di Gianfranco Nappi

Nell’ottobre del 2020, dopo dieci anni di amministrazione del centro destra, veniva eletto Sindaco di Pomigliano d’Arco il Prof. Gianluca Del Mastro con il 61% dei consensi, sostenuto da una coalizione di centrosinistra composta dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da altre liste e movimenti civici.
Due anni più tardi, nel pieno di un clima politicamente torbido determinato dal sequestro preventivo di oltre duecento appartamenti per sospette irregolarità dei titoli edificatori rilasciati dalle precedenti amministrazioni guidate da Raffaele Russo; dalle minacce anonime e dalle attività di dossieraggio nei confronti del Sindaco in carica e del comandante della Polizia Locale Luigi Maiello (cui l’autorità giudiziaria aveva delegato funzioni di indagine in relazione allo scandalo edilizio) e nonché dal successivo incendio doloso del comando dei vigili urbani, veniva posta fine all’esperienza della giunta in carica.
Il 17 febbraio del 2023, infatti, tredici consiglieri comunali ratificavano davanti ad un notaio le proprie dimissioni, determinando dunque la caduta della Giunta e la nomina di un commissario prefettizio.
Esecutore esplicito dell’operazione il segretario del circolo locale del Partito Democratico nonché Vicesindaco ed Assessore al Bilancio, Eduardo Riccio, che ( sembrerebbe ), all’insaputa del proprio partito e in raccordo con l’ex sindaco Russo (sconfitto pesantemente alle elezioni del 2020, tanto da non essere nemmeno eletto in Consiglio comunale), e con il concorso di altri pezzi di maggioranza, anche ex grillini, ha scritto una delle pagine più brutte della storia democratica della città.
Alla vigilia delle elezioni amministrative che si terranno il prossimo 14 e 15 maggio, il quadro che è andato delineandosi risulta allarmante: Pomigliano riflette e fa esplodere le contraddizioni e le degenerazioni che attanagliano il centrosinistra in Campania e nel Mezzogiorno.

Più di un segnale lascerebbe intendere che Il Presidente della Regione Campania sostenga (in maniera esplicita e non) coalizioni composte da liste “civiche” alternative al PD e al M5S in tutti i comuni al voto. A Pomigliano riferimento del governatore ( possibile ? ) sembra essere proprio Raffaele Russo, 84 anni, ex senatore socialista e già sei volte primo cittadino (dal 2010 al 2020 sostenuto da maggioranze di centrodestra, con Luigi Cesaro e Nicola Cosentino che accorrevano in Città ad ogni campagna elettorale).
Raffaele Russo guiderà una coalizione composta da ben undici liste – tutte civiche, nessun simbolo di partito – di variegata estrazione: da esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia ai cospiratori del Partito Democratico e di Impegno Civico (ex grillini). Un caotico calderone con dentro tutto ed il contrario di tutto. Le liste di Russo sono sostenute persino da tre ex assessori della trascorsa Giunta Del Mastro (di cui alcuni direttamente candidati), oltre ad alcuni consiglieri comunali uscenti che fino a poche settimane fa sedevano tra i banchi della maggioranza con in tasca la tessera del PD.
A rendere la situazione ancor più drammatica si aggiunge un ulteriore elemento: a poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, i vertici sovralocali del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle hanno ufficializzato la propria posizione di non concorrere alla prossima sfida elettorale. Una decisione che ha mortificato gli attivisti, i militanti e gli elettori locali di tali forze politiche. Per la prima volta dal dopoguerra a Pomigliano d’Arco nessun simbolo dei partiti politici nazionali prenderà parte alla competizione elettorale.
Il tavolo del centrosinistra, infatti, è saltato a pochi metri dal traguardo a causa della rivolta della base di PD e M5S nei confronti dell’incomprensibile incaponimento dei vertici provinciali dei due partiti nell’indicare quale figura di candidato sindaco Marco Iasevoli, noto per le sue posizioni antiabortiste, antieutanasia e per i pesanti attacchi politici a mezzo facebook nei confronti del PD di Elly Schlein e del M5S di Giuseppe Conte. Iasevoli deciderà, dopo aver annunciato il ritiro, di concorrere comunque alla carica, con il sostegno esclusivo del movimento di ispirazione cattolica PER.

E tutto questo nonostante che fosse stata avanzata, prima dell’emergere della proposta di Iasevoli, quella di vedere come candidato sindaco unitario di tutto il centrosinistra, una personalità del livello di Aniello Cimitile – Pomiglianese, Docente Universitario già Presidente della Provincia di Benevento e Rettore dell’Ateneo di quella provincia. Peraltro iscritto proprio al partito che invece ha preferito far finta di non ascoltare la proposta avanzata a suo sostegno da divere forze: il PD.

Lo sfidante effettivo della coalizione trasformista alla carica di Sindaco sarà Vito Fiacco (detto Fender), sostenuto dalla lista Rinascita, un movimento politico già presente come forza di opposizione all’interno del Consiglio Comunale della Città. Fiacco, 24enne, da oltre dieci anni è impegnato sotto varie forme nelle battaglie politiche che si identificano nei valori dell’antifascismo, del progressismo, dell’ambientalismo e della giustizia sociale. Una battaglia difficile ma che questo giovane dirigente politico, insieme ad un appassionato gruppo di attivisti e militanti, sta conducendo con coraggio, coerenza ed idealità.

E non è detto che, se il messaggio di freschezza e di forza politica e ideale rappresentato da Vito Fiacco e dalle donne e dagli uomini della Lista Rinascita riuscirà a crescere, non possano nascere sorprese.

La Lista è composta da 12 donne e 12 uomini. Tra gli altri anche Antonio Avilio Consigliere Comunale uscente di Rinascita ed Enza Iasevoli, Presidente dell’Assemblea provinciale di Sinistra italiana ( qui la Lista completa : https://www.facebook.com/photo?fbid=531004722552866&set=a.248294324157242 )

Rimane in ogni caso il dato di fondo: il rinnovamento della politica non si costruisce con una ‘mossa’ , una scartata, un salto, una scorciatoia personalistica e se ne dovrà ben rendere conto anche la nuova Segretaria del PD : senza ripensare dalle fondamenta le pratiche, i modelli organizzativi e i meccanismi di partecipazione del soggetto politico, ben difficilmente si riuscirà a rispondere alla crisi gravissima di credibilità della politica, tanto più pesante a sinistra e in Campania.

Serve un nuovo pensiero politico, alto, di lungo respiro.

E questo continua a mancare.

Gianfranco Nappi


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