Bisogna davvero aver paura della situazione che ogni giorno che passa si determina, quasi per forza inerziale.
E’ in primo luogo il crescere dell’orrore, fino al limite dell’indicibile, come scriveva ieri in una bella e intensa riflessione il mio vecchio amico Nichi Vendola ( https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/editoriali/1336935/urge-piantare-lalbero-di-una-nuova-umanita-disarmata-e-fraterna.html ): un indicibile per la difficoltà a definirlo ma anche il fatto che per come tu lo definisca gli togli qualcosa, non riesci a rappresentarne per intero la profondità, perchè appunto, l’orrore, il male, può essere un pozzo senza fondo.
Gli eserciti si scontrano, uomini in arme si fronteggiano, ma non è guerra quella che porta a torturare, uccidere donne, uomini, bambini inermi.
Ma la si sta davvero cercando la pace? A chi chiederla?
Non puoi chiederla all’Ucraina. Sono aggrediti, violati, uccisi. Cosa dovrebbero fare, arrendersi? Me lo sono chiesto in questi giorni. E noi, che avremmo fatto, che faremmo in una situazione simile? Che farei io? Troverei dentro di me il coraggio per stare su una barricata? Facile rispondere. Io più sommessamente dico: lo spererei. E se lo penso per me, perchè non dovrei pensarlo per loro, gli Ucraini, che si stanno riscoprendo popolo dentro questo fuoco?
Puoi chiederla a Putin e alla Russia? Certo, gliela devi chiedere la pace, ma sai che fin quando lui non avrà raggiunto il minimo dei suoi obiettivi, non si fermerà. E quali sono questi suoi obiettivi minimi? Io non lo so. mi pare difficile che qualcuno che non sia lui e il suo gruppo ristretto lo sappia.
Certo non puoi dire agli Ucraini, smettete di difendervi, arrendetevi, per quante sofferenze stiano patendo e per quante ne patiranno ancora. Sono loro che decidono di come porsi di fronte all’invasione, come e quanto resistere. E se resistono, noi abbiamo il dovere di sostenerli, di essergli vicini: e ricordiamola questa nostra reazione oggi – tanto lo sappiamo che comunque sarà repentinamente dimenticata… – quando domani altri paesi, in altre parti del mondo, saranno sottoposti ad un attacco, una invasione, una ingerenza violenta e proveranno a resistere.
E, anzi, a dire il vero, alla luce di questo dovremmo anche rileggere, e magari rivedere tanti giudizi nei confronti di invasioni di un passato anche recente che invece non ci hanno visto esprimere nè solidarietà nè altro verso gli aggrediti: forse perchè non rientranti nella sfera degli interessi dell’Occidente o forse proprio perchè quell’invasione riapriva opportunità su terreni strategici dell’economia o della geopolitica.
E perchè oggi, in queste ore, questa verità elementare non dovremmo ricordarla ai tanti opinionisti e alle tante firme autorevoli delle non meno autorevoli testate nazionali che hanno sempre ragione, che non sanno fare di meglio che scagliarsi contro il pacifismo e la sua cultura e che in ogni occasione ci raccontano come si campa a Napoli…?
Fin qui ci sono.
Quel che si vede è che nella capacità di resistenza dell’Ucraina c’è un esercito organizzato, preparato, bene armato e sostenuto dalla sua popolazione. Ed è quel che in questi anni l’Occidente, la Nato hanno contribuito a realizzare.
Continuo a nutrire più di un dubbio sull’invio oggi, e in modo annunciato sempre più massiccio, di aiuti militari invece.
Ne capisco il senso, certo.
Ma allora però poi non trovo risposta alla domanda: e perchè non anche no fly zone? E perchè non anche aerei, carri armati? E perchè non anche militari? Quel che voglio dire cioè è che se a queste domande, fino ad ora – sottolineo il fino ad ora e ci torno tra un attimo – si è risposto che non si può, che equivarrebbe ad un atto di guerra nei confronti della Russia da parte della Nato o di singoli paesi europei, ma allora vuol dire che noi, sul ciglio di questo burrone, ci stiamo già ballando.
E ci balliamo ogni giorno di più per quanto di più dura la guerra. E più dura e più questo scenario medesimo in forme oggi forse non immaginabili, può avvicinarsi: di fronte ad un rinnovato orrore di morti civili o di fronte ad un errore di puntamento di un missile.
E le pur necessarie sanzioni si stanno avvitando, si chiamano ‘pacchetto’, siamo al quinto, sesto. Di questo passo giungeremo presto anche al blocco di importazione di gas. Ma non mi pare che per questa via si sblocchi la situazione. Anzi un blocco del genere per un certo verso, non si capisce perchè non sia stato già assunto : se una sanzione la ritieni giusta non è che poi non la adotti perchè…non ti conviene, perchè magari produce su di te sanzionante effetti negativi quantomeno non inferiori a quelli che produce al sanzionato.
Dopo 44 giorni è dimostrato che tutto questo la guerra non la sta fermando e che anzi si sta realizzando un avvitamento su se stesso della situazione che lascia aperta la prospettiva ad esiti ancor più drammatici: la guerra ha una sua logica, come gli incendi, se trova combustibile e ossigeno cresce non diminuisce.
Come si ferma allora la guerra, come si tolgono ossigeno e combustibile?
Fino a quando si parlerà solo di guerra e di misure di guerra e di economia di guerra e di effetti di guerra la pace ben difficilmente si costruirà.
Se non si da’ uno spazio, un tempo, la parola alla pace, la pace non viene.
Può apparire un paradosso, ma è proprio questa pressione che sta mancando su Putin e i suoi oligarchi: la pressione della pace.
Della pace come opportunità.
Ci vorrebbero stati, organismi internazionali, società civili, culture in campo in questo momento per disegnare la pace, darle un contorno, una plausibilità, una chanche.
E dove sono?
Non c’è troppo pacifismo in giro. Ce ne è troppo poco.
C’è solo la voce della guerra.
E cosa di buono ne può venire?
E allora qui la paura cresce dentro me.
Mi spaventa questa rinuncia alla politica.
Agli USA non sembra vero : si vedono quasi come ridestati di nuovo alfieri della lotta per la libertà in un mondo su cui provano di nuovo a levare lo sguardo del dominatore, ne sentono la possibilità: è in queste ore che si parla di una Nato addirittura mondiale.
Attenzione per davvero. Per queste strade il mondo diventa davvero ingovernabile. E di là, all’Est, oggi a differenza del passato recente, oltre alla Russia e al suo potenziale nucleare c’è l’altra potenza ormai mondiale, la Cina. Se tutto questo si allinea lungo l’asse della confrontation-scontro e non lungo quello del dialogo-sicurezza comune, nessuno può sapere dove si arriva.
E l’Europa? In questa prospettiva si ritrova, ben che vada, di nuovo, come protesi atlantica verso l’Asia. Ma è questo il nostro destino davvero? Ma davvero, millenni di civiltà, e di atrocità connesse – è tutta da leggere la Lettera alla tribù bianca di Alex Zanotelli, così giusto per non dimenticare mai da dove veniamo e su cosa abbiamo fondato il nostro primato o presunto tale nel mondo https://www.infinitimondi.eu/2022/04/07/freschi-di-stampa-grazie-ad-alez-zanotelli-per-questa-sua-lettera-alla-tribu-bianca-feltrinelli-2022/ – per giungere a questo esito?
E invece l’Europa, e l’Onu – i due sconfitti di questo conflitto – dovrebbero animare questa pressione della pace e per la pace, anche nel mentre l’Europa ha pur deciso sanzioni. E cioè lavorare affinchè verso la Russia, dall’Europa e da tutti gli altri paesi del mondo, si spinga, si prema per disegnare scenari diversi, di sicurezza comune, di sviluppo comune, di giustizia planetaria e ambientale.
Nel mentre l’Ucraina resiste e la comunità internazionale è vicina alla sua resistenza e nel mentre si condanna ogni atrocità commessa, insieme, dovrebbe crescere quest’altra pressione.
Ma questa pressione non c’è.
Anzi, la si annichilisce sotto il peso dello sberleffo e dell’invettiva, ad un passo da quella del tradimento; quella cultura pacifista che invece, nella sua radicalità positiva, con la sua scelta per il disarmo in favore dell’umanità, è la vera scelta da mettere in gioco per ribaltare la situazione di oggi che, di realismo in realismo, ci ha condotti a questa realtà da paura. Facciamole crescere le idee di pace: questo lavoro fatto da Sbilanciamoci è uno dei più interessanti di queste giornate, con l’e-book gratuito, facciamolo scaricare a tanti : https://www.infinitimondi.eu/2022/04/04/pace-e-guerra-un-libro-da-scaricare-e-da-leggere-gratis-per-iniziativa-di-sbilanciamoci-it-strumento-da-diffondere-nella-lotta-per-la-pace-dalla-parte-del-popolo-ucraino-per-reagire-alla-campagna/ .
E allora, sarebbe di grande valore che qui ed oggi, dalle città e capitali europee, la voce di milioni di donne e uomini si unisse in questa prospettiva, si desse forza e desse forza alla pace.
Uno che tutto questo l’ha capito c’è: ed è Papa Francesco. Nella sua solitudine, l’ha capito.
E’ solo con gli Stati. E’ insieme alla coscienza di milioni di donne e uomini nel mondo.
Diamo una voce a questa coscienza. Non c’è nulla di più importante.
Oggi, perchè possiamo ancora farlo.
Perchè non tutto è ancora deciso.
Perchè non siamo ancora scivolati del tutto dal piano inclinato.
Oggi però, le grandi forze organizzate della nostra democrazia, sindacali, del volontariato, della cultura, indichino questa strada che nessun partito ha la forza e il coraggio di indicare.
E’ oggi che ha un senso. Senza la pace, appunto, tutto il resto è niente.
Gianfranco Nappi
Pagina ineccepibile nella sua profondità Gianfranco. Ieri non l’avevo letto e, oggi di buon mattino, la sento bella nel suo duro realismo per me di ieri venerdì e forse anche di domani domenica. La tua pagina per me perdona il mio “fermarmii” per allontanarmi – almeno per qualche ora – dal mare inquininato dei tanti e contraddittori opinionisti, politici e cosiddetti esperti mentre le atrocità delle immagini sembrano lavorare su effetti emozionali forti per qualche minuto …per poi prepararsi a dissolversi come anestesia per tanti e tanti. È nel fermarmi un po’ nell’accogliere sì messaggi di inattaccabile autorevolezza, nell ‘immergermi in pagine come quelle da te ricordate, nel voler riflettere e “umilmente ” capire – l’umilmente nasce dalla forza dei valori che ho coltivato come scelta consapevole anche nel più artificioso quotidiano – provo sempre più una ” mia consapevolezza impotente”….ma la tua pagina dà a me una rinnovata mia forza a valori inconfutabili di pace, giustizia e democrazia da ricomporre con radici incancellabili e innovazioni del moderno, solidificata dopo una “fermata per riprendere respiro”, richiamandomi alla tenace vitalità del non fermarmi … anche se stamattina ancora non so come. Grazie direttore, pagina incisiva la tua.
Grazie cara Rosanna per queste tue riflessioni. Abbiamo davvero bisogno di ragionare insieme. Per recuperare una prospettiva di umanità che sembra smarrita.
I partiti purtroppo stanno dimostrando la loro insussistenza, anche quelli (presunti) di sinistra. Colpisce e delude il silenzio anche dei sindacati. Proviamoci come singoli, associazioni, volontariato, senza steccati tra laici e credenti. Con Emergency e la Comunità di Sant’Egidio, con …