Trovo un po’ sorprendenti, devo dire, le accentuazioni di giudizio che si stanno accompagnando alla vittoria di Elly Schlein alle Primarie del PD. Da un lato c’è chi sostiene che con lei il PD si sfascerà, subirà una regressione movimentista, si radicalizzerà. Sono le critiche ‘da destra’ diciamo così. Interne ed esterne al partito stesso. E per questi osservatori e esponenti politici è come se il PD tutto potere, tutto governo, tutto istituzionalizzazione, tutto impermeabilizzazione alla società, tutto centro e tutto caccia ai moderati non avesse già portato la sinistra, e tutto lo schieramento democratico, alla soglia più bassa e più afona di tutta la storia della Repubblica. Queste sono le critiche che meno ci interessano e ci interrogano: sono quelle espressione della cultura politica prevalente dai primi anni ’90 e che hanno segnato disastrosamente la parabola della sinistra in Europa , fino a farla diventare, come scriveva Alfredo Reichlin con lucidità, forza liberale e cioè, nella accezione più piena del termine, forza che si candida a governare e a difendere l’esistente. E quell’esistente è rappresentato dalla rivoluzione ( passiva ) neocapitalistica che ci ha condotto, noi umanità e noi Pianeta, dove siamo. Quindi, magari la Schlein riuscisse su questo terreno a segnare una rottura con quella che chiamo costituzione materiale del PD, con quel politicismo portato all’assurdo. Ed è su questo che sicuramente merita fiducia, sostegno, incoraggiamento. E quella Piazza di Firenze, di fronte agli andazzi di governo e dintorni, fa bene al cuore. Non è poco.
Quelle che invero trovo un po’ sorprendenti sono le osservazioni che tendono sostanzialmente a dire: con la vittoria della Schlein si apre un’altra prospettiva per la sinistra; il fronte della battaglia è ormai il PD e dentro il PD e quindi è lì che bisogna concentrare forze ed energie. E così, con una operazione non meno politicista, anche se di segno opposto alle critiche nei suoi confronti, ci si muove a entusiasmo fino a considerare azzerata ogni altra ricerca a sinistra. Corriamo, corriamo, il PD ha bisogno di noi… Abbiamo discusso molto del tema nella nostra Assemblea di Benevento. Ovviamente non siamo un partito ma un collettivo intorno ad una Rivista e quindi non abbiamo una linea di propagandare: la rivista e queste pagine rimangono aperte al confronto più ampio che connota la nostra ricerca.
Ma intorno a cosa ruota questa nostra ricerca, questo è il punto? Noi muoviamo dalla convinzione che il capitalismo del trentennio ultimo – con le sue radicali trasformazioni che si è portato appresso e che hanno cambiato la faccia del mondo per davvero, smontando tutte le casematte di resistenza e di contrattacco del movimento operaio – abbia raggiunto un punto limite del suo sviluppo. Potremmo dire marxianamente che lo sviluppo delle forze produttive è entrato in conflitto radicale con i rapporti di produzione attuali. Detto più semplicemente, se volete, il capitalismo ha raggiunto un limite di espansione possibile tale per cui mangia, consuma, distrugge le stesse basi del suo riprodursi e mette in discussione l’ambiente sul Pianeta, espone l’umanità ad una catastrofe ecologica, alimenta nuovi nazionalismi che hanno nel loro corso il riaffermarsi della guerra come scenario del possibile e del necessario, con quel che questo significa al tempo del nucleare.
Questa dimensione globale, e dunque l’esigenza di portare ad un nuovo livello la ricerca della sinistra e delle forze vive della società con un pensiero ed una azione critica che si ponga a questo livello della contraddizione, questa idea del conflitto, generale; questo obiettivo che io continuo a chiamare socialismo ma che volendo possiamo chiamare come volete , basta che ci intendiamo sulla sostanza, nel pensiero e nella piattaforma che accompagnano Elly Schlein non c’è. C’è una radicalità democratica che rivendica di più per tutti ( diritti, redditi, spazi…), ma che senza la individuazione del punto fondamentale di attacco serve ad alimentare una politica di movimento, utile e buona, ma che rimane senza respiro lungo. O, magari, con l’obiettivo di arrivare alle Europee intanto. E…poi si vedrà!
Come dice il mio amico Pasquale Trammacco ( ma sarà sua questa espressione? ), lei è una nativa democratica, quindi lontanissima da un simile impianto. E questo è ben vero. Ma delle due l’una: o il tema che pongo io è non solo novecentesco ma anche vecchio e superato, e allora ha ragione la Elly. O invece, il tema è attualissimo, e allora non dico la Elly sbagli, ma certo non è solo con lei e con il PD che si apre e chiude la ricerca a sinistra.
Anzi se il tema è vero e addirittura stringente, la questione di come su di esso realizzare un inedito sforzo di pensiero e di azione, di strategia e di organizzazione, di società e di conflitto continua ad essere una priorità per la quale vale la pena di impegnarsi.
Anche se non è molto elegante riproporle, trovo alcune delle osservazioni che qualche giorno fa ho avuto modo di sviluppare rispetto al nuovo saggio di Aldo Schiavone del tutto pertinenti anche in questa ottica ( https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/ ) .
Gianfranco Nappi
senza dire che le migrazioni sono figlie dello sfruttamenjto dell’occidente, dell’europa e della cina nei confronti dell’africa
caro Gianfranco condivido anche i nativi democratici devono avere una visione altrimenti dopo le europee siamo punto a capo…
Condivido molto quello che scrivi. Analisi, come sempre lucida e soprattutto attenta a non rinchiudersi nel recinto dell’oggi, al “viva il re abbasso il re” , attenta nella ricerca di un percorso rifondativo, certamente faticoso, ma più che mai necessario nella complessità del tempo presente. Intanto il collettivo della Rivista, sono sicuro, continuerà a fare la sua parte.