C’è molto di antico e di moderno in questa foto che testimonia della ‘riappropriazione’ della Casa del popolo di Acerra da parte delle compagne e dei compagni che ora raccolgono quasi per intero lo spettro dei partiti di sinistra mentre per la prima volta nella storia democratica della città tutta la sinistra, comprendendo anche il PD, essa si ritrova esclusa dal Consiglio Comunale recentemente rinnovato.

Dopo lo scioglimento del PCI, la Casa del Popolo di Acerra, situata nella centralissima Piazza Castello passa in utilizzo a PDS,DS,PD. Fino al 2018 quando si chiude il contenzioso giudiziario con la proprietà erede dei beni immobiliari del PCI che vede questa vincente nelle sue rivendicazioni verso gli ‘affittuari’ che quindi vengono sfrattati e con la sede stessa che rimane così chiusa e inutilizzata: vittoria di Pirro verrebbe da dire.

Questo l’articolo con cui il Mattino del 15 aprile 2018 dava notizia dei fatti:

In questi oltre quattro anni, la sede viene occupata, vandalizzata, deturpata.

Ieri invece la bella novità.

Eccoli gli intrepidi che armati di attrezzi si sono riappropriati della sede : dal PD a Sinistra Italiana a quelli di sinistra senza casa.

Guardatela questa foto di ieri:

Agrillo Claudio, Del Vastò Carlo, De Chiara Modestino, Tommaso Esposito, Antonella Terracciano e Peppe Cantore, Paola Montesarchio, Pasquale Giardiello, Carmine Siracusa, Pasquale Marangio, Simone Panico, e Franco Mennitto fuori foto.

E questi invece sono alcuni fotogrammi della storia iniziale di questa Casa del popolo: 30 maggio 1980, Enrico Berlinguer che la inaugura con un giovanissimo Segretario di Sezione, Michele Giardiello ( il Pasquale invece della foto di ieri è il figlio). Si riconoscono anche Franco Esposito ( il Tommaso della foto è il figlio ), Eugenio Donise. ( Nei prossimi giorni pubblicheremo il video originale ).

Tante lire raccolte una ad una tra operai, contadini, pensionati, professionisti per dare alla propria città uno spazio sociale e politico unico: questo erano le Case del Popolo.

Andrebbe scritta la storia di questi spazi sociali, politici, culturali, frutto di lotte e di sacrifici enormi a cui si giungeva con un largo contributo popolare.

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E questo è il Comunicato Stampa che ieri è stato diffuso dagli ‘occupanti’ legittimi eredi di una storia gloriosa.

Che succederà ora?

Intanto noi diciamo subito che siamo con le compagne e i compagni di Acerra, sosteniamo in tutti i modi possibili la loro iniziativa e ci auguriamo che alla Assemblea che loro vorranno convocare aderiscano tanti militanti, Associazioni, altre Case del Popolo : sia questo il segno di una ripresa!

Che farà ora la Fondazione Chiaromonte proprietaria dell’immobile? Noi pensiamo che occorra trovare una soluzione positiva, per questo come per altri casi.

Ci sono tre verità che occorre dire :

1 Grazie a Fondazioni come la Chiaromonte a Napoli, presenti in tutta Italia, e coordinate da Ugo Sposetti, si è impedito che un patrimonio grande, frutto di grandi sacrifici, andasse disperso;

2 Tutto questo è avvenuto però nel disinteresse sostanziale di tanti, eredi di quella storia, che pure avrebbero potuto e dovuto interessarsi del destino di questo patrimonio che invece così in tanti casi è stato gestito alla ben meglio e in totale solitudine;

3 E’ venuto il momento, ed Acerra è l’inizio giusto, per aprire a Napoli un confronto su questi temi, per riconsegnare ad un utilizzo sociale, culturale e condiviso delle realtà di volontariato e della sinistra spazi che non possono rimanere chiusi e che invece possono rappresentare snodi di una rete di riancoraggio sociale di idee di solidarietà e di cambiamento.

Del resto non è un caso che proprio in Campania nuove esperienze di Case del Popolo si vanno sviluppando: Pomigliano d’Arco, Afragola, Scafati, la gestione tutta sociale, culturale e di volontariato che si fa del Bene confiscato a Portici con il Coordinamento Campano contro le Camorre : insomma, è venuto il momento che solitudini da un lato e disinteresse dall’altro cadano.

Per quanto ci riguarda è anche l’annuncio di un impegno. Un impegno pronto a raccogliere tutte le disponibilità a fare insieme e in modo aperto e pronto però anche a non tacere di fronte a eventuali silenzi, risposte mancate o addirittura di chiusura che sarebbero del tutto incomprensibili.

Ve ne è bisogno in questa Italia che va al voto e, temiamo, ve ne sarà ancor più bisogno dopo.

Gianfranco Nappi

P.S. In quella Casa del popolo ho trascorso ore e momenti di grande passione politica e di grande umanità. Con compagni storici come Franco Esposito, Alfredo De Chiara, Giovanni Dell’Aquila, che hanno fatto la storia delle lotte contadine, del lavoro e di progresso di un intero territorio e che da un pezzo ci hanno lasciati, o compagni della mia generazione, della FGCI come Antonella Visone e Nicola Stellato che da poco invece ci hanno lasciati. Ricordo le riunioni per organizzare il Movimento degli Studenti contro la Camorra con anche Gennaro Limone, Rocco Civitelli, solo per citarne alcuni. E poi il ritrovarsi, lo stare insieme. Ricordo in quella Casa del Popolo, tra le altre, una Assemblea della FGCI con Marco Fumagalli, il nostro Segretario Nazionale, il convivio dopo la politica. Marco che deve tornare a Roma, perso ogni treno possibile, e allora si chiede l’auto ad Emilio Sirletti – anche per lui un ricordo affettuoso – con Carmine Siracusa e Bruno Giacinto e si va, nella notte, ad accompagnarlo nella capitale. Quasi a Roma, non ricordo se con Carmine o Bruno alla guida ( di sicuro non io ), la macchina sbanda, Fumagalli che dormiva dietro, sballottolato si sveglia spaventato e credo imprechi nei nostri confronti…ma è troppo signore per farsi sentire…

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