nella società, nel lavoro comunemente sfruttato di bianchi e neri insieme, di italiani , europei ed extracomunitari insieme – , quel che ne rimane ancora di vitale, e non è tantissimo, sarà travolto dalle esigenze del mercato imperante.

Ma quindi, dice, tu critichi la democrazia?

Io dico che l’unico modo per difenderla la democrazia è criticarla; è darle nuove basi sociali; è disegnarne nuovi percorsi di inveramento; è conquistarle nuovi protagonisti per i quali immaginare nuovi poteri. Senza questo la battaglia per la Costituzione rimarrà monca. Facciamo in modo che tutti i Satnam Singh del mondo non stiano morendo invano.

Gianfranco Nappi

***

Angelo Mastrandrea da il Manifesto di giovedì 20 giugno

Satnam Singh era arrivato in Italia tre anni fa dal Punjab, regione del nord dell’India. Come 12 mila suoi connazionali di religione sikh era venuto a lavorare nell’agro pontino, probabilmente indebitandosi con un’organizzazione che gestisce la tratta di migranti. Si era stabilito con la moglie, anche lei indiana, a Borgo Santa Maria, una frazione di Latina ed era impiegato in un’azienda agricola della zona, probabilmente senza un contratto regolare e anche senza permesso di soggiorno.

PER QUESTO LUNEDÌ mattina, quando è stato schiacciato da un macchinario avvolgi-plastica a rullo trainato da un trattore che gli ha tranciato il braccio destro, schiacciato entrambe le gambe e provocato un grave trauma cranico, i datori di lavoro invece di chiamare i soccorsi lo hanno caricato su un pulmino, mettendo il braccio amputato su una cassetta degli ortaggi, e lo hanno scaricato davanti a casa sua. Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118, chiamati dai vicini, e pure la segretaria della Flai Cgil Laura Hardeep Kaur, che aveva ricevuto delle foto dell’infortunio da un collega di lavoro di Singh con la richiesta di intervenire. I medici del pronto soccorso, vista la gravità delle condizioni, hanno chiamato un’eliambulanza che lo ha trasportato all’ospedale San Camillo di Roma, dove è stato operato d’urgenza. Ieri mattina Singh è morto a causa della gravità delle ferite e del ritardo nei soccorsi, che ha provocato una grave emorragia e un forte abbassamento della pressione arteriosa. Aveva appena 31 anni.

LA FLAI CGIL di Frosinone ha denunciato quello che è accaduto alla procura della Repubblica di Latina, che prima ha aperto un’indagine per lesioni personali colpose, omissione di soccorso e violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare, poi ieri ha indagato il titolare dell’azienda per omicidio colposo, mentre l’ispettorato del lavoro e l’Asl di Latina stanno accertando la regolarità del contratto di Singh. Alla Camera dei deputati tutte le opposizioni, cioè Pd, M5S, Avs, Iv e Azione, hanno chiesto un’informativa alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone sulla lotta al caporalato, definendo «atroce» quanto accaduto. La senatrice del Pd Susanna Camusso ha presentato un’interrogazione urgente, sottoscritta da tredici senatori del Pd, sempre alla ministra Calderone e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, chiedendo di conoscere la strategia del governo in materia. «I dati sullo sfruttamento del lavoro continuano a essere drammatici e sono confermati anche dai numeri dell’Inail. È un’emergenza che si può affrontare solo investendo su un maggior numero di ispettori del lavoro, ancora sotto organico, e concentrando gli sforzi anche per portare alla luce le connessioni esistenti tra aziende agricole che sfruttano la manodopera e le organizzazioni criminali», ha detto la senatrice del Pd Annamaria Furlan, ex segretaria generale della Cisl e componente della Commissione Lavoro. Dal governo invece a ieri sera non era arrivata alcuna reazione, nonostante la gravità della vicenda.

LA NOTIZIA della morte di Singh è arrivata dall’ospedale nella mattinata di ieri, proprio mentre la Flai Cgil stava tenendo una conferenza stampa nella casa del popolo di Borgo Hermada, in provincia di Latina, dove vivono duemila indiani sikh, per annunciare una serie di iniziative in favore dei lavoratori nelle campagne pontine, che dureranno fino al 5 luglio. Il sindacato ha atteso però che la moglie fosse prima informata per diffonderla. «Eravamo già stati informati da qualche ora e stavamo accompagnando la giovane donna all’ospedale, volevamo evitare che lo sapesse prima di arrivare, dicono al sindacato.

«SI TRATTA DI UNA MORTE assurda, maturata in un contesto abominevole di sfruttamento e di totale mancanza di umanità e rispetto per la vita», ha commentato la segretaria nazionale del sindacato Silvia Guaraldi. La sindaca di Latina Matilde Celentano, di Fratelli d’Italia, ha annunciato che il comune si costituirà parte civile in un eventuale processo. Nonostante l’approvazione della legge contro il caporalato e le denunce, anche degli stessi migranti, il fenomeno dell’intermediazione illecita nel lavoro nell’agro pontino non si è mai fermato.

https://ilmanifesto.it/morto-il-bracciante-indiano-mutilato-e-abbandonato

La foto è tratta da il Manifesto

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1 commento

  1. c’è poco da commentare, molto da urlare contro la nuova schiavitù autorizzata nel silenzio di un capitalismo mandante e complice, di una intera società complice di questo genocidio di lavoratori, ormai quattro ogni giorno. Si, siamo tutti colpevoli, nessuno escluso, lo siamo nel momento in cui leggiamo il fatto di cronaca, quattro righe nascoste nella decima pagina o quando ascoltiamo il notiziario del telegiornale e diciamo poverino, poi continuiamo a mangiare già dimentichi della notizia, assorbiti da quella successiva. Ormai non abbiamo più tempo. Perché? Perché siamo tutti morti e non lo sappiamo. Morti dentro.

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