Dopo un drammatico incidente è scomparso domenica 15 gennaio Mario Salzarulo, sociologo, Responsabile dei GAL dell’Alta Irpinia, figura straordinaria impegnata attivamente per la promozione di uno sviluppo autentico nell’Alta Irpinia e nella nostra Regione.

Gianfranco Nappi scrive: ” L’Irpinia e tutto il movimento democratico perdono un riferimento importante, animatore per davvero di un’altra idea di sviluppo, concreto costruttore di progettualità ispirate al protagonismo contadino e dei territori e portatore di una idea della cultura e del sapere fondati sulla valorizzazione delle culture e dei saperi della terra. L’ho conosciuto tardi, tra ultimo impegno istituzionale mio; organizzazione del percorso del Latte Nobile con Roberto Rubino e Adriano Gallevi; lavoro a Città della Scienza sulla Dieta Mediterranea e la promozione di un’altra idea di agroalimentare di qualità. Una persona straordinaria, positiva, sempre volta a costruire. Un amico immediato. Un dolore grande. Un grande abbraccio a Manuel e a tutti i suoi familiari.”

Lo ricordiamo qui con le parole di quattro suoi amici, che con lui hanno condiviso percorsi diversi da cui emerge tutto il quadro di una personalità forte e ricca di questo nostro Mezzogiorno.

ADRIANO GALLEVI

IO E MARIO
Ho conosciuto Mario nei giorni successivi del terremoto dell’Irpinia.
Ambedue Agenti di sviluppo delle are interne; lui cercando di mutuare in Alta Irpinia e nella sua Lioni l’esperienza che il CRESM – Centro di Ricerche Economiche per il Mezzogiorno- fondato da Danilo Dolci e diretto da Lorenzo Barbera, aveva accumulato con quello del Belice; io, battitore libero per conto della Cassa per il Mezzogiorno, in cerca di occasioni per organizzare in forma aggregata il mondo agricolo. Lui sociologo, io agronomo. Ci annusammo, ci capimmo, diventammo amici, elaborammo programmi comuni per venire incontro ai disastri prodotti al tessuto economico-produttivo agricolo dal sisma.
Riuscii a mettergli a disposizione e coordinare una infrastruttura umana rappresentata da tecnici (i famosi CAT-Centri di Assistenza Tecnica) finanziata appunto dalla Cassa per il Mezzogiorno.
Poi ci perdemmo di vista allorchè la “Cassa” venne abolita: lui piantò le sue radici ben salde in Alta Irpinia organizzando il mondo civile ed economico-produttivo attraverso iniziative che videro poi, con l’avvio negli anni ’90, del Programma Leader, la sistematizzazione di tutta l’esperienza fino a quel punto maturata e trasferita nel GAL-CILSI. Io, continuando a ondeggiare fra Italia e Estero, seminando quelli che io chiamo (ma anche lui chiamava), “semi duri”, nel senso che ci vuole tempo affinchè essi, alla fine, germinino.
Una volta in pensione e non volendo trascorrere la mia restante vita in una bocciofila o all’osteria, Anfosc mi accolse volentieri tra le sue braccia e lì cominciò la mia seconda vita, che dura tutt’ora, con la quale è stato possibile ricongiungermi nuovamente con Mario.
Quando, insieme a Roberto Rubino, sottoponemmo a lui, Direttore del Gal,, un programma di miglioramento della foraggicoltura nell’area del Formicoso; o quando ideammo e contribuimmo alla nascita del Progetto Granfora per il miglioramento di foraggicoltura e granicoltura in Alta Irpinia; o quando, da ultimo, la mala politica lo costrinse a “inventarsi”, dalla sera alla mattina, il GAL Irpinia Sannio-CILSI, sempre capì e condivise le nostre proposte, culminate con quelle che facevano riferimento al Metodo Nobile.
Dei 10 progetti approvati dal Gal con la misura 16.1.2, tre vedono Anfosc come Innovation Broker a servizio dei 3 Capofila delle ATS “Nobili Cereali”, “Nobilfrutta”, e “Nobilapio”. I riscontri tecnico scientifici che si stanno ottenendo dall’applicazione del Metodo ci dicono che la strada che stiamo percorrendo per la valutazione e il riconoscimento della qualità dei prodotti che si ottengono, dal pane alla pasta, alla frutta (fichi e mele), al miele, ai prodotti enologici (lambiccato) è quella giusta, se vogliamo che i prodotti di queste aree interne, opportunamente valorizzati e fatti conoscere, possano consentire la sopravvivenza di economie agricole ormai in grosse difficoltà
Ma Mario, forte di questi riscontri, e anche di quelli di alcuni altri progetti che, in un certo senso, si rifacevano al Metodo Nobile, era ormai lanciato verso altri traguardi, come il Progetto Pilota dell’Alta Irpinia, al quale Anfosc, insieme ad altri 70 soggetti, ha aderito subito con entusiasmo.
La costituzione dello strumento giuridico era alle porte; il lavoro che lo attendeva era enorme ma lui, come altre volte, lo stava affrontando con l’energia e l’entusiasmo di sempre che finiva per contagiare tutti quelli che gli stavano vicino e che credevano in lui.
Sarebbe un vero peccato che tutto ciò si fermasse con la sua immatura, tragica, scomparsa; sarebbe il modo peggiore per far abortire quei “semi duri” da lui interrati in tanti anni di lunga, disinteressata, esaltante, vita vissuta per il progresso dell’Alta Irpinia.
Mario tutto ciò non lo merita per cui, pur rendendomi conto dell’unicità di Mario, la sua difficile se non impossibile sostituzione, l’invito che faccio è che questo patrimonio di opere e di idee non venga disperso ma raccolto da tutti quelli che, noi in primis, vogliono caricarsi di questa croce e portarla fino a compimento dell’opera.

***

VITO NOCERA

IN MORTE DI MARIO SALZARULO

Caro Mario, anzi Mario di Gemma, così ti chiamavano tutti a Lioni.

Arrivammo lì poco dopo il terribile squarcio della tua terra, quella Irpinia che amavi e che ci insegnasti ad amare.

E lì raccolti intorno a te e a tuo fratello Rodolfo, veri e generosi riferimenti di quella vostra comunita’, comprendemmo il dramma, l’umanità, la speranza che quella terra d’Irpinia irradiava.

Da quella frustata della terra e’ come foste emersi tu, Rodolfo e tutti gli altri.

Figli di quella tragedia, e della storia piu’ profonda e lontana che l’aveva, al di là del terremoto, generata.

Volitivi e impegnati, con i calzoni arrotolati e gli stivali, si operava – in quelle ore a centinaia arrivarono solidali i volontari – si soffriva, si lavorava, si ragionava.

E non solo in Irpinia. Presto tu e Rodolfo vi caricaste anche del peso di portare la riflessione su quanto avvenuto nella metropoli, a Napoli.

Ti ricordo ancora, Mario, con la tua giacca a vento e i capelli arruffati, forse lavato in maniera approssimativa e alla meglio, con gli occhi gonfi di chi non dormiva da giorni, mentre in un circolo a Secondigliano ci spiegavi il terremoto e l’Irpinia.

Quello che lì succedeva, i comitati popolari, le lotte, la gente, il valore del volontariato e la necessita’ di saldare quel moto alle sofferenze e proteste di Napoli.

Quante giovanili speranze. Piu’ si soffriva piu’ speravamo.

Per un po’ sembrammo farcela, la partecipazione, gli emigrati di ritorno, la ricostruzione, l’industria.

Poi, tra cose buone e cattive , con lo squarcio della terra cominciò a regredire anche il cono di luce e cominciò a tornare l’ombra.

Quelli come te pero’ non si sono mai arresi, splendido cantastorie, cavaliere errante, hai continuato a portare la croce della tua terra ferita.

Inventandoti, instancabile, cose, iniziative, associazioni, strutture.

Con una grande capacita’ di dialogo e di innovazione ma sempre con la stessa straordinaria, generosa, passione.

Senza troppo pensare a te stesso, ti rodeva di dentro l’amore per Lioni e l’Irpinia tutta, della quale sei diventato un simbolo.

Ma il tuo sguardo intelligente era largo, non solo l’Irpinia, il Sannio, l’alto casertano, tutta la Campania.

E poi, come ai tempi del sisma, non perdevi mai di vista il ruolo, il peso, della metropoli.

E da lì all’intero Paese. Aree marginali, interne, ci insegnanti, ci sono anche altrove. E quelle sono state per te il costante rovello, il tuo impegno pressante.

Colto, coltissimo, senza darlo troppo a vedere, incrociavi letteratura e cinema d’autore, musica e poesia. L’agricoltura e la sovranita’ alimentare.

Sapevi leggere la realta’ e capirne potenzialita’, increspature e disagi.

Potevi e dovevi avere di piu’ per quello che hai, fino all’ultimo, dato.

Ma sono sicuro che per te andava bene così, ti sentivi ricco di cio’ che facevi, di quel che testimoniavi, di quel che qualche volta contribuivi a cambiare.

Lo scorso 23 novembre, quasi come un oscuro presagio, scrivesti sulla tua pagina fb le seguenti parole:

23 NOVEMBRE
abbiamo detto e mostrato in 42 anni. Ora, ognuno riavvolga il suo nastro!

Quasi un consuntivo, un punto e a capo.

Come un desiderio, insieme, di memoria e di una nuova storia.

Ora, senza di te, non so se ne saremo all’altezza, caro guascone errante, anima profonda di una comunita’ che ci e’ rimasta per sempre nel cuore.

Ad Anna Maria, a Rodolfo, a Manuel, e a tutti gli altri, ai quali va l’abbraccio piu’ caro e fraterno, il peso e l’onore di far vivere la tua opera e la tua generosa e disinteressata utopia.

***

ADRIANA MAESTRO E SALVATORE ESPOSITO

UN DOLORE IMMENSO

Un dolore immenso per il nostro Mario …ha dato tutta la sua vita alle comunità che viveva con amore … con uno smisurato senso etico … con l’ironia delle persone che sanno sorridere al mondo … Nonostante ogni difficoltà, nonostante la solitudine … Interroghiamoci su quanto poco lo abbiamo saputo riconoscere e sull’immenso patrimonio di buone pratiche, di nuove parole e pensieri trasformativi che ci ha lasciato …
Mario vive dentro ogni pensiero di Pace e ogni gesto rivoluzionario che possiamo tentare ancora di vivere … A questo mondo …
Ti amiamo Mario e ti porteremo sempre dentro di noi …

Questi social sono una malattia orrenda e pericolosa soprattutto per i giovani …

Per una volta li usiamo per rendere un pubblico onore … … quello della Costituzione …
ad un fratello e a un compagno unico.

Nell’immagine in evidenza Mario e con il figlio Manuel


Print Friendly, PDF & Email

Vuoi ricevere un avviso sulle novità del nostro sito web?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Termini e Condizioni *

1 commento

  1. Come ho già scritto in un commento su fb ad un post di Vito Nocera, ho conosciuto Mario quando a cavallo del terremoto del 1980, arrivai a Lioni per tenere lezione sulla ricostruzione e lo sviluppo. Feci un viaggio nella distruzione che mi accompagnò con le sue rovine in tutto il percorso. Il Cresm aveva messo su, in piccole casette di legno, in cui tenni il mio seminario. Ho ritrovato Mario su fb e apprezzato il suo impegno sulla promozione del Latte Nobile. Un compagno è un attento studioso che ha speso il suo tempo e le sue energie per lo sviluppo locale nelle aree interne dell’Irpinia.
    Che la terra ti sia lieve Mario🌹

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *