Di seguito ripropongo un mio post pubblicato su face book aggiungendo una nota finale per Infinti Mondi.

Aldo Schiavone e Claudio Scamardella sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno riprendono la critica al regionalismo proposta dalla destra sovranista, ponendo l’accento sulla necessità di una risposta della sinistra e dei democratici che “rovesci il tavolo” per affrontare alla radice il tema dell’unità sociale e dello sviluppo del Paese aprendo una lotta verticale alla concezione della destra.
Il limite di queste due posizioni, seppur condivisibili in linea di principio, consiste, a mio avviso, nel restare in un quadro di riferimento politico e culturale fermo ai tempi precedenti l’offensiva del neo liberismo che ha imposto uno sviluppo diseguale, frantumato ceti sociali, sviluppando una ideologia individualista ammantandola di ambiguità libertaria, e scegliendo come interlocutori istituzionali i partiti della destra identitaria e sovranista.
Il limite che riscontro nel PD e in una parte del variegato mondo di sinistra più o meno alternativista o antagonista.


Si ragiona su un assetto sociale senza vederne le trasformazioni strutturali processate dal neoliberismo
: la produzione di ricchezza ha travalicato le mura delle fabbriche, il territorio è oggi il luogo di accumulazione di ricchezza e divaricatore delle diseguaglianze sociali, la connessione tra fabbrica e territorio è stata invertita, lo sviluppo tecnologico, gestito dai grandi gruppi informatici, indirizza flussi di ricchezza, sottrae lavoro vivo, individualizza il lavoratore, dall’operaio di linea al contadino, dall’informatico a partita iva all’operatore culturale al servizio dei brand di industrie o intere città, vedi Milano, Napoli ma da sempre Venezia e Firenze, installandosi sul territorio e servirsi dell’Ente pubblico come facilitatore nel passaggio del territorio bene comune a bene proprietario a basso costo.
Sono solo limitati esempi e scampoli di analisi, ma mi appaiono come il terreno di scontro politico per superare la destra sovranista.


Il 7 giugno con lo slogan “Stop airb&b” una serie di associazioni hanno manifestato contro il processo di mercificazione turistica della città di Napoli.
Ne vedo limiti, ma vedo che sono gli unici soggetti politici che affrontano il tema dell’oggi, che pongono una domanda a tutta la sinistra: usciamo del vecchio mondo e affrontiamo l’oggi anche perché chi produce plusvalore oggi, le nuove figure del ciclo produttivo, è sfruttato come l’operaio di linea del “900, e chi se ne avvantaggia è sempre l’altra parte.
La critica al nuovo regionalismo, articoli citati, potrebbe meglio dovrebbe aprire un dibattito sul mondo di oggi, sollecitando anche i promotori dello “Stop airb&b” a un confronto che sia di apprendimento per tutta la sinistra per cambiare questo mondo ingiusto.
Nota finale
Nell’ultima iniziativa nostra di Infinitimondi sullo Stop al consumo di suolo alla Sala Filangieri dell’Archivio di Stato ( https://www.infinitimondi.eu/2023/05/22/vicini-alla-romagna-lurgenza-della-lotta-contro-il-consumo-di-suolo-il-26-maggio-dalle-16-00-allarchivio-di-stato-a-napoli-e-oggi-un-articolo-di-gianfranco-nappi-da-repubblica-napoli/ ), ho avuto l’impressione di assistere a un dibattito interessante tra esperti attenti al mondo circostante, critici radicali degli assetti operativi degli Enti locali e delle strutture dello Stato; ma sentivo un discorso localizzato negli anni 70 in cui le riforme territoriali cominciavano a aprire una via di governo territoriale continuiamo a dibattere su un mondo che è stato travolto da processi produttivi e sociali che ha spostato la produzione di ricchezza che ha trasformato la rendita di posizione in estrazione di ricchezza che, infine. Ha prodotto nuovi soggetti sociali,
Penso che dobbiamo, se vogliamo avere un ruolo nella ricerca di un nuovo orizzonte socialista, cominciare a contaminarci con l’oggi, confrontarci con espressioni non canoniche del disagio sociale, aprire la ricerca di cosa significa, hinc et nunc, essere soggetto sfruttato dal modo di produzione capitalistico.
Le esperienze trascorse vanno riviste criticamente, vanno valorizzate come bagaglio di nozioni strutturali da immergere nel gorgo di oggi.

Massimo Anselmo

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