È successo un’altra volta, è il caso di dire: sì «È successa Casamicciola!». Questo, come sanno molti napoletani, è il modo che si usa per dire che è successo un putiferio. Ma anche usato come “Qui succede Casamicciola” è il modo per minacciarne uno.
È quanto è successo, un’altra volta, il 26 novembre di questo 2022: il disastro è stato tremendo, ma la natura aveva avvertito che nelle condizioni in cui si trovava il territorio in cui sarebbero cadute le sue abbondati piogge poteva accadere quello che è successo.
Un’altra volta perché? Perché l’espressione alla quale mi sto riferendo si deve al devastante terremoto che il 28 luglio del 1883 (X grado della scala Mercalli, 5,8 Richter) in 13 secondi rase al suolo Casamicciola insieme a Lacco Ameno e Forio d’Ischia. Tra le vittime di quel terremoto vi furono anche i genitori e la sorella di Benedetto Croce, il quale fu estratto vivo dalle macerie. Poi, dopo, altri disastri vi sono stati fra terremoti (l’ultimo il 21 agosto del 2017) e frane e alluvioni. Tra questi drammatici eventi quello più grave è datato 1910 quando, come ricordano le cronache, “durante un evento molto intenso, alluvioni con elevato trasposto solido, crolli e numerosi dissesti diffusi causarono 11 morti.” Ma anche in anni più recenti una vittima si è registrata nel 1987, quando un crollo di roccia distrusse un ristorante, e infine nel 2009, sempre nel mese di novembre, quando una colata di fango e detrito travolse e uccise una ragazza quattordicenne.
Sulla base di queste notizie delle quali ci informa la storia ce n’è abbastanza per far dichiarare al CNR che “La zona di Casamicciola nella quale le piogge hanno causato la frana e i danni registrati è un’area dell’Isola in cui vari autori hanno riconosciuto e descritto numerosi eventi franosi con danni sia al territorio che alle case, alle terme e anche alle persone.”
Allora? Allora se la natura avverte di quello che può succedere, se la storia ci ricorda quello che è successo, perché il disastro si ripete? Perché il 26 novembre colate di fango discese dall’Epomeo hanno ucciso dodici persone e distrutto tutto quanto trovavano nel loro percorso?
Nessuna fatalità. Tra ottobre e novembre piove e negli ultimi anni piove molto più intensamente a causa dell’intensificarsi di quelli che il mutamento climatico ha generato come “eventi estremi”. Che nel caso nostro si chiamano bombe d’acqua.
Allora se le cose stanno così, come tutti sanno o dovrebbero sapere, è abbastanza semplice individuare cause e responsabilità.
Le cause, giova ripeterlo, sono, evidentemente, le ricorrenti, violente precipitazioni di pioggia che cadono su un territorio sempre più vulnerabile perché sguarnito delle difese collinari e montuose spogliate del loro patrimonio arboreo. E cadendo con violenza, precipitano a valle dove trovano abitazioni abusivamente costruite in luoghi dove non dovevano stare.
Le responsabilità sono quelle di quanti hanno consentito che tutto ciò accadesse ignorando quanto hanno insegnato la storia degli eventi e la geografia e la geologia dei luoghi.

Foto di Nicola Lamonica

Vale per Ischia, ma è l’intera Campania che ne è potenzialmente coinvolta.
Le cronache sono piene di eventi: e riguardano Amalfi, Cetara e costiera a ottobre del 1910; Salerno e costiera 25-26 ottobre 1954; Sarno, 5 maggio del 1998, Atrani, settembre2010; oltre alla già ricordata Ischia-Casamicciola ripetutamente dal 1910.
Ma perché in una Terra come la Campania così bella e bella anche perché “favorita” dalla natura? Perché la natura che ci ha fatto quel favore non si aspettava che il nostro ringraziamento sarebbe stato il suo progressivo deterioramento. Deterioramento che non è solo estetico, ma è tale da accrescere la vulnerabilità dei luoghi esposti al rischio di eventi quali le precipitazioni atmosferiche. Quando questo avviene quegli eventi naturali diventano calamitosi. Ma innaturalmente calamitosi.
La natura fa il suo mestiere e lo manifesta anche tramite una serie di eventi che si chiamano appunto naturali. Quello che non è naturale è che comportamenti umani li trasformino in calamità.
Per cui non si devono sentire offesi gli amministratori quando si parla di abusivismo. Perché il nesso è semplice: la Campania che è la regione con grande percentuale di comuni sottoposti al rischio di frane e alluvioni, cioè delle conseguenze del dissesto idrogeologico, è anche quella nella quale si registra il maggior consumo di suolo e di abusi edilizi.
Poiché la speranza, quella sì, è sempre l’ultima a morire possiamo sperare che le vittime del 26 novembre oltre a ricordarci che abbiamo fatto scempio del territorio diano rapidamente una svolta all’immobilismo degli anni passati? Ricordando anche che le vittime non sono solo i dodici morti che in tanti piangiamo, ma anche gli almeno trecento sfollati che sotto il fango hanno perso i loro beni mobili e immobili.

Per chi ha suonato la campana/1 https://www.infinitimondi.eu/2022/12/01/per-chi-ha-suonato-la-campana-di-ischia-di-gianfranco-nappi/

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1 commento

  1. Ugo Leone è sempre Ugo : grazie per la chiarezza comunicativa esemplare.

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