Il messaggio de il Manifesto

Filippo Maone, è mancato sabato sera 31 dicembre, in seguito ad un ictus per il quale era stato ricoverato al Policlinico di Roma una settimana fa. È un lutto grave per il Manifesto, di cui è stato uno dei fondatori, e cui la rivista prima, e poi il quotidiano, devono moltissimo. È Filippo infatti che ne è stato, in ambedue i casi, il geniale editore, quello che ha reso ambedue le pubblicazioni un significativo successo, unico nell’editoria: prima di tutto perché si partiva da un ridicolo patrimonio di qualche decina di mila lire raccolte fra i militanti, e però divennero un esempio di innovazione tecnologica e giornalistica. Lo ricorderemo mercoledì 4 gennaio,ore 11, all’aula magna della Facoltà Valdese, via Pietro Cossa 44 (dietro Piazza Cavour).

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Il ricordo di Gianfranco Nappi

Ci siamo conosciuti tardi. In occasione della costruzione dell’esperienza napoletana de l’Unità con l’Articolo, tra il 2003 e il 2005, a cui – su idea di Michele Mezza – Filippo che già aveva fatto tutto il possibile per la sinistra, non volle far mancare l’aiuto della sua straordinaria esperienza e capacità culturale e organizzativa.

Poi è capitato di rivederci ogni tanto negli anni successivi. A Rimini nel settembre del 2021, per i 10 anni dalla scomparsa di Lucio Magri e lì mi disse: ” Verrò a Napoli per farti una proposta…”. L’estate successiva effettivamente ci siamo visti a Napoli e mi raccontò a voce quanto mi aveva consegnato anche in lettera:

Caro Gianfranco, nello sciagurato agosto pre-elettorale ( ma cosa ci aspetta? ), interrompo per cinque minuti la lettura dei giornali e agenzie con una piccola distrazione. Ecco dunque il pezzetto di ‘memorie’ d’una mia stagione giovanile, di cu ti feci cenno almeno un paio di volte nei mesi scorsi. Sono una cinquantina di pagine destinate a un libro rievocativo di storie napoletane di sessant’anni fa. Si racconta di un circolo di cultura che ebbe il merito di far girare un po’ d’aria nuova nell’atmosfera asfittica della Napoli laurina di allora. In occasione del cinquantenario, tra il 2010 e il 2011, ad alcuni amici co-protagonisti di quelle vicende è venuta l’idea di ricordarle, raccogliendo una serie di testimonianze. e a me toccò di ricostruirle con i maggiori dettagli.

Se ti consegno questo mio scritto è perchè immagino che possa interessarti conoscere alcuni fatti, assai poco noti, della nostra storia cittadina. E che tu, giovanissimo come sei ancora oggi, e addirittura bimbo come eri allora, non avresti modo di viverli e nemmeno di incrociarli. Ti interesserà perciò sapere con quale carica ideale, e passione civile, una parte della generazione che ti ha preceduto di un’incollatura ( giusto due decenni ), provò a lasciarvi un segno. I tempi sono totalmente cambiati, che tra la metà del Novecento e questo inizio di terzo millennio siamo stati testimoni di un profondo, e inquietante, passaggio d0epoca. Nulla, comprese le esperienze passate, può riproporsi uguale. Ma vedi mai che dentro al racconto tu ci possa trovare qualcosa di utile da cui partire per progettare nuove iniziative cultural-politiche, aggiornate alla fase in cui ci tocca di campare.

Il testo che ti mando è comprensivo di una decina di pagine che invece ho ritenuto opportuno tagliare in quello dato alle stampe, non soltanto per motivi di spazio ma anche per ridurre al minimo le parti autobiografiche relative a tempi o episodi non direttamente riconducibili all’attività del circolo. Che però, essendo stati importanti per la mia formazione, possono far capire meglio da dove mi nasceva quel bisogno così forte di impegnarmi nella direzione e alla maniera descritte.

Non c’è dunque motivo per non dare agli amici la versione integrale.

Ti saluto affettuosamente, ma purtroppo senza allegria. Coraggio comunque.

Filippo

Agosto 2022

In quella occasione mi chiese anche se mi fosse mai capitato tra le mani il lavoro di Corrado Barbagallo sulle 4 Giornate di Napoli, edito nel 1944 a poche settimane dai fatti praticamente, dalla Casa Editrice Maone: con orgoglio mi diceva che quel Maone era suo padre. Ed ovviamente fu felice quando gli potei dire che sì, quel libro era nella mia raccolta.

Ci saremmo dovuti sentire in questo inizio anno per definire il dettaglio della pubblicazione napoletana del suo testo.

Ancor di più vogliamo farlo ora, quando lui non c’è più: lo sentiamo come un dovere come Napoletani per un altro Napoletano che ha attraversato da protagonista la vicenda cittadina e della sinistra italiana.

Quanti vorranno unirsi a noi in questa iniziativa saranno bene accolti: la sua comunità dopo quella napoletana è stata quella del Manifesto, con Luigi Pintor, Rossana Rossanda, Valentino Parlato, Lucio Magri, Luciana Castellina, il PdUP e tutti i protagonisti passati e presenti di queste due esperienze.

Il testo di Filippo Maone è stato ripubblicato anche online in queste ore per iniziativa meritoria di Guido Moltedo e del suo Ytali. Qui trovate il link

https://ytali.com/2023/01/01/noi-piccoli-granelli-di-una-bella-storia/

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