Rigenera. Tre giornate di lavoro e di confronto con tanti contributi da tutta la Campania. Il primo giorno segnato dagli interventi delle Associazioni giovanili e da una vera e propria lectio di Ugo Leone. Il secondo, da quello del mondo dell’urbanistica, con Sandro Dal Piaz e Francesco Escalona; dei lavoratori edili con la FILLEA e il loro Manifesto nazionale per la Rigenerazione urbana e sociale e il confronto con i Parlamentari. Il terzo giorno di messa a punto conclusiva e con i contributi di Alessandro Genovesi Segretario Generale della FILLEA CGIL; Pier Giorgio Ardeni Docente Universitario dell’Università di Bologna; , Andrea Fabozzi neo direttore de il Manifesto e Luciana Castellina, una vita spesa per il rinnovamento sociale e culturale del paese e un impegno straordinario in questi anni sui temi dei cambiamenti climatici.
Ad arricchire l’ospitalità del Circolo ILVa anche i pannelli di una bella mostra dedicata a Rocco Scotellaro, realizzata dalla CGIL di Avellino e curata da Paolo Speranza per la quale ringraziamo Franco Fiordellisi Segretario della CGIL irpina.
Sono sempre di più a tracciare e percorrere questa rotta nuova. E’ un fatto positivo, bello perfino direi. Tra gli altri, dopo Maurizio De Giovanni e Franco Arminio, un altro scrittore importante come Bruno Arpaia si è detto partecipe di questo sforzo e ieri mattina è venuto a trovarci Patrizio Rispo, attore napoletano tra i più bravi e sensibili.
Dovremo imparare ancora di più e sempre meglio a saper lavorare insieme, tenere vivo il confronto tra storie e culture diverse, fare in modo che ciascuno e tutti si sentano a casa loro in questo impegno che non ha fini diversi da quelli proclamati negli obiettivi e nei contenuti della prossima Proposta di Legge i cui contorni escono più nitidi dal lavoro di queste tre giornate: è urgente costruire una svolta non solo nel fronteggiare i cambiamenti climatici in Campania ma soprattutto nel fare andare avanti quella conversione radicale ecologica della società e dell’economia, del pensiero perfino che non solo è obbligata per fronteggiare la crisi climatica ma può restituire a ciascuno e ciascuno di noi, nel suo affermarsi, livelli più alti di qualità della vita, di aria pulita, di territori ricchi di inclusione sociale.
In tanti territori si vanno organizzando Laboratori locali che a loro volta aggregano forze ampie. Tra i tanti voglio segnalare il lavoro straordinario che in una realtà così decisiva per l’intero discorso nostro come il Cilento, il Professore Pasquale Strazzullo, già Presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana va compiendo con un Gruppo di lavoro che al momento ha già coinvolto oltre 100 esperienze di quel vasto territorio le quali oltre a concorrere ai contenuti della Proposta di Legge pensano anche di promuovere una iniziativa proprio sulle specificità di quella parte della Campania. Ma avviene al tempo stesso nella città di Napoli, nell’area Nord della Provincia, in quella Nolana, in quella Vesuviana, in città a Salerno, in Irpinia, da ultimo anche nel Sannio.
Stiamo pensando anche di costruire un momento di confronto che veda protagonista il mondo dei produttori di qualità dei nostri territori, dell’impresa agricola, del lavoro contadino che consentirà con loro di focalizzare ancora meglio i contenuti della proposta finale.
Abbiamo convenuto che entro la metà di novembre si passerà dal testo programmatico all’articolato della proposta di legge che si porterà ai primissimi di dicembre all’appuntamento deliberativo.
E poi, il 13 e 14 gennaio si partirà con la raccolta delle firme.
E con la raccolta delle firme, i banchetti, dovremo sviluppare, territorio per territorio una ulteriore fase di approfondimento e individuazione di alcuni contenuti, presenti anche nella proposta che elaboreremo, ma utili per animare vere e proprie vertenze.
Insomma, il tentativo, con tante forze al lavoro insieme – già oggi oltre 100 tra Associazioni, movimenti, organizzazioni sindacali, singole personalità – può essere quello di realizzare per davvero, nei quattro mesi di raccolta delle firme, un salto nella affermazione di nuovi livelli di cultura e di consapevolezza diffusa nella società sulla centralità di questa battaglia.
Un’ultima notazione: in questo percorso dovremo saper far emergere la verità opposta a quella che in modo sempre più forte da consistenti settori di potere politico, economico e lobbistico si tende ad affermare, e cioè che la lotta contro i cambiamenti climatici è roba da ricchi, da chi sta bene e si può permettere di baloccarsi con tali questioni. Dovremo farlo per evitare che i settori più esposti della società, i più deboli, che pagano più di tutti gli effetti dei cambiamenti e dei livelli di compromissione della natura diventino anche inconsapevolmente strumento di una campagna i cui effetti negativi colpirebbero in primo luogo proprio loro.
Insomma, la conversione ecologica è nell’interesse di tutti ma certo in primo luogo di chi meno ha. Un solo esempio concreto: questa estate nel Sud ci sono stati per effetto delle bombe di calore 1500 morti in più che al Nord, e tra di essi i più erano in condizioni economiche precarie.
Ci aspetta un lavoro difficile, non facile ma anche appassionante.
Gianfranco Nappi