Con questo nuovo libro “L’anno della grande Luce” l’autrice inizia il suo viaggio culturale sui sentieri di una forte spiritualità e ricerca di valori forti (di fede innanzitutto ma anche di creatività e partecipazione). In questi racconti ha ritrovato una tensione morale (che lei definisce “Cristica”) per cercare di reagire al pensiero dominante del neoliberismo e del capitalismo che tende a sottomettere con politiche di sfruttamento intere aree del mondo, che stanno creando forti diseguaglianze e nuove povertà a livello globale.
In questi giorni mi è capitato di leggere il suo libro in parallelo con due altri grandi autori indiani: a partire da Vandina Shiva, una delle massime esperte internazionali di ecologia sociale, che sta dedicando una vita a sostenere i diritti dei più deboli, dei contadini, con la pubblicazione di tanti libri e conferenze in tutto il mondo. Il suo messaggio si rivolge a tutti noi per metterci in guardia sui rischi e sui danni che stiamo producendo al nostro pianeta, con effetti disastrosi anche sull’ambiente e sul futuro dell’esistenza umana. Ciò emerge con forza da alcuni suo scritti come “Il bene comune della terra”, edito da Feltrinelli”, ed altri precedenti della sua sterminata bibliografia, come ad esempio: “Biopirateria, il saccheggio della natura e dei saperi indigeni” (1999), “Vacche sacre e mucche pazze. Il furto delle riserve alimentari globali” (2001), “Terra madre: sopravvivere allo sviluppo” (2002), “Dalla parte degli ultimi, Una vita per i diritti dei contadini” (2007), “Ritorno alla terra. La fine dell’ecoimperialismo” (2009).
L’altro autore si chiama Amitav Ghosh che nel suo ultimo libro pubblicato in Italia da Neri Pozza “La maledizione della noce moscata”, ci descrive tante parabole per un pianeta in crisi, raccontando la storia di un popolo massacrato per colpa di un albero, ad opera dei colonizzatori olandesi in un villaggio dell’arcipelago delle isole Banda nell’oceano indiano nel XVII secolo. In maniera efficace Ghosh fa risalire l’attuale crisi climatica, demografica e sociale a quelle origini storiche, all’avvio delle grandi colonizzazioni basate sum una visione meccanicistica delle terre di conquista in cui la natura viene vista solo come una risorsa da sfruttare, non invece come una entità viva, autonoma e densa di significato, con l’assoggettamento indiscriminato di “uomini selvaggi” e di “non umani” come gli alberi, gli animali, i paesaggi. Basta vedere quello che è successo negli ultimi secoli anche nella nostra regione: con la distruzione di tante bellezze ed aree naturali, le spiagge (come la costa e la pineta domiziana, le colline dei Tifatini – per portare solo alcuni esempi). L’ennesima frana e il disastro di Ischia NE SONO un segnale premonitore (l’ennesimo). L’autore usa il concetto di terraformata per indurci a riflettere che “il destino di una transizione energetica globale non dipenderà …. Solo dalle innovazioni tecnologiche e dalle risorse finanziarie. Dipenderà anche ed in modo decisivo dalla capacità dei cittadini delle potenze odierne di accettare ad adattarsi ai cambiamenti geopolitici che una transizione ecologica inevitabilmente comporterà” (pag 148).
In questa prima tappa del suo lungo viaggio nello spirito dell’uomo nuovo – che continuerà con altri volumi – l’autrice cerca di fare emergere i valori fondamentali che per lei dovrebbero essere alla base di una nuova teologia della fede: da quelli dell’accoglienza alla solidarietà verso il prossimo, dall’amore al rispetto della natura – un nuovo amore per la madre terra che oggi continua ad essere devastata e depredata.
Si tratta di narrazioni sul cammino spirituale di un essere incarnato, con dubbi, fede e la capacità di percepire il mondo sensibile e sovrasensibile e che attraverso anni densi di storia collettiva ha compreso con la “Ragione del Cuore” il progetto divino d’amore per l’umanità intera. In questo suo cammino di maestria senza tempo Stefania incontra l’Arcangelo Michele, la Madre Celeste e Gesù, ritrovando in sé stesso la Coscienza Cristica e il Creatore. In questo modo ritorna ad apprendere e a riconoscere i segni divini senza più farsi ingannare da quelli falsi o malamente usati. Come si può vedere siamo di fronte ad un vero e proprio viaggio interiore, mistico, in cui gli avvenimenti si trasformano in doni-lezione e in una nuova pedagogia per lo spirito con esercizi per la guarigione interiore e del corpo utili agli operatori di luce. In questo modo l’autrice ha inteso dare il benvenuto ad un Uomo Nuovo nella quinta dimensione d’amore (come lei stessa afferma).
E mi piace concludere questa presentazione con alcune parole tratte dal libro di Stefania riportandovi alcuni passaggi, a partire da quello a pag 15 nel capitolo “La gratitudine”, in cui lei afferma: ” Per ogni uomo nuovo rendere grazie è un apprendimento fondamentale, di base e primario, si potrebbe dire che apre il percorso dello spirito incarnato all’umiltà, aiuta a non cadere nell’impegno egoistico… Con la gratitudine si riesce a vedere la bellezza, si imparano le prime basi della trasformazione e dell’unità”.
Inoltre a pag 139 nei capitoli sulla memoria del bene e sulla volontà che va educata spiritualmente, sostiene: “ Il progresso non può significare cambiare tutto buttandovi anche il buono che è stato fatto, tecnologizzare ogni cosa al punto tale di non permettere più l’esperienza vitale, continuare una corsa alla crescita infinita consumando ogni risorsa, dimenticando chi siamo. La memoria del bene deve riscoprirsi, restituirci il collegamento tra uomo e spirito, riportare l’uomo a sapere riconoscere che ogni cosa è sacra”.
Con queste considerazioni le riflessioni avviate nel volume di Stefania Guiotto si riconnettono direttamente al grande filone di autori impegnati a livello mondiale sulle tematiche dello sviluppo ecosostenibile, del’economia ed ecologia sociale (come appunto Amitav Ghosh, Vandina Shiva, Amartia Sen e Carlo Petrini in Italia con Slow Food).

L’autrice. *Stefania Guiotto (Treviso 1966) – Giornalista, Educatrice, Artista.
Prima di presentare l’ultimo suo libro desidero parlare dell’autrice, Stefania Guiotto una veneta trapiantata a Caserta da molti anni, la quale ha diversi interessi ed attività culturali e pedagogiche. Dopo il liceo si è diplomata in Scienze della Formazione EPA e ha una specializzazione in Ricerca Yoga e Educazione.
Ha lavorato negli istituti minorili e penali italiani, con disabili e nelle politiche sociali associative ricoprendo cariche di responsabilità e di formazione. Ha curato la pubblicazione di manuali per l’applicazione dell’arte e della comunicazione in ambito pedagogico e alcune ricerche sociali, realizzato cortometraggi, documentari, servizi televisivi, editing e video montaggi. Iscritta all’Ordine Giornalisti del Veneto dal 2010, è autrice di molti articoli e saggi, già Direttore Responsabile di due testate ( Moto&Motori e Pensiero Libero Network), ha collaborato in molte pubblicazioni. Il suo ultimo libro è “Racconti dell’Uomo Nuovo” ed. Etabeta.
Nutre e coltiva una forte passione per l’arte e la pittura: come illustratrice di fiabe ha partecipato a molteplici mostre d’arte Contemporanea esponendo in sedi prestigiose e riscuotendo ottime citriche e svariati riconoscimenti. Le sue opere sono in molti cataloghi. Facebook: @stefaniaguiottogiornalista – @stefaniaguiottoartista. Infine, è una socia fondatrice della rete delle Piazze del Sapere per la quale mette a disposizione le sue competenze e ci aiuta in Campania a comunicare e diffondere i principi ed i valori della nostra attività tesi a diffondere la cultura come fattore di coesione sociale e di apprendimento permanente, per far conoscere il ricco patrimonio del nostro territorio e valorizzare i beni culturali come beni comuni, per affermare i valori dell’accoglienza e della solidarietà, dei diritti e della cittadinanza.

Pasquale Iorio
Le Piazze del sapere Caserta

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