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Si può parlare con leggerezza e ironia di una città piegata da guerra, bombe, eruzione del vulcano? E, allo stesso modo, di un leader politico che ha attraversato clandestinità nel proprio paese, la ferocia di una sanguinosa guerra civile contro una Repubblica legittimamente eletta dal popolo e che torna in Italia dopo 18 anni di esilio?
Tonino Scala ci dimostra che sì, si può fare! Perfino parlando della Napoli del 1944-45, dei bombardamenti tedeschi che seguono quelli alleati, con la cenere del Vesuvio, con la fame di un intero popolo. E parlando di una persona così carica di una sua serietà storica potremmo dire come Palmiro Togliatti.
E questo è UNA FALCE, UN MARTELLO, UNA CITTA’. 1944. Ercole Ercoli sbarca a Napoli. Infinitimondi 2024
E Scala riesce in questa operazione leggerezza e ironia perché sente intimamente come sua quella storia, quella radice da cui la lotta per la riconquista della libertà, la Costituzione, una frontiera più avanzata di battaglia per la giustizia sociale e la liberazione umana hanno tratto alimento. E’ in questa combinazione per tanti versi unica che si è forgiata, pur con le sue contraddizioni e con i suoi limiti, la funzione nazionale esercitata in tutta la sua storia dal PCI e dalle tante generazioni di militanti che ne hanno arricchito e vivificato il percorso.
E questo lavoro, questa storia romanzata assume un valore ancora più importante in questo tempo in cui si cerca di consumare, ancora una volta, in un’operazione che procede ad ondate successive, la rottura del presente con quella radice come condizione necessaria per quell’affermazione dei disegni attuali di svuotamento di democrazia e Costituzione che forze potenti non hanno mai smesso di perseguire.
E allora è di questa sostanza dura che è fatta la leggerezza di scrittura di Scala che ci parla della Napoli che trova Togliatti e di Salvatore Cacciapuoti, di Maurizio Valenzi, di Clemente Maglietta…e di un Togliatti che attende impaziente e in mutande l’arrivo del vestito, che fino alla fine non si sa se effettivamente arriverà, nella mattinata in cui deve recarsi al Modernissimo per un discorso che effettivamente ha fatto storia nelle vicende del nostro paese.
Poiché non è un giallo possiamo ben dire che, senza svelarvi niente del gusto di leggere i dettagli nel romanzo, il vestito arriverà e il racconto si chiude con l’immagine di Palmiro Togliatti che si avvia verso il Modernissimo.
E così ci è parso giusto immaginare il passaggio più plastico possibile dal romanzo alla storia con la ripubblicazione di quel famoso discorso di Palmiro Togliatti che , letto oggi continua a presentarsi come una grande lezione di politica che ha ancora molto da dire. E così inauguriamo la Collana di Infinitimondi DISCORSI MERIDIANI. Discorsi e interventi di donne e uomini del Sud o comunque tenuti nel Mezzogiorno che hanno fatto storia o che hanno concorso a farla.
Gianfranco Nappi


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