Ciascuno di noi di fronte agli eventi di queste ore, di fronte all’Italia spaccata in due tra tormente di grandine e incendi diffusi ; di fronte alle immagini di Corfù, Rodi; al mare della Florida la cui temperatura è arrivata a 38 gradi…e potremmo continuare a lungo, è animato da un sentimento contrastante penso.

Da un lato, avverte il bisogno dell’urgenza di un’azione, di un fare, di un muoversi per fronteggiare un cambiamento che ha assunto carattere accelerato e che preannuncia, nessuno si illuda, ulteriori accelerazioni negative nei prossimi vicini anni.

Ma dall’altro, siamo anche schiacciati, proprio di fronte al carattere globale della contraddizione, da un senso di impotenza: ma che possiamo fare noi singolarmente presi?

Bisogna, pensiamo, lasciarsi guidare dalla prima reazione per contenere la seconda, perchè una cosa è certa: guai a condannarsi al ruolo di spettatori quando non c’è nessuna svolta ambientale, nessuna conversione ecologica, per dirla con il lungimirante Papa Francesco, che si affermerà senza una lotta, senza un urto con uno stato di cose presenti che inerzialmente e per l’azione di forze potenti spinge per non cambiare strada, per non mettere in discussione un equilibrio che ha assicurato fino ad ora grandi ricchezze e potere per pochi scaricando tutte le contraddizioni sul futuro: ecco, ora il futuro è qui. e non è un bello spettacolo.

Quindi muoversi, fare, agire ha una sua utilità fondamentale. Il contributo di ciascuno può essere di grande aiuto. In tutti i modi in cui è possibile.

Sostenendo il Movimento dei Friday for Future che hanno avuto il merito, proprio su scala globale, di dare una spallata ad un muro di gomma che, seppure indebolito comunque resiste ancora. E allora lì c’è da sostenere, spingere insieme. Da parte di ciascuno e di tutti. Ma anche con l’attivismo di Sindacati, grandi Associazioni, del mondo della Scienza che è già ampiamente mobilitato. C’è una pressione ancora più forte da mettere in campo su Governi e poteri istituzionali affinchè gli obiettivi dell’Agenda ONU e quelli degli Accordi sul Clima vengano rispettati e attuati appieno. C’è qui un terreno concreto di lotta, di impegno che vale, che è utile. Imporre questa come questione centrale, come è diventato negli anni della Pandemia troppo presto riassorbiti…

E, insistiamo, un movimento così, è in primo luogo anche un movimento per la pace e per la giustizia sociale.

Ci vorrà un tempo per potere vedere l’efficacia di una strategia di conversione ecologica? Certo. I risultati non saranno immediati. Ma sono sicuri. E’ il più grande investimento sul futuro che si possa fare. E nel frattempo, di fronte ai cambiamenti già in atto, al loro carattere irreversibile sul breve periodo, e forse ormai non recuperabili anche sul medio?

E qui, insieme alla strategia della conversione ecologica che deve condurre alla drastica riduzione delle emissioni climalteranti, deve emergere una nuova e inedita strategia della cura: cura dei territori, cura delle colline e delle montagne, cura dei boschi, cura dei terreni non più abbandonati, cura delle città, dei loro spazi verdi e, insieme, cura delle persone. Ed anche, certo, una politica di mitigazione degli effetti dello sconvolgimento del clima, di adattamento che innestata nella politica principale, quella della conversione ecologica, non è un mettere toppe ma è appunto lo stare vicini a territori e comunità ed evitare che paghino un prezzo troppo forte, evitare la perdita di vite umane, limitare danni sempre più ingenti.

Lavorare quindi per fare in modo che la questione dei cambiamenti climatici e di un nuovo modello di sviluppo sia posta davvero al centro dell’attenzione generale e di tutti i livelli istituzionali.

E’ questa la scelta che insieme ad un crescente novero di Associazioni territoriali, Organizzazioni del lavoro e della produzione, Rappresentanze istituzionali, Movimenti ambientalisti, singole personalità del mondo della Ricerca e dell’Università abbiamo compiuto in Campania ritrovando in questo un ruolo peculiare per la stessa esperienza di un collettivo come quello che edita e anima Infinitimondi : lavorare ad una Piattaforma organica sul tema dei cambiamenti climatici e della strategia e delle azioni che è non solo necessario ma anche possibile mettere in atto a fronte invece di una politica generale che invece in Campania, a cominciare dalle scelte della Regione, si muove o lentissimamente o, addirittura e non su aspetti marginali, in direzione opposta al necessario, come ad esempio sul decisivo tema del consumo di suolo come su quello della gestione della risorsa acqua. Ma sono solo alcuni dei tanti esempi che si possono fare.

I protagonisti di questo percorso che presto si costituiranno in Comitato Promotore e Organizzatore nutrono una doppia ambizione.

Da un lato, dare vita ad una esperienza concreta di elaborazione e scrittura collettiva e partecipata della Piattaforma fino a farla diventare una vera e propria Proposta di Legge Regionale e magari di Iniziativa Popolare: una scrittura che possa avvenire raccogliendo i contributi di tantissime esperienze presenti nei nostri territori, centri di proposta, movimenti di lotta, azioni modello in diversi Comuni.

E dall’altro, proprio mettendo in rete tante esperienze e peculiarità, dare vita ad un movimento che dia più forza a tutti singolarmente presi nelle proprie realtà e tanto forte da imporre un cambiamento strutturale nelle politiche nella direzione della Conversione ecologica dell’economia e delle nostre comunità. E tanto forte in ogni caso da ottenere risultati concreti e tangibili.

Così abbiamo attraversato i primi appuntamenti di approfondimento e di confronto da cui sono già emersi, con il contributo di tanti, come si vede anche dalla ricchezza dei contributi raccolti, i temi fondamentali del lavoro che svilupperemo: la Campania al tempo dei cambiamenti climatici reclama una strategia che si articoli in tre direzioni precise:

a) lotta al consumo di suolo e per una vera rigenerazione urbana e sociale;

b) svolta nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nel contrasto a tutte le fonti di inquinamento e di emissioni climalteranti;

c) svolta inedita verso l’agricoltura e il cibo sostenibili, e quindi anche verso l’Appennino.

In queste settimane lavoreremo alla messa punto delle idee emerse e ai primi di settembre andremo ad una Assemblea generale che avvierà proprio i Laboratori di Scrittura Partecipata che si svilupperanno in tutti i territori della Regione e i risultati di questo lavoro confluiranno poi in un nuovo appuntamento generale a fine ottobre: questa è la prima parte della road map che abbiamo immaginato con tutti i protagonisti al momento mentre rilanciamo l’invito e l’appello a tutti coloro che avvertono una sensibilità comune a diventare anch’essi protagonisti di questo percorso che è aperto e inclusivo e che vede già peraltro avviata una interlocuzione attiva con realtà importanti come Legambiente, Slow Food, la Fillea e lo Spi CGIL, l’Associazione nazionale Nuove Ri-Generazioni e l’Auser, solo per citarne alcune, insieme a diverse Amministrazioni locali di tanti Comuni dell’Appennino come della costa.

Mettiamo ora a disposizione anche questo spazio a tutti coloro che vogliano intervenire, raccontare le proprie esperienze, arricchire il quadro delle idee e delle proposte.

  • L’immagine in evidenza: i tetti di Bisaccia visti da una delle arcate del suo castello.
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2 commenti

  1. Questo testo è molto interessante.
    All’interno ci troviamo argomenti che stanno a cuore a tutti quelli che hanno una sensibilità sul tema e che hanno sempre prestato attenzione a certi argomenti.
    sicuramente sull’energia rinnovabili c’è tanto da dire,proporre e fare.
    Spesso sui nostri territori svogliamo un lavoro di volontariato civico per sensibilizzare la cittadinanza sui temi ambientali, ovviamente non basta. Bisogna costruire un’armonia tra natura e persone e le cose lette prima sembrano proprio andare in questa direzione.
    la volontà di mettersi in gioco c’è ,l’entusiasmo pure ,siamo pronti per partire.

  2. Una riforma urgente della legislazione urbanistica regionale e nazionale in senso assolutamente radicale per il consumo di suolo ZERO e la cura programmata,con piani programmi pluriennali , del territorio , nonché con dotazione di adeguate risorse economiche

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