CHE NE SARA’ DEL “PARCO VERDE” DI CAIVANO?

di Enzo Falco (Sindaco dal 29.09.2020 al 01.08.2023)

Ecco, ci risiamo. Di nuovo i riflettori puntati sul quel quartiere nato a Caivano nel dopoterremoto del 1980 per dare un’abitazione agli sfollati di Napoli che stavano da tempo nei containers. Ancora una brutta storia di stupro da pare del “branco” ai danni di due bambine, ancora più grave come episodio perché messo in relazione alle drammatiche vicende di Fortuna Loffredo e Antonio Giglio, che però abitavano nel complesso ex Iacp e non nel Parco Verde.

La riflessione è che in quel quartiere l’infanzia sia negata, ma si fa erroneamente sempre riferimento al “Parco Verde” mentre ci sono altri due agglomerati che riguardano l’ex Iacp.

L’infanzia è negata in tutti i quartieri che nascono da veri e propri errori urbanistici. L’edilizia economica e popolare non deve essere concentrata in quartieri “ghetto”, ma diffusa all’interno del tessuto urbano delle città. Che sia “167” o “219” non è possibile immaginare un quartiere con quelle caratteristiche di concentrazione, dove, peraltro, è bene precisare, la maggior parte degli abitanti sono brave persone, lavoratori onesti e dediti al bene delle proprie famiglie.

Ovviamente gli stupri, i femminicidi, le violenze di genere non avvengono solo a Caivano o a Palermo ma in tutto il mondo. Che siano legate a “modelli misogini crudeli” come dice Marco Rossi Doria o, come dice il maestro di strada Cesare Moreno, “è un problema narrativo, il sesso non c’entra niente” o se è dovuto all’”incultura patriarcale” dominante come dice la scrittrice Nadia Verdile o deriva dallo “scrolling e dai social” come dice una insegnante, è certamente trasversale anche a tutti i ceti sociali. Si potrebbero fare esempi significativi anche molto recenti.

Allora il tema non è lo stupro (che è e rimane un fatto gravissimo), ma le periferie urbane, quelle delle grandi città non solo italiane, e delle periferie all’interno di queste periferie come sono i quartieri realizzati con queste caratteristiche che qualche studioso, come il prof. Michele Lanna, chiama “no law zone” (aree di interdizione legale) o qualche altro studioso chiama “contesto anomico”.

Chi non ricorda i film sulle banlieue francesi, “La Haine” di Mathieu Kassovitz o “I miserabili”, dramma francese del 2020 di Ladj Ly; “Solo contro tutti” di Gaspar Noé o “Banlieue 13” di Pierre Morel  o “La promessa – il prezzo del potere” di Thomas Kruithof? 

Rappresentano uguali e analoghe problematiche.

Il problema è la mancanza di occasioni di lavoro per i giovani; le periferie sono ghetti anche perchè sono sacche di povertà nell’assenza di piani di sviluppo complessivi al Sud (cosa determinerà ancora di più in negativo l’autonomia differenziata fortemente voluta dalla Lega?). Questo alimenta ulteriormente il degrado, in un contesto generale nazionale di violenza sulle donne e in generale di violenza materiale sui soggetti deboli e marginali.

Adesso ci saranno i grandi riflettori accesi, ci saranno le solite passerelle, tutte operazioni che di solito (mi auguro di no!) sfiorano la superficie dei problemi ma non entrano nella “carne viva” delle questioni che sono e resteranno aperte, sempre che non si metta mano allo sviluppo di politiche che vedano lavorare insieme e in sinergia Istituzioni, Scuole, Parrocchie, Famiglie, Terzo Settore.

Non è più il tempo delle analisi e delle riflessioni, è il tempo di agire.

In una lettera che ho spedito il 30 novembre del 2020, ( 1 ) a due mesi dal mio insediamento di Sindaco, al Presidente De Luca, all’Assessore all’Urbanistica Discepolo, all’Assessore alla Scuola e alle Politiche sociali Fortini e al Prefetto, già definivo le cose da fare, assumendo peraltro anche le responsabilità che attenevano all’Amministrazione e al Comune.

“Quegli alloggi sono stati costruiti malissimo e determinano uno sperpero di risorse  economiche, energetiche, idriche che nessun Comune potrà mai affrontare, tanto meno gestire. Soprattutto non danno il senso di un civile abitare.

Andrebbero abbattuti e ricostruiti come è accaduto con le Vele a Scampia con l’accordo di programma tra il Comune di Napoli e la Regione Campania del 2006. Andrebbe abbattuta simbolicamente la palazzina ex Iacp dove sono stati uccisi barbaramente due bambini vittime di pedofilia.

Lì, nel Parco Verde ma un po’ in diversi quartieri di Caivano, c’è bisogno di più Stato, ovviamente quello repressivo fatto da tutti gli organismi di controllo, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza (sotto la spinta del Comune, con l’aiuto dell’Assessore regionale alla legalità Morcone e di Padre Maurizio Patriciello c’è stata l’auspicata istituzione della Compagnia dei Carabinieri che ha dato subito un notevole impulso al contrasto all’illegalità e alla lotta contro la camorra). Ma serve anche rafforzare l’offerta formativa delle scuole (anche oltre l’orario scolastico); serve un “esercito” di assistenti sociali, sociologi, psicologi, maestri di strada e di chiunque possa sottrarre i ragazzi dalla “scuola” della strada.

Ovviamente il Comune, questo Comune sciolto per infiltrazioni camorristiche e in dissesto finanziario, non vuole sottrarsi ai propri compiti istituzionali e obblighi di legge.

Ma si può essere efficaci ed efficienti con 14 vigili che diventeranno a breve 12 per controllare 27 Kmq? Si può essere propositivi con un Ufficio tecnico ridotto all’osso? Con una ragioneria con due dipendenti? Con una struttura organizzativa che grava fortemente sui lavoratori socialmente utili? Senza un turn over che, negli anni, abbia effettuate quelle sostituzioni fondamentali per il funzionamento di un Comune?”.

Anche per questi motivi, avevo chiesto che la gestione degli alloggi del Parco Verde fosse assunta dall’Acer, più competente e con maggiori mezzi, ma, nonostante una buona interlocuzione con l’Assessore regionale Discepolo, la proposta non è mai stata accettata.

Positiva invece l’interlocuzione con l’Assessore Fortini che ha fatto finanziare la riqualificazione di due campetti polifunzionali affidati all’Associazione  “Un’infanzia da vivere” che gestisce, peraltro, anche un altro campetto polifunzionale riqualificato con un finanziamento di “Fondazione con il Sud”.

Da ultimo, con una nota del 06.12.2022, rappresentavo le ulteriori preoccupazioni legate alla situazione degli alloggi.( 2 )

“Facendo seguito alle diverse note prodotte in questi due anni di mandato, a partire da quella prot. 32333 del 30.11.2020, con le quali si chiedeva un’attenzione particolare sul Parco Verde, sulle condizioni di degrado degli alloggi e sulla necessità di una gestione più efficiente ed efficace che non poteva essere assicurata  dal Comune per mancanza di risorse e di personale, siamo ormai in una situazione di particolare difficoltà.

     Quegli alloggi hanno bisogno di un intervento strutturale sui tetti e sugli ascensori ed hanno bisogno di una gestione da parte di chi è deputato a farlo più e meglio del Comune, l’Acer, cosa ribadita già in quelle note.

      In questi due anni il Comune non è stato certo con le mani in mano:

  1. ha fatto una continua manutenzione, ordinaria con connotazioni straordinarie, nell’ambito delle risorse disponibili, insufficienti;
  2. ha iniziato a far pagare i canoni anche arretrati;
  3. ha bloccato le residenze a chi non era legittimato, nelle more delle verifiche della sanatoria prevista dal Regolamento regionale 11/2019;
  4. sono stati demoliti dei manufatti abusivi camorristici e riqualificato alcune zone con l’aiuto del Commissariato P.S. prima e quello della Compagnia dei Carabinieri nata da poco;
  5. ha collaborato al ripristino di un campo polifunzionale a Via dei Tulipani (Fondazione Sud e UISP);
  6. ha collaborato alla riqualificazione dei campetti di Viale Rosa finanziati proprio dalla Regione Campania;
  7. ha presentato un progetto di riqualificazione nell’ambito del programma “Pinqua”, tramite la Città Metropolitana, che è in graduatoria ma non finanziato.

Resta il nodo drammatico degli alloggi. Paradossalmente proprio l’azione contestuale di recupero canoni e l’insufficiente intervento manutentivo, nel quadro più generale di crisi economica che sta portando le bollette di luce e gas alle stelle, rischia di far esplodere la tensione sociale.

Insomma una situazione potenzialmente esplosiva anche sul piano sociale che proprio non possiamo permetterci.”.

Un capitolo a parte andrebbe, poi, scritto sull’impianto sportivo “Delphinia” e sul Teatro “Caivano Arte” che ho avuto la fortuna di inaugurare da assessore alla cultura e allo sport tra il 1998 e il 1999 con l’allora Sindaca Francesca Falco; due strutture che hanno funzionato a meraviglia fino al 2017/2018 e che ho visto completamente vandalizzate a ottobre 2020, quando mi sono insediato come Sindaco.

Alla fine la domanda è univocamente data: il Parco Verde si può salvare? L’infanzia che vi abita potrà avere un futuro che non sia fatto di degrado?

La mia risposta è inequivocabilmente si! A patto che si facciano quelle cose di cui parlavo sopra o/e che possano essere consigliate da esperti più competenti di me. E riguardano tutte le periferie, non solo quella del Parco Verde di Caivano.

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