In un suo recente intervento Gianfranco Nappi è opportunamente intervenuto con una riflessione che ci invita a cogliere le novità con cui oggi la camorra si muove, con tecniche e modalità diverse rispetto al passato, che richiedono “nuovi strumenti di analisi” per una efficace lotta in difesa della legalità democratica. ( la Repubblica Napoli 3 aprile 2022, ripreso di seguito ).

Sono pienamente d’accordo con lui anche quando sostiene che occorre una “rivoluzione culturale senza mezzi termini”. Come emerge dalle cronache la criminalità organizzata dimostra di essere tra le realtà più dinamiche sul nostro territorio, che ha saputo integrarsi nei nuovi meccanismi della globalizzazione sul piano finanziario e grazie ai rifugi offerti dai cosiddetti “paradisi fiscali”, oramai diffusi in varie zone in Europa ed in tanti paesi del mondo (si pensi solo a Dubai nei paesi arabi).

Anche dalle indagini in corso legate a cooperative sociali si vede che la camorra sta cambiando le modalità di azione sul nostro territorio. In buona sostanza sta cambiando pelle: non si limita ad utilizzare la forza e la violenza delle estorsioni e del racket ma ricorre a metodi più moderni e sofisticati. Negli ultimi tempi stanno scendendo in campo le nuove leve dei vari clan, composte da giovani che si sono specializzati con varie competenze in campo legale, economico e finanziario, che sono in grado di attivare nuove start up di imprese anche per la gestione dei beni confiscati (vedi il caso della Associazione La Felicità a Pignataro, gestita dai familiari dei clan Lubrano e Ligato, i killer di Franco Imposimato, fratello del giudice Ferdinando). In particolare si stanno specializzando anche nella costituzione di coop sociali e di enti aderenti al terzo settore. Ora sarebbe giunto il momento di avviare una più attenta verifica e riflessione da parte delle istituzioni locali e campane, ma anche da parte del mondo del volontariato . Infatti, oggi la camorra sta cambiando pelle, diventa più insidiosa e pericolosa: si camuffa sotto le vesti di coop sociali e associazioni per gestire servizi pubblici, a volte gli stessi beni confiscati sequestrati, con una inedita capacità di penetrazione e di utilizzo di fondi e di risorse, anche provenienti dal sistema della finanza etica. Sono diversi i casi su cui la magistratura sta indagando. A completare lo scenario fosco c’è il dossier sull’azzardo. Infatti Caserta risulta al top nella classifica elaborata da Agimeg (Agenzia sul mercato del gioco), basata sui dati dell’agenzia delle Entrate. Da questi dati – relativi al mese di gennaio 2022 – emerge che la città di Caserta oltre ad essere una città d’arte, delle eccellenze enogastronomiche, nello stesso tempo lo è anche nel mondo delle scommesse con oltre 3,6 milioni di euro spesi nelle sale da gioco illecite (oramai diffuse in tutte le provincia, come una delle poche attività che continua a prosperare nonostante l’epidemia). La nostra città si attesta al quarto posto nella spese per puntate sportive, superata in Campania solo da Napoli al primo posto con oltre 11,8 milioni di euro, con Roma e Milano.

Da questi dati emerge una situazione paradossale, che da un lato vede molti settori economici e produttivi in difficoltà per il rincaro dei prezzi delle materie prime; dall’altro vi è il miraggio di puntare sul gioco e sull’azzardo come soluzione ai problemi in una fase di emergenza. Un altro dato inquietante è dato dal fatto che i protagonisti risultano essere soprattutto giovani e donne, in forte aumento in questa fase. In alcune aree come quella Domiziana abbiamo anche una forte esposizione di soggetti deboli come i migranti. Per questi motivi come Rete Mettiamoci in gioco abbiamo chiesto al sindaco di Caserta Presidente ANCI Campania ed alla Regione di attivare un Osservatorio su azzardo ed usura, in coerenza con il Regolamento varato dal consiglio comunale. Nello stesso tempo deve scendere in campo anche il FTS Casertano (che raccoglie le principali associazioni attive sul territorio) per promuovere adeguate iniziative, anche di tipo educativo e cultuale, a partire dalle scuole.

Pasquale Iorio – Le Piazze del Sapere

l’Articolo di la Repubblica Napoli del 3 aprile 2022

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