Nasce la nuova collana di Infinitimondi                               DISCORSI MERIDIANI  Discorsi e interventi di donne e uomini del Sud o comunque nel Mezzogiorno tenuti che hanno fatto storia, che hanno concorso a farla o che su di essa hanno riflettuto

Il primo volume della collana è dedicato a Palmiro Togliatti e al suo discorso del Modernissimo di Napoli dell’11 aprile 1944 : l’Italia è un paese spaccato in due dalla guerra e dalla linea del fronte mentre Napoli è letteralmente in ginocchio per i bombardamenti.  Ed è qui che arriva Palmiro Togliatti a fine marzo e in quell’11 aprile tiene un discorso che davvero ha fatto storia in una fase cruciale della vicenda del Paese. Ed è quel discorso che pubblichiamo con una densa prefazione di Francesco Barbagallo.

IN PRIMA PRESENTAZIONE  giusto 80 anni dopo, l’11 aprile 2024 alle ore 17.30 alla Fondazione Circolo Artistico e Politecnico Ets.  A discuterne sono Antonio Bassolino, Francesco Barbagallo, Rosaria De Cicco e Tonino Scala. Saluti di Carlo Falcone e introduzione di Gianfranco Nappi.

E SI PRESENTA INSIEME ANCHE IL NUOVO ROMANZO DI TONINO SCALA, già autore di diverse opere e un impegno civile e politico di lunga data, ha scritto un nuovo romanzo dedicato alla Napoli di quel periodo e proprio a quel  Palmiro Togliatti che arriva in città, accolto dai suoi compagni di partito, Maurizio Valenzi, Salvatore Cacciapuoti, Clemente Maglietta…E l’incontro di Togliatti e Napoli rappresenta la chiave fondamentale del racconto che si chiude narrativamente proprio con il Segretario del PCI che si avvia verso il Modernissimo per il suo comizio.

PROPOSTI INSIEME Ed è per questo che i due volumi sono proposti insieme: si può ben dire che dove finisce il romanzo comincia la storia. Per richiederlo scrivi a infinitimondirivista@gmail.com

Dalla Prefazione di Francesco Barbagallo:

Nell’inverno del 1944 la situazione politica nel regno del Sud, controllato dall’Allied Military Government (AMG), appare ancora bloccata dal contrasto istituzionale insorto tra i partiti antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale e il governo regio presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio. A marzo si concludeva la trattativa avviata al principio del ’44 tra il diplomatico italiano Renato Prunas, segretario generale del ministero degli Esteri, e il rappresentante sovietico nel Mediterraneo Andreij Vysinskij, che assicurava al regno del Sud il riconoscimento da parte dell’Unione Sovietica. Le conseguenze di questo accordo erano di grande importanza. L’URSS otteneva quanto si era visto ripetutamente negare dagli alleati anglo-americani, il coinvolgimento cioè nelle questioni dell’area mediterranea, e si mostrava favorevole alla formazione di un governo italiano di unità nazionale antifascista con la partecipazione del Pci. L’Italia di Vittorio Emanuele III e di Badoglio cercava di estendere le sue relazioni internazionali al fine di rendere meno dure le condizioni della resa imposta dagli anglo-americani e di consolidare il suo evanescente governo. Qualche giorno dopo sbarcava a Napoli Palmiro Togliatti.

In effetti Ercoli aveva chiesto di tornare in Italia subito dopo la caduta del fascismo, il 27 luglio 1943, a Georgi Dimitrov, segretario dell’appena disciolto Comintern. E tornerà a porre con forza sempre a Dimitrov la questione del suo ritorno in Italia il giorno dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania, il 14 ottobre 1943: <è necessario che noi stessi abbiamo un’opinione chiara sulla questione della partecipazione dei comunisti al governo Badoglio>, in modo da potere influenzare la posizione dei compagni italiani <mediante le nostre trasmissioni>.

Già il 10 settembre -due giorni dopo la resa incondizionata dell’Italia agli anglo-americani- Togliatti dichiarava da Radio Milano Libertà che se il governo Badoglio prenderà <nelle sue mani, apertamente senza esitazioni, la bandiera della difesa dell’Italia contro la vile aggressione hitleriana … il popolo gli darà il suo appoggio>. E il 23 settembre darà un giudizio positivo al proclama di Badoglio per la lotta del popolo contro i tedeschi e lo riconoscerà quale <capo del governo legittimo del nostro paese>. Ancora più significativo è il discorso del 16 ottobre, sempre da Radio Milano Libertà, che si dichiara favorevole ad accogliere l’invito di Badoglio ad ampliare il suo governo ai partiti antifascisti.[3] Come osserverà Paolo Spriano, <la linea è evidente: collaborare con Badoglio, spostare l’asse politico del suo governo, trasformare il governo del maresciallo in un governo democratico, di unità nazionale>.[4] Ma non è la linea del CLN di Roma e nemmeno del CLNAI di Milano, che sono ben lontani da ogni idea di collaborare col re e con Badoglio…


Dal Romanzo di Tonino Scala :

” È notte.

È una tranquilla notte napoletana in una città bombardata, devastata, appaurata.

C’è il coprifuoco, le strade sono deserte. Solo le fioche luci dei lampioncini fanno compagnia a un lastricato freddo, umido e senza via d’uscita.

La luna illumina le macerie, i palazzi bombardati, una città ferita anche nell’animo.

È lì, imponente, mastodontica, con venature rosse, sembra guardare quei vicoli desolati ed accompagnare le anime in pena che provano a prendere sonno in una lunga notte che non passa.

Quanto dura una notte? Poco. Da queste parti invece, è lunga una vita. Qui la notte bugiarda accompagna anche i giorni pieni di un sole che non riscalda da troppo tempo.

Prova compassione la luna.

L’unica cosa di cui non ha bisogno questa gente.

Silenzio. Parla lei, la regina di una notte come tante. Di una notte, notte anche di giorno. Di una nottata che attraversa le vite, le esistenze rassegnate di una città rassegnata ad un destino che sembra già scritto. Parla non dicendo niente. Parla bagnandosi nell’acqua di un mare calmo in un tempo agitato da tensioni e paure.

Sovrasta il Gigante che, nonostante l’ora tarda, continua a fumare. Speriamo faccia solo questo.

Solo otto giorni fa, un suo moto interno, che lo liberò dalla lava pressante, mise a soqquadro una città già sottosopra, provocando cinque morti. Poca roba rispetto ai trecento, o forse più, morti dei bombardamenti tedeschi del 17 marzo.

Dal centro città, la lava si vede ancora. I bracieri sono ancora accesi e chissà per quanto tempo lo saranno.

A volte ci si mette pure il Vesuvio…”

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