Sono anni che si discute dell’emergenza sanitaria nell’Area Nolana, argomento ancora più attuale ora che l’emergenza è diventata regionale e nazionale. Punto focale delle discussioni è sempre stato il Presidio Ospedaliere Santa Maria della Pietà di Nola, al centro di vicende a volte eroiche, per il sacrificio lavorativo dei suoi dipendenti, a volte al limite di vicende legate alla malasanità.
Il tempo è trascorso tra finte inaugurazioni e promesse inevase di nuovi investimenti e ampliamenti, la situazione è sotto gli occhi di tutti, in certi casi ineffabile!
Qualche cosa si è fatto, vicende anche tristi hanno spinto chi doveva, a guardare la crudele realtà del nosocomio Nolano, e a concedere qualche nuova attrezzatura o a migliorare un reparto, ma in sostanza queste concessioni non ne hanno modificato realmente le sorti e la potenzialità. È opportuno, in questo momento, quando circolano ancora più frequentemente chiacchiere e promesse, fare luce sulla situazione.
L’associazionismo Nolano, nel vuoto creato e gestito dai vari rappresentanti politici locali, a tutti i livelli, ha deciso di non chiudere gli occhi, di attivarsi alla ricerca di quelle verità taciute o contraffatte, che impediscono la invocata e necessaria soluzione nell’interesse dei cittadini utenti dell’Ospedale.
L’attuale sede dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola fu costruita tra fine anni ’60 ed inizio anni ’70 del secolo scorso (1972) e destinata ad un’utenza di più di 500 mila cittadini che comprendeva, oltre l’agro Nolano, il Baianese e la valle di Lauro. I posti letto disponibili erano circa 150, compresa la struttura distaccata di Pollena Trocchia. La media era di tre posti letto ogni diecimila abitanti, nettamente inferiore alla media nazionale e regionale.
La nascente struttura ha avuto ottimi professionisti, che si sono poi distinti nel loro campo nei vari ospedali cui sono approdati successivamente, dove hanno migliorato le loro conoscenze mettendo a frutto l’esperienza a Nola maturata, e diventando spesso un riferimento nel loro settore.
Quindi le premesse di una crescita c’erano tutte e le promesse non sono mai mancate.
Purtroppo in questi anni l’Ospedale non è cresciuto, anzi è andato via via perdendo pezzi e opportunità, conoscendo periodi molto critici, durante i quali soprattutto il personale ha mostrato un grande spirito di sacrificio e abnegazione, sopperendo alle tante mancanze strutturali e difficoltà gestionali. Le varie riorganizzazioni della sanità a livello nazionale, hanno inserito Nola nell’ASL Napoli 3 Sud, diventando di fatto un’appendice del distretto che ha il centro direzionale fra Torre del Greco e Castellammare. La gestione è sempre stata politica, i direttori sono stati tanti e per i continui avvicendamenti non hanno mai permesso quella continuità gestionale necessaria in un’area così critica.
Qualcosa veniva realizzato, come il nuovo pronto soccorso, in condizioni veramente brutte ed inadeguato quello precedente, e poi l’aumento delle camere operatorie che erano soltanto due, da disputarsi fra i vari reparti per averne il necessario uso. Condizioni ottimali e di buon livello venivano raggiunte in qualche reparto, grazie anche al notevole impegno dei responsabili, ma alla fine tutto si è rivelato non sufficiente perché nel frattempo l’Ospedale perdeva sempre più “posti letto” e personale.
Come in premessa, specialmente in occasione di eventi duri e spiacevoli, si rincorrevano voci su possibili ampliamenti, nuove strutture, nuove attrezzature. La tanto sospirata risonanza magnetica, ha avuto anche un taglio del nastro qualche anno fa, ancora oggi è in embrione!
CIVITAS, cittadinanza attiva, Associazione nolana insieme ad altre Associazioni locali, ha seguito con attenzione e partecipazione l’evoluzione negativa dell’Ospedale, ha segnalato da tempo problemi e difficoltà con documenti messi a disposizione della collettività, documenti che raramente hanno ricevuto la dovuta e necessaria attenzione dagli organi dirigenti e decisionali dell’ASL di appartenenza e dagli amministratori locali.
Il nuovo pronto soccorso si è rivelato insufficiente, molti reparti sono stati trasformati in ambulatori, la ricettività è scesa al di sotto dei 100 posti letto in totale. Mentre la media nazionale e regionale è salita oggi, a 40 posti letto ogni diecimila abitanti, nel territorio Nolano è di soltanto 4 posti letto. La crisi della sanità è generale in Italia e in particolare nella Regione Campania, è ancora più dura e tragicamente vissuta nel territorio Nolano.
Il Presidente della Regione, On. Vincenzo De Luca, che ha mantenuto per sé la delega alla sanità, si batte continuamente per far emergere le differenze fra la sua Regione e quelle del resto dell’Italia, chiedendo, con insistenza, maggiori risorse, e distribuendo, quelle presenti, assegnate alla Regione con “Accordi di Programma”, secondo criteri oggetto di “Programmazioni annuali”. In varie occasioni pubbliche, fra le cose da fare per la sanità locale, ha dichiarato che ci sarebbe stato “l’ampliamento dell’Ospedale di Nola”, o “un nuovo Ospedale” ovvero “un Ospedale nuovo” a Nola. Le sue dichiarazioni hanno creato spesso dubbi e confusione, “ampliamento” o Ospedale “ex novo” avevano lo stesso significato o erano progetti diversi?
CIVITAS ha cercato di fare chiarezza sui tanti punti impliciti in queste dichiarazioni ponendo domande alla Regione, alle quali non ha mai ricevuto risposte. Ha invitato ufficialmente il presidente De Luca a venire a Nola e a spiegare ai cittadini il progetto dichiarato. La richiesta è stata sottoscritta dai Sindaci del territorio, dalla Chiesa locale e da sedici associazioni operanti nell’area. Sono stati informati dell’iniziativa anche i sette Consiglieri regionali eletti nel collegio. Qualche consigliere regionale ha diffuso la voce, sventolando un documento regionale, di un progetto già approvato, che prevede la spesa di 77 milioni di euro per l’ampliamento della presente struttura, con il raddoppio dei posti letto. Maggiori informazioni sulle problematiche legate a tale progetto non si sono avute, nessuno ha pensato a dare risposte a domande logiche e inevitabili.
CIVITAS ha recepito questo documento lo ha letto e tratto le dovute conclusioni.
Si tratta del Decreto Dirigenziale N° 102, della Regione Campania, datato 08/03/2023, avente per oggetto “Accordo di programma art. 20 della legge 67/88 IV Fase – ASL Napoli 3 Sud: Lavori di ampliamento ed adeguamento del Presidio Ospedaliere Santa Maria della Pietà di Nola”.
Nelle premesse si parla della sottoscrizione di un Accordo di Programma del 23/08/2019 per gli interventi di edilizia sanitaria, che assegnava alla Regione Campania un importo complessivo di 1.083.450.286 euro. Nell’ambito di questo programma erano previsti due interventi per l’ASL Napoli 3 Sud, che riguardavano l’Ospedale di Nola.
- Ampliamento del P.O. di Nola: prevede la costruzione di un nuovo blocco centrale per l’attivazione di 90 nuovi posti letto. L’importo stanziato era di 18.500.000 euro di cui 2 milioni per acquisto attrezzature. (Scheda N° 8)
- Realizzazione del reparto di Radioterapia del P.O. di Nola: prevede la costruzione di un bunker per un Acceleratore Lineare e relativa impiantistica. L’importo stanziato era di 4.500.000 euro di cui 2.400.000 euro per l’acquisto di attrezzature. (Scheda N° 10)
Negli anni successivi, sino al 2021, sono state stanziate risorse aggiuntive per la Regione Campania, sino a 800 milioni di euro, che hanno dato luogo a nuovi “Accordi di Programma” per la loro destinazione. Nel frattempo i progetti previsti dall’accordo del 2019 non venivano portati avanti, si provvedeva soltanto ad interventi di manutenzione o di necessità.
Il PNNR ha stanziato anche risorse per la messa in sicurezza antisismica e per l’efficientemente energetico delle strutture sanitarie e l’Ospedale di Nola rientra fra gli interventi previsti con un fondo di circa 8,5 milioni di euro spendibili subito.
L’ASL Napoli 3 Sud ha dato incarico per uno studio di fattibilità tecnica ed economica dal quale risulta che per problemi strutturali dell’esistente fabbricato non sono possibili ottenere risultati per il miglioramento energetico, le risorse stanziate non sono sufficienti, e soprattutto “l’invasività degli interventi necessari per l’adeguamento antisismico, dovuti alle notevoli criticità rilevate sulle strutture portanti, sarebbe del tutto incompatibile con lo svolgimento delle attività assistenziali”.
In sostanza, quindi, non è possibile spendere i soldi del PNNR perché gli obiettivi previsti e inderogabili non sono raggiungibili.
Alla fine si prospetta la necessità di realizzare un ampliamento della struttura in grado di ospitare sia gli interventi previsti e già stanziati nelle schede 8 e 10 sia quelle attualmente presenti nella costruzione esistente (pronto soccorso, rianimazione, blocco operatorio, ecc.).
I posti letto totali rimarrebbero 90!
E tutto questo prevede risorse per 77 milioni di euro di cui soltanto 23 già individuati e approvati.
Ne mancano quindi 54 da individuare!
Ad obiettivo raggiunto, si procederà all’indizione di una conferenza dei servizi decisoria sulla base del progetto definitivo acquisito, per ottenere tutti i pareri necessari alla realizzazione dell’opera.
Il documento decreta che gli interventi già finanziati per 23 milioni di euro verranno inglobati nel nuovo progetto, e che questo è in linea con il redigendo nuovo accordo di programma, nel quale verrà inserito con un finanziamento di 77 milioni di euro.
Le criticità del progetto, per mancanza di informazioni certe e non fornite malgrado le ripetute richieste, risultano:
- Mancano 54 milioni di euro;
- I posti letto rimangono 90, assolutamente insufficienti;
- Del progetto non si conoscono i dati dell’ampliamento, le fasi, l’ubicazione dei servizi e l’invasività degli interventi, visto che l’assistenza, attualmente fornita, dovrebbe essere assicurata durante i lavori che si faranno.
- I tempi.
- Che fine farà l’attuale struttura.
E ancora:
- esistono documenti successivi a quello a cui si fa riferimento? Se non esistono, quali sono le risposte alle criticità avanzate?
- Ci sono alternative al progetto proposto? L’attuale ubicazione dell’Ospedale in un una zona interessata da un traffico veicolare rilevante e dai i lavori per la nascente Università Parthenope, è la più idonea e funzionale? Una delocalizzazione della struttura in area più idonea non sarebbe la soluzione più praticabile e con meno criticità?
Queste e altre ancora sarebbero le domande che CIVITAS e le altre associazioni coinvolte, la Chiesa Nolana e i Sindaci dell’Area, vorrebbero porre agli interessati, ma malgrado avessero chiesto ufficialmente un incontro agli enti regionali preposti, ad oggi non hanno avuto risposte.
Nola è figlia di un Dio minore!
A cura di CIVITAS