Nell’anno appena trascorso, l’azzardo lecito è arrivato, anche grazie alla spinta della Agenzia delle Dogane, a far registrare scommesse per 140 miliardi di euro con un crescita rispetto all’anno precedente del 30% e, purtroppo, con un conseguente incremento delle persone colpite dal Disturbo da Azzardo Patologico: la dipendenza dall’azzardo cresce con la stessa percentuale dell’aumento delle scommesse, provocando drammatiche conseguenze sociali ed economiche.
Il profilo dello scommettitore tipo, infatti, corrisponde a quello delle persone più deboli e fragili, molto spesso già in povertà relativa o assoluta, sia economico che sociale, che sperano in una vincita che possa cambiare la loro esistenza. Costoro non vengono informati sui rischi legati all’azzardo, ne sulle bassissime percentuali di vincita; credono di poterne modificare la regola fondamentale secondo cui “il banco vice sempre”e non sanno che finiscono per alimentare le mafie che, molto spesso, gestiscono anche l’azzardo lecito manipolando il sistema e le persone fino a spingerle a scommesse sempre maggiori, e attraverso sistemi sempre più sofisticati attraverso una puntuale profilatura psichica, a cogliere “il livello di dolore” di ciascuno ed ad intervenire per concedere piccole vincite finalizzate alla conservazione di quei clienti!


Lo Stato ha permesso la legalizzazione dell’azzardo, sui falsi presupposti che avrebbe sconfitto l’azzardo illegale e che avrebbe accresciuto le entrate erariali, in dispregio dei principi fondamentali stabiliti dalla nostra Carta Costituzionale, quali la salvaguardia della salute, la garanzia del risparmio e l’impegno a rimuovere tutti gli ostacoli che limitino di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. E’ rimasto indifferente a tutta la giurisprudenza della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione e del Consiglio Stato che, come prevedeva già nel 1987 la Suprema Corte con la sentenza 152 “imponeva la necessità di una Legislazione organica che nazionalizzi l’intero settore, precisando tra l’altro i possibili modi di intervento delle Regioni e degli altri Enti Locali, nonché i tipi ed i criteri di gestione delle case da gioco autorizzate” con una chiara perequazione nella distribuzione dei proventi e sulla destinazione degli utili per evitare l’accrescere delle diseguaglianze.
La mancanza di una Legge organica sulla materia ha permesso alle Regioni di intervenire, con una ventina di Leggi, ed ai Comuni con qualche centinaio di Regolamenti, tutti diversi tra loro per adeguarsi alle situazioni locali e per la diversità delle maggioranza che li hanno governato: un caos istituzionale ed operativo che ha finito e finisce per favorire la mala vita organizzata, permettendole di avere licenze attraverso prestanomi, di infiltrarsi in concessionari e case scommesse ed far crescere in maniera altrettanto esponenziale anche l’azzardo illegale.
Una considerazione a parte merita la Regione Campania nella quale una cattiva Legge, votata nel febbraio del 2020, promulgata il 3 marzo con il n. 2/2020, per assicurare una omogeneità tra i regolamenti Comunali, non è stata ancora implementata, sta permettendo il drammatico effetto di bloccare l’applicazione dei Regolamenti Comunali, il contenimento della crescita dell’azzardo ed una forte spinta alla lotta contro la camorra.

L’attività molto intensa e pressante della malavita organizzata si somma a quella lobbistica di una parte della politica: nella precedente Legislatura erano favorevoli all’azzardo legale n. 63 tra Deputati e Senatori; ed anche se non vi sono ancora i dati relativi alla presente, le prime avvisaglie non mostrano un cambiamento di passo: recentemente il sen. Lotito, ed altri, hanno presentato un emendamento al Decreto “Mille proroghe” con il quale vorrebbero abolire il divieto di pubblicità, introdotto con il Decreto Dignità, peraltro non completamente applicato dai mass media, con la sola eccezione per le reti della televisione nazionale.
Le statistiche sulle scommesse del 2021 (107 miliardi) ci raccontano che: un terzo della popolazione italiana ha scommesso almeno una volta nell’anno, il 26% di questi sono ragazzi tra i 14 ed i 17 anni (nonostante il divieto inserito nel Decreto Dignità); le offerte di azzardo sono aumentate fino a raggiungere n. 389 tipologie diverse; ogni italiano ha scommesso nell’anno 2.224 euro (molto più di quanto spende per alimentarsi); le entrate erariali dello Stato sono state di circa 10 miliardi; circa 15 miliardi sono state le entrate di concessionari e gestori di case scommesse di proprietà di prestanomi o pesantemente infiltrate dalle mafie. Mentre le entrate erariali non sono sufficienti a coprire le spese di oltre un milione e mezzo di persone affette dal Disturbo d’Azzardo Patologico che vengono “scaricate” sui costi sanitari delle Regioni e per i problemi economici e sociali conseguenti sui Comuni, per gli scommettitori e le loro famiglie, mentre le entrate dei concessionari e dei gestori di case scommesse, in maniera del tutto legale, vengono utilizzate dalla mafia di continuare ad infiltrarsi nelle attività lecite ed ad accrescere le attività illecite, in barba ai continui proclami della politica sulla lotta alla criminalità organizzata.


Sulla connessione tra concessionari e gestori di sale scommesse e malavita organizzata riportiamo due brevissimi interventi inseriti nella Relazione del 15.9.22 della Direzione Nazionale Antimafia che chiariscono in maniera inoppugnabile il loro modus operandi: “La mafia usa il gioco d’azzardo e lo considera uno strumento che ben si presta a qualsiasi forma di riciclaggio” (con una solo transazione in una sala scommessa truccata isi possono trasferire ingenti somme in paradisi fiscali); “la mafia continua ad investire capitali attraverso la gestione diretta o indiretta di società concessionarie di giochi e i sale scommesse e mediante l’imposizione di slot machienes. Non solo cosa nostra e più in generale la criminalità organizzata di tipo mafioso risulta attivarsi per assumere la gestione dei centri scommesse riuscendo a realizzare un controllo diffuso sul territorio di competenza del mercato legale dei giochi e scommesse on line sfruttando società di bookmaker con sede formale all’estero”.
Il proseguire nella scelta di non proporre una Legge che regoli l’intero comparto dell’azzardo legale, appare una resa incondizionata dello Stato nel definirne i limiti e le regole ed una rinunzia al controllo del territorio. Le azioni meritevoli messe in piedi da alcuni Procuratori della Repubblica e dalle Forze dell’Ordine non sono sufficienti per risolvere i problemi sollevati da quella scellerata scelta; servono unicamente a fare emergere una piccola parte del marcio, la punta dell’iceberg, come ad esempio l’operazione svolta in Sicilia alla fine dello scorso anno ha portato, attraverso una semplice attività di controllo in 40 agenzie e sale scommesse, scoprendone ben 13 illegali, con sanzioni amministrative per oltre 3 milioni di euro, 15 persone denunziate e sequestro di 27 computer, 10 totem collegati a siti illegali e 5 apparecchi con vincita in danaro; l’operazione eseguita nella metà dello scorso anno nel Salernitano su scommesse on line illegali e riciclaggio di danaro in paradisi fiscali ha coinvolto ben 72 persone contestando a 50 di questi l’aggravante dell’associazione a delinquere di stampo mafioso.
In sintesi, non si può sottovalutare questa trappola creata, dall’indifferenza o peggio dalla pressione delle lobbies e dalle infiltrazioni mafiose, ed entrata nelle case di tutti gli italiani, attraverso le attuali tecnologie, diventando un mostro nelle mani della mala vita organizzata che agisce in maniera incontrollata sul territorio sottraendo risorse, spesso vitali, ai cittadini in povertà relativa od assoluta e, pertanto, più deboli e fragili, aumentando le, già insopportabili, diseguaglianze e dipendenze.
Pasquale Riccio

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1 commento

  1. È bene sapere anche si moltiplica l’inquietudine nel capire sempre che si aggraveranno i grandi problemi ( spesso legati a corruzione ed organizzazioni malavitosi) di cui si fa da tempo ” tanto rumore per nulla” creando illusiorie aspettative di soluzioni e mortificando anche i volontari ( anche giovani esperti) che da anni si impegnano con coraggio .Purtroppo.

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