Ringrazio la Dott.ssa Fiorinda Livigni per aver organizzato questo Convegno in ricordo di Giuseppe Cantillo con gli amici, gli allievi, e suoi collaboratori più stretti. Come lei , fui colpita favorevolmente, giovanissima, malgrado non amassi Hegel, dalla sua traduzione e interpretazione della Filosofia Jenense. Portai il suo testo G.W. Hegel Filosofia dello spirito jenese (Laterza, Bari 1971) al secondo esame di Filosofia morale. Questo libro ha aperto una nuova stagione di studi e ricerche sullo Hegel jenese e non solo, suffragato poi dai suoi successivi, Le forme dell’umano. Studi su Hegel (Napoli, Esi, 1996) e L’istinto della ragione. Logica, vita, diritto in Hegel (Luciano, Napoli 2012).
Già da questo primo testo, Cantillo pur essendo allora giovanissimo, manifestò le sue capacità di analisi filologica ,che è una caratteristica che ha mantenuto fin agli ultimi suoi scritti. Nel libro Aldo Masullo ,l’interrogazione del reale, curato da me in memoria del nostro comune maestro, pubblicato recentemente (Liguori, Napoli 2022) con un saggio dal titolo Tra coscienza e senso. Il pensiero morale, egli ripercorre in modo puntuale, in poche pagine, questo tema attraversando l’ampia e nutrita opera di Masullo fin da libro Intuizione e Discorso che è del 1955.

Ho conosciuto Pino, giovanissimo collaboratore di Aldo presso la cattedra di Filosofia morale da allieva, e poi sono diventata sua collaboratrice quando ha ricoperto la stessa cattedra quando Aldo Masullo è andato in pensione. Cominciai a frequentare le lezioni di Aldo Masullo, e quindi i seminari di Pino negli anni 68/70. Aldo mi ha subito affascinata per la sua capacità di svolgere temi filosofici difficili in modo “pindarico”, è stato per me come un colpo di fulmine e l’ho scelto come maestro. Pino non ha la stessa “presa” a prima vista, ma nel tempo con la sua vicinanza discreta, con il suo interessamento costante riesce a penetrare nella anima, lasciando una impronta indelebile . Infatti mi ha iniziato, molto più tardi dall’inizio della nostra lunga frequentazione, allo studio di Karl Jaspers, che ha costituito una svolta decisiva nella mia ricerca filosofica. Studioso di Hegel, profondo conoscitore della Fenomenologia husserliana e dello Storicismo tedesco (in particolare Treoltsch), Cantillo si è contraddistinto perché insieme a Umberto Galimberti è stato tra i primi a introdurre in Italia la opera completa di Jaspers . Ha tradotto anche suoi testi inediti, perché ha sempre sostenuto che per comprendere bene un autore bisogna leggerlo nella sua lingua di origine.
Aldo Masullo ha introdotto nella aree filosofiche culturali e universitarie napoletane Fenomenologia e Esistenzialismo prediligendo Heidegger ma soprattutto Sartre. Jaspers non era un suo autore. Si meravigliò (ha seguito i miei studi ben oltre il pensionamento) quando gli dissi che avevo intenzione di virare la mia ricerca universitaria verso Jaspers. In Italia era comunque allora di moda Heidegger, Jaspers era appena conosciuto attraverso la Storia della filosofia di Abbagnano del 1946 che si era soffermato solo su un aspetto della sua ampia opera: quella più filosofica. Cantillo invece nella sua Introduzione a Jaspers ( Laterza, Bari 2001) si è soffermato di più sugli scritti psicologici (Le visioni del mondo) e la Psicopatologia trovando legami con la sua visione dell’esistenza e della soggettività umana.

Cantillo è stato sempre sensibile al tema della persona e della esistenza umana, mai chiusa in se stessa ma sulle orme di Fichte e di Masullo sempre aperta alla rapporto con l’altro. La relazione duale, io-tu come quello della Comunicazione esistenziale sono al centro della filosofia jaspersiana (come quella di Cantillo) e si ripercuotono fortemente nella sua visione della Psicologia ,della Psicopatologia e del rapporto Medico-Paziente. Secondo Cantillo Jaspers ha sperimentato i limiti di una Psicologia e Psicopatologia che ha introdotto nuovi metodi di tipo oggettivo che “lavorano con apparecchiature, misurazioni, calcoli”. Ha sperimentato che questi metodi possono costituire un importante aiuto per la psicopatologia, ma non possono da soli rispondere allo scopo principale di queste discipline che è quello di conoscere la vita soggettiva del paziente e comprendere la sua personalità. Per l’attuare ciò c’è bisogno di «“metodi che non escludono l’elemento soggettivo: “i metodi del ‘comprendere’ e della rielaborazione concettuale dei nostri ‘Erlebnisse di empatia’”, grazie ai quali soltanto è possibile aprirci un varco verso l’esperienza interiore dell’altro soggetto».
A questa sua interpretazione si aggancia il mio libro: Karl Jaspers. Filosofo e medico, che è diventato uno degli autori fondamentali della scuola di counseling filosofico Metis, da me fondata nel 2007. Pino stesso ha partecipato a seminari e ha svolto per la scuola lectio magistralis proprio su Jaspers. Presto sarà pubblicato un suo scritto inedito nel libro che raccoglie l’esperienza dei primi 15 anni di lavoro della Metis da titolo: I fondamenti metodologici della concezione del rapporto medico-paziente in Jaspers: Il pluralismo metodologico della Psicopatologia.
Credo che l’interpretazione di Giuseppe Cantillo del pensiero di Karl Jaspers possa essere un filone di approfondimento che offro come suggerimento alla Dott.ssa Livigni per seminari e giornate di studio da svolgere presso l’ Istituto Italiano per gli studi filosofici.

Giovanna Borrello



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1 commento

  1. La forte testimonianza di Giovanna Borrello spalanca la porta sulla drammatica perdita di una intera generazione di pensatori di quella che chiamerei scuola napoletana: con Pino Cantillo, Aldo Masullo, Paolo Augusto Masullo, Bruno Moroncini, e aggiungerei anche Morselli e Galasso.
    Oltre questa porta non deve e non può esserci il vuoto, ma il desiderio di raccogliere e cavalcare questa straordinaria eredità.

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