Pace e Guerra
Stiamo lavorando al nuovo numero di Infinitomondi, il 27/2023, il primo dell’anno. Sarà un numero importante che apriremo con un denso colloquio tra Guido Sannino e quel testimone attivo del nostro tempo che è Alex Zanotelli, tutto dedicato al tema della pace e della guerra. Siamo stati a trovarlo alla Sanità nei giorni scorsi, in quel suo spazio fisicamente più che ristretto, meno di una cella monacale forse, eppure così grande e da cui si può guardare al mondo. Peraltro, molto bella, vicinissima al tavolino dove Alex pensa, scrive e mangia , tra le foto che gli sono più care, quella con Mimmo Lucano, e, anche qui, il messaggio non potrebbe essere più chiaro.
Gli scienziati per la pace ci hanno ricordato nelle ore scorse che l’orologio che idealmente segna dal 1947 quanto manca alla terza guerra mondiale ha fatto un altro passo avanti: siamo a 90 secondi dalla mezzanotte…
Eppure non c’è consapevolezza alcuna. Anzi. E quella guerra in Ucraina – di cui Putin porta tutta la responsabilità ma verso cui Usa, Inghilterra e diversi paesi europei coltivando l’idea di poter assestare un colpo di quelli di lungo periodo alla Russia, e alla Cina, hanno maturato l’idea che la si può ben continuare – sta diventando ferita e infezione che provoca dolore e distruzione per un popolo mentre progressivamente si allarga all’intero organismo.
L’esempio delle decisioni sui nuovi carri armati è esemplare da questo punto di vista con una pressione fortissima e unidirezionale sul governo tedesco che alla fine ha dato il via libera all’uso dei mezzi tedeschi da parte di altri paesi in Ucraina alla condizione che anche gli USA rendessero disponibili i propri: il terreno per un salto di qualità del conflitto si apre sempre di più.
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Modena. Tra Francesco Vecchione e Angela Benassi
Domani Modena da’ la cittadinanza onoraria a Francesco Vecchione ( 1904-1992 ), napoletano di San Paolo Bel Sito, che tra il 1943 e il 1945 contribuì attivamente a salvare decine di ebrei modenesi dai campi di sterminio. Un filo tra Napoli e Modena, tra Campania ed Emilia Romagna su cui abbiamo lavorato molto in questi anni con diverse iniziative con la partecipazione attiva, tra gli altri, dell’Istituto Storico di Modena, della sua Direttrice, Metella Montanari, e della sua Presidente, Daniela Lanzotti. Questa poi ci è particolarmente cara perchè offre l’opportunità di ricordare anche una compagna e amica di militanza politica, prematuramente scomparsa, Angela Benassi e al cui impegno si deve tanto, nei primi anni 2000, della scoperta di questa bella storia.
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L’idea dell’on. Borrelli: togliamo i figli ai camorristi! Vedete dove arriva la cultura giuridica…
La radio, per chi passa molto tempo in auto, è complemento essenziale. L’altra sera, rientrando da lavoro, ascoltavo una interessante trasmissione su Radio, 1 Menabò. Ospite era l‘onorevole Francesco Emilio Borrelli, neo eletto in Parlamento per Sinistra Italiana/Verdi dalla Campania che già rappresentava in Consiglio Regionale. L’onorevole ha il merito di denunciare, da anni, tutte le illegalità che invadono la nostra vita quotidiana, soprusi e ingiustizie che spesso vedono protagonisti camorristi. Per questo ha subito anche aggressioni ed oggi è sotto scorta. Merita quindi non solo stima ma anche solidarietà attiva. Questo non esime però lo stesso dal vedere le sue idee e proposte sottoposte al vaglio di un esame critico. E’ il caso di una sua proposta, che ha rilanciato proprio in questa occasione radiofonica. La sua tesi è semplice: vi sono a Napoli e in provincia 5ooo famiglie camorriste. In queste famiglie, i ragazzi crescono in un ambiente che trasuda cultura violenta. Per evitare che questi ragazzi diventino anch’essi camorristi, e quindi per spezzare alla radice la possibilità del fenomeno di riproporsi, bisogna separare questi ragazzi dalle famiglie di appartenenza. ( C’è un elenco, una anagrafe di questo tipo che censisce non solo i rei ma anche i loro congiunti e non per reati commessi ma solo in quanto tali, congiunti cioè? E fino a che grado di parentela si è ‘nella famiglia’? Primo, secondo, terzo, quarto…? )
Cioè, per capire, noi sconfiggiamo la camorra non se arrestiamo i camorristi, non se agiamo sulle loro ricchezze e sulle coperture che godono a più livelli della finanza e delle istituzioni; non se agiamo sulle condizioni di vita dei ragazzi nei quartieri popolari, sulla qualità della scuola che gli offriamo, su quella degli spazi di socializzazione, di sport, di cultura, di tempo libero e di lavoro ma invece semplicemente separandoli dalle loro famiglie?
E per andare dove, di grazia? In Istituti dedicati? In altre regioni, così, più lontani dalle loro famiglie e da Napoli stanno e meglio è? E allora, seguendo il filo di un ragionamento, magari, perchè non ricorrere all’evirazione di tutti i maschi camorristi, e mafiosi…così saremmo sicuri che non nascendo proprio altri figli, nel giro di una ventina o trentina d’anni, abbiamo anche debellato le storiche organizzazioni criminali? O perchè non applicare la eugenetica?
E al Parco Verde di Caivano, come facciamo? Come separiamo il grano dal loglio?
E Scampia, ragionano così, da quanto tempo l’avremmo evacuata? O c’avremmo costruito un bel muro intorno?
E poi ci può essere sempre qualcuno che generalizza e magari può cogliere la palla al balzo e magari invocare…una bella eruzione e così, di colpo, risolviamo anche buona parte della questione meridionale…
E l’onorevole, così, senza rendersene conto pensiamo, mandò al macero secoli di cultura giuridica, di diritto e di umanità…
Ma questo è il panorama politico e culturale a cui siamo giunti? Davvero a questo bisogna stare?
Così va di questi tempi.
Ma allora , forse per davvero mancano solo 90 secondi alla mezzanotte...
Gianfranco Nappi
P.S. Riprendetevi e riprendiamoci la speranza: eccovi alcune immagini di Alex e del suo sconfinato orizzonte umano…
Non mi stupisce l’idea balzana di un politico abituato alla banalizzazione e spettacolarizzazione di temi serissimi di cui, evidentemente, non è in grado (o giudica poco remunerativo elettoralmente) di cogliere la complessità. Il progetto “Liberi di scegliere” del presidente del tribunale dei minori di Reggio Calabria, Di Bella e di Libera (oggetto di un accordo quadro del governo nel luglio 2017 – ministri Minniti e Orlando ) è un buon esempio dell’approssimazione di Borrelli.
https://lavocedinewyork.com/news/primo-piano/2017/09/29/anche-i-figli-della-ndrangheta-so-pezzi-a-cuore-della-giustizia/